L’impennata dell’Irpef comunale cresciuta del 50% in soli sei anni - QdS

L’impennata dell’Irpef comunale cresciuta del 50% in soli sei anni

Serena Giovanna Grasso

L’impennata dell’Irpef comunale cresciuta del 50% in soli sei anni

martedì 08 Aprile 2014

Trapani è la provincia che paga di più (210 € in media) a causa dell’elevato numero di soggetti che risultano esenti. A Enna solo il 38 % dei contribuenti obbligato al versamento, ma a Milano la paga appena il 26 %

PALERMO – Come se non bastasse la Iuc (imposta unica comunale), tassa dal valore trivalente poiché comprende in sé Tasi, Tari e Imu, nel calderone delle imposte comunali bolle pure l’Irpef di carattere comunale.
La seguente addizionale si articola in due distinte aliquote: l’una che include in sé un valore di compartecipazione dell’addizionale Irpef, stabilita dal ministero delle Finanze in misura uguale per tutti i Comuni; mentre l’altra componente è relativa all’aliquota opzionale, stabilita dai singoli Comuni e in grado di rappresentare un’aggiunta impositiva per i contribuenti rispetto a quanto già si paga a titolo di Irpef fino a un limite massimo dello 0,8%. Ed è proprio la seconda componente ad incidere negativamente e a fare la differenza tra comune e comune, proprio come ben ci illustra la classifica dell’addizionale Irpef nei Comuni capoluogo di provincia relativa all’anno 2012 stilata dal Sole 24 ore e pubblicata lo scorso 3 marzo nell’edizione del lunedì.
I comuni capoluogo di provincia siciliani si trovano tutti nella prima parte della graduatoria con le addizionali medie più consistenti, eccezion fatta per Ragusa e Caltanissetta che rinveniamo nella seconda parte della classifica. Dunque l’importo medio che è stato sborsato nel 2012 oscilla tra i 210 euro di Trapani (che si trova al ventiseiesimo posto su un totale di 106 comuni capoluogo di provincia esaminati) e i 193 di Siracusa (quarantanovesimo posto), mentre Ragusa (settantaduesimo posto) ha pagato 163 euro e Caltanissetta (ottantunesimo posto) 145 euro.
Per riuscire a comprendere gli importi finora enunciati è necessario che essi vengano posti in relazione con il reddito medio, aliquota effettiva e percentuale di contribuenti che la pagano, dunque i tre parametri da cui dipende il calcolo effettivo dell’addizionale. Ad esempio, a Trapani, la provincia nei cui comuni si sborsa la quota maggiore, il reddito medio è pari a 16.261 euro e l’aliquota effettiva è pari allo 0,65%, ma ciò che incide negativamente è l’esigua percentuale di contribuenti soggetti all’imposta (50%) che fa sì che il prelievo venga spalmato su un numero più contenuto di cittadini, comportando un importo procapite più alto. Infatti, seguendo il medesimo percorso deduttivo giustifichiamo il perché a Palermo si paghi meno rispetto che a Trapani, seppur la differenza venga stimata nell’ordine di pochi euro (210 euro contro 207), nonostante il reddito medio più alto (pari a 19.393 euro) e la stessa aliquota effettiva più alta (pari allo 0,73%). Il perché va ricercato nella percentuale di cittadini paganti nettamente maggiore pari al 69%.
 
Un ulteriore precisazione al ragionamento finora seguito potrebbe consistere nel confronto tra Milano e Roma (rispettivamente seconda e terza in classifica). I valori relativi alle aliquote esprimono dei veri e propri record per entrambe le città: infatti, a Milano l’aliquota effettiva è tra le più basse in Italia pari allo 0,25%, mentre a Roma la più alta in assoluto pari allo 0,85%; mentre per quel che concerne il reddito medio il capoluogo lombardo registra 29.592 euro e la capitale d’Italia 24.384 euro, ma quel che incide in modo non indifferente sull’elaborazione dell’addizionale media non sarà sicuramente il reddito quanto invece la differente percentuale di cittadini sottoposti al pagamento dell’imposta comunale. A Milano non è lo 0,25% a salvare dal salasso, ma al contrario è solo il 26% dei contribuenti paganti a far affogare in un’imposta salatissima. Così allo stesso modo possiamo affermare che a Roma non è l’aliquota effettiva pari allo 0,85% a portare l’addizionale media alle stelle poiché l’alta percentuale di contribuenti (74%) permette di fare da contrappeso all’aliquota.
A quanto finora detto aggiungiamo in conclusione gli sviluppi che l’addizionale comunale irpef ha subìto negli anni a livello nazionale. La variazione del gettito tra il 2007 e il 2012 è stata del 48,9%. Così allo stesso modo è anche l’aliquota media effettiva ad essere salita, passando dallo 0,39% del 2007 allo 0,55% del 2012.

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