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Palermo – Troppi cantieri pubblici bloccati i costruttori chiedono una scossa

Luca Insalaco

Palermo – Troppi cantieri pubblici bloccati i costruttori chiedono una scossa

martedì 29 Settembre 2009

L’Ance ha ricordato come 7200 alloggi di edilizia popolare attendano il via del Consiglio comunale - Dal raddoppio del Ponte Corleone fino al sottopassaggio di via Perpignano

Il settore delle costruzioni arranca e intanto la fame di abitazioni in città resta insaziata. Il mondo delle professioni e i rappresentanti dei lavoratori lanciano l’allarme sulle difficoltà del comparto edile, che la politica non sembra in grado di risolvere. È il caso dell’Ance, che nei giorni scorsi ha ricordato come i 7200 alloggi di edilizia agevolata e pubblica, la cui costruzione era prevista nel piano casa elaborato dall’amministrazione comunale nel 2002, attendano ancora il visto del Consiglio comunale, con la conseguente perdita dei finanziamenti statali previsti per le fasce più deboli della popolazione.
Una crisi, quella dell’edilizia, che per la Fillea Cgil “è la crisi stessa della città”. “L’aumento del ricorso alla cassa integrazione – accusa Mario Ridulfo, segretario generale dei lavoratori edili palermitani – e la diminuzione delle ore lavorate sono frutto della crisi, ma a Palermo sono anche e soprattutto frutto dell’ignavia e dell’immobilismo di chi ha responsabilità di governo. Il mancato avvio di cantieri per opere pubbliche, alcune delle quali strategiche per la città, come ad esempio il raddoppio del Ponte Corleone, il sottopassaggio di via Perpignano o l’avvio di un piano per l’edilizia agevolata e pubblica che risponda alla crescente emergenza abitativa, rappresentano l’occasione mancata per dare risposte concrete a cittadini e lavoratori”.
Anche l’Iacp guarda ai lavori del Consiglio comunale. L’Istituto autonomo case popolari, infatti, in virtù della Legge 135/97, ha ottenuto dall’assessorato regionale ai Lavori pubblici uno stanziamento pari a 18 milioni di euro per interventi di edilizia residenziale universitaria nel centro storico cittadino. Fondi per il cui utilizzo è però necessario che l’assemblea consiliare dichiari di pubblica utilità le aree individuate per poter procedere all’esproprio e quindi alla consegna alle imprese che si sono aggiudicate le gare d’appalto. Intanto, trecentocinque alloggi restano da consegnare all’Ersu: 85 in via Scopari e 220 in via Albergheria.
Industriali e Autorità portuale aspettano invece il Piano regolatore del Porto, in lista d’attesa a Palazzo delle Aquile da oltre un anno e la cui approvazione, secondo i vertici provinciali di Confindustria, innescherebbe “un sistema economico da quattrocento milioni, dando il via libera a opere, cantieri e occupazione per sette anni”.
 

 
Responsabilità – Risponde la Commissione Urbanistica
 
 “Hanno ragione le organizzazioni sindacali e imprenditoriali a parlare di immobilismo del Consiglio comunale”, ammette Gerlando Inzerillo, presidente della Commissione Urbanistica, che ricorda come il Consiglio abbia stoppato il varo del piano in attesa del rifinanziamento da parte della Regione. “Individuare i criteri che permettano la realizzazione degli alloggi, tuttavia, deve essere una priorità a prescindere dei finanziamenti, anche perché è un obbligo legislativo. Il Comune di Palermo è forse l’unico  a non avere inserito nel proprio Piano regolatore i piani di settore, incluso quello per gli alloggi di edilizia agevolata”. Un iter che si trascina da troppo, insomma, come datato è anche è lo studio che fissa a circa 19mila alloggi il fabbisogno abitativo in città, in relazione al quale il Comune ha fissato l’asticella a 7200: “Assieme all’opposizione – ricorda Inzerillo – abbiamo chiesto agli uffici comunali di statistica una rivalutazione del fabbisogno di abitazioni alla luce dei dati aggiornati”. (li)

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