Crocetta, lotta violenta contro la burocrazia? - QdS

Crocetta, lotta violenta contro la burocrazia?

Carlo Alberto Tregua

Crocetta, lotta violenta contro la burocrazia?

martedì 15 Aprile 2014

La crisi non ha sfiorato i pubblici

La differenza la fa un punto interrogativo. Matteo Renzi, sabato al Salone del mobile a Milano, ha detto con limpida chiarezza: “Faremo una violenta lotta alla burocrazia”. Il premier ha individuato con precisione la piovra che ha rovinato l’Italia in questi decenni, ancor più della criminalità organizzata.
Quella piovra la cui testa è formata dai dirigenti, che continuano a cambiare le poltrone ma detengono saldamente il potere, impedisce la semplificazione delle norme, ostruisce la digitalizzazione di tutta la pubblica amministrazione come tante leggi obbligano, a cominciare dal Cad (Dlgs n. 82/2005), condiziona i parlamentari inesperti e ricatta quelli che hanno gli scheletri negli armadi.
Ovviamente tra i dirigenti ve ne è una gran parte formata da professionisti valorosi e onesti, che hanno, però, il difetto di non distinguersi ad alta voce dagli altri, conservatori e parrucconi. Come sempre non bisogna confondere il grano con il loglio, ma bisogna separare il grano dal loglio.

Crocetta è capace di iniziare a condurre una lotta violenta alle burocrazie regionali e comunali? Se sì, tolga l’interrogativo alla domanda. Se sì, lo annunci a quotidiani e televisioni regionali senza alcun timore di ritorsioni e di preoccupazioni. Se egli si schiera col popolo dei siciliani danneggiati (i nove decimi dei cittadini) contro i siciliani privilegiati (un decimo della popolazione) potrà tranquillamente mettere con le spalle al muro i consiglieri-deputati regionali che proteggono la burocrazia e i propri interessi e continuano a danneggiare i siciliani.
Crocetta non abbia timore dei nove deputati del suo partito che fanno la fronda, non tanto perché sono cuperliani, quanto perché appartengono a quella razza che non vuole alcun cambiamento. Essi sono ferocemente contrari a Matteo Renzi ed al renzismo, che ancora non arriva in Sicilia.
Se Crocetta è in buona fede, come pensiamo che sia, si allinei a questa ventata di riforme che proviene da Roma e proceda senza indugio a varare i disegni di legge da portare in Assemblea. Se questa non li approva in tempi brucianti, secondo un cronoprogramma tassativo, mandi a casa quegli abitanti e si ripresenti alle successive immediate elezioni: avrà un successo ben maggiore di quello insignificante della precedente tornata.

 
Violenta lotta contro la burocrazia regionale, che significa? Significa risolvere i contratti con la metà dei 1.800 dirigenti, mettere in cassa integrazione diecimila dipendenti pubblici che non servono, riportare i loro emolumenti a livello di quelli dei loro colleghi di altre regioni o degli statali, togliere ai pensionati i privilegi consistenti in quel surplus di importo che indebitamente percepiscono, perché il calcolo dell’assegno è stato fatto con il metodo retributivo e non contributivo.
Nominare un super manager di una società internazionale col compito di digitalizzare tutta la rete regionale e locale della regione. Non sarà certo Antonio Ingroia, un magistrato senza alcuna competenza organizzativa ed elettronica, a poter dare efficienza ai servizi regionali.
Crocetta dovrà disboscare centinaia di migliaia di fascicoli che indegni dirigenti tengono bloccati tradendo il bisogno dei richiedenti.

All’interno troverete la pagina con l’elenco dei piani regionali che Crocetta dovrebbe fare approvare immediatamente, per puntare all’aumento di 1/2 punti del Pil e alla creazione di almeno centomila posti di lavoro nel 2015. Cui potrebbero concorrere tutti i precari pubblici e di vario genere che non hanno più alcuna possibilità di essere allocati nella pubblica amministrazione.
Lotta alla burocrazia significa anche applicare senza indugio il taglio di compensi abnormi e chiedere che l’Assemblea regionale tagli i compensi dei propri dipendenti e quelli dei consiglieri-deputati.
L’Ars continua a pagare direttamente le pensioni mentre dovrebbe varare un piano di ammortamento per trasferire il montante all’Inps, esattamente come dovrebbe fare l’amministrazione regionale.
Lotta violenta contro la burocrazia significa recedere dai contratti con i dirigenti che non raggiungono gli obiettivi, tassativamente e preventivamente indicati. Significa cacciare fannulloni e corrotti e inserire il sacrosanto principio costituzionale che i pubblici dipendenti devono servire i cittadini, e non servirsene.

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