Confindustria contro tutti: banche, giornalisti, politica - QdS

Confindustria contro tutti: banche, giornalisti, politica

Rosario Battiato

Confindustria contro tutti: banche, giornalisti, politica

mercoledì 16 Aprile 2014

Antonello Montante viene rieletto presidente del massimo organo industriale regionale e riserva strali a banche, politica e giornalisti. L’associazione parte civile a fianco delle imprese nei processi alle banche per il mancato accesso al credito

PALERMO – Banche e imprese a muso duro. Si apre una stagione di conflitto da seguire nelle aule dei tribunali che ospiteranno i processi intentanti dalle imprese che si sentono vessate dalle banche per via del mancato accesso al credito pur avendone i requisiti. In campo anche la massima organizzazione degli industriali isolani.
La notizia di ieri è che anche Confindustria Sicilia si costituirà parte civile. Lo ha rilevato proprio Antonio Montante, il presidente dell’associazione, che, nella stessa giornata, è stato rieletto all’unanimità a capo dell’organizzazione regionale per i prossimi due anni. La decisione è stata deliberata dalla giunta di Confindustria Sicilia. L’Associazione si avvarrà del supporto di uno studio legale specializzato in diritto bancario, che affiancherà le imprese.
La scelta del massimo organo degli industriali isolani non è un’aggressione agli istituti di credito, ha spiegato Montante, ma una volontà di sostegno alle aziende. “Non è una dichiarazione di guerra alle banche – ha spiegato – ma una scelta per tutelare le imprese. Ci sono tanti imprenditori affidabili che rischiano di fallire per mancanza di ossigeno da parte delle banche. La nostra è una iniziativa dura e coraggiosa, la prima in Italia”.
A stretto giro, e condita da una discreta sufficienza, giunge la risposta dei bancari. “È ordinaria amministrazione". Lo ha spiegato il presidente del’Abi, Antonio Patuelli, sottolineando che “ci sono un milione di contenziosi tra imprese banche”.
Sempre sul fronte confindustriale, nei giorni scorsi, è arrivata anche la decisione di attivare l’entrata in vigore del rating di legalità che impone alle banche nel processo di istruttoria di ridurre i costi e i tempi di erogazione dei finanziamenti per quelle imprese già valutate positivamente dall’Antitrust. “In un rapporto di leale collaborazione con il sistema bancario – spiega Montante – è necessario far emergere tutte quelle situazioni che per un eccesso di discrezionalità rischiano di portare al fallimento le imprese. Oggi più che mai l’accesso al credito rappresenta uno snodo fondamentale per la sopravvivenza del sistema economico. Per questo Confindustria Sicilia sta agendo affinché le imprese possano muoversi all’interno di un sistema di regole chiaro e trasparente”.
Montante parla anche alla politica regionale, che di questi tempi sta vivendo uno dei momenti più difficili della gestione Crocetta. “Se i partiti sono convinti di andare avanti in questo modo solo per fare una guerra infinita, allora si vada subito a votare. Si riuniscano i capigruppo e se hanno le palle si vada subito al voto, senza chiacchiere, senza buttare fango, senza comunicati stampa”. Non si salvano nemmeno i giornalisti: “Nessuno vuole investire in Sicilia, tutti hanno paura di tutti: hanno paura della mafia, della burocrazia e anche dei giornalisti”.
 
Sull’ultimo punto, evidentemente una provocazione, non si capisce tuttavia il ruolo di freno all’attività produttiva rivestito dai media, come se le domande o le inchieste potessero infastidire anche quegli imprenditori che non hanno nulla da nascondere e che vengono in Sicilia per progetti seri e concreti. La chiusura sul ruolo dell’organizzazione. "Confindustria potere forte? Altro che, siamo il potere debole. Confindustria non insegue nessuno, non dà ruolo a nessuno – ha detto – Noi possiamo dare solo indicazioni". Eppure certe scelte varate da Crocetta – sacrificio di Marino e mantenimento di Vancheri in giunta – sembrano proprio dettate dal peso degli industriali siciliani.

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