“Nel Dpef la riforma Pa senza vero risparmio” - QdS

“Nel Dpef la riforma Pa senza vero risparmio”

Raffaella Pessina

“Nel Dpef la riforma Pa senza vero risparmio”

mercoledì 30 Settembre 2009

Le osservazioni della Corte dei Conti in commissione Bilancio Ars. Incentivi a esodo e mobilità rischiano di alzare la spesa

PALERMO – Luci e ombre nel Documento di programmazione del Governo regionale. Puntuale e precisa, la Corte dei Conti ha espresso il parere sul documento finanziario. Viene rilevato un peggioramento rispetto al 2007, con una preoccupante crescita della spesa, specie di parte corrente (+19,2%), cui corrisponde una flessione delle entrate correnti (-6,3%). Secondo la Corte dei Conti manca un efficace controllo della spesa. I dati riportati nel Dpef evidenziano un gap di crescita rispetto al resto del paese (il Pil in Sicilia nel periodo 2002/2008 è cresciuto dello 0,4% rispetto allo 0,7% in Italia). Le previsioni sono positive:  dal dato di -5,2 del 2009, si passerà a -0,4 nel 2010 e a +0,3 nel 2011, per arrivare a + 0,7 nel 2012 e 2013.
 La Corte dei Conti loda le misure adottate dall’assessore al Bilancio che ha chiesto a tutti i rami dell’amministrazione di adottare comportamenti in questa direzione allineando la spesa ai pagamenti di competenza effettuati nel 2008. Qualche critica viene espressa sulla manovra di correzione della spesa, che tiene conto solo delle esigenze dell’esercizio in corso e non di componenti di spesa destinate a manifestarsi nel tempo. Per esempio per i rinnovi contrattuali e per le spese in conto capitale, che fanno riferimento alle autorizzazioni di spesa delle precedenti finanziarie. Rilevate criticità nel settore degli enti locali (emergenze di bilancio per la gestione dei rifiuti e delle acque e ricapitalizzazione delle partecipazioni societarie).
La riforma della burocrazia per la Corte dei Conti non è accompagnata da vere misure di risparmio.
Nel settore della Sanità la Corte si è espressa positivamente, sempre che venga rispettato quanto prospettato nel piano di risanamento. Unica perplessità: il 118 per il quale – viene scritto nella relazione – “occorre avviare al più presto l’annunciato ridimensionamento del numero delle ambulanze e la razionale utilizzazione del personale autista soccorritore assunto massicciamente negli ultimi anni”. Nel Dpef, viene rilevata la necessità di adottare misure per la emersione di lavoro nero e di lotta all’evasione fiscale per ottenere maggiori entrate Irpef, senza che vengano precisate quali azioni si intendono intraprendere e le relative quantificazioni. Anche per il patto di stabilità la Corte ha individuato come punto critico la questione del contenimento della spesa senza adeguati approfondimenti. Preoccupazione viene espressa per l’allungamento temporale del debito regionale, attualmente pari a 13anni circa, “il cui maggiore onere che complessivamente ne consegue è il prezzo di un finanziamento aggiuntivo rispetto a quelli ordinari, che al pari di questi postulerebbe analoga destinazione”.
Critiche per la politica regionale di sviluppo (Por, Par e Fas). La Sicilia è stata l’unica regione a non aver raggiunto il 100% dei pagamenti. La frammentazione del sistema, numero eccessivo di progetti, l’insufficiente capacità progettuale della Regione sono i principali punti deboli. La formazione per l’Organo di controllo, è un altro tema trascurato nel Dpef, malgrado il consistente assorbimento di risorse e i risultati scoraggianti in termini di capacità di inserimento nel mondo del lavoro. Criticato infine il continuo ricorso a enti regionali autonomi con aggravio di costi di funzionamento (società a totale partecipazione pubblica per forestali e creazione di un ente ad hoc per la promozione commerciale).

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