Amianto, risarcimento storico - QdS

Amianto, risarcimento storico

redazione

Amianto, risarcimento storico

sabato 19 Aprile 2014

La sentenza del tribunale gelese a favore di un lavoratore esposto per anni a fibre cancerogene. Riconosciuti i benefici contributivi dall’aprile 1988 fino a ottobre 2003

GELA (CL) – Il contatto con l’amianto gli ha provocato danni permanenti che lo Stato deve risarcire. È stata una sentenza storica quella del tribunale di Gela che ha riconosciuto i benefici contributivi per esposizione ad amianto in favore di S. F., fino a ottobre 2003. Finora il Tribunale aveva riconosciuto i benefici amianto fino a dicembre 1992. La decisione del giudice Alessandro Laurino è stata indotta dalla ricca documentazione prodotta dai legali, Lucio Greco e Ezio Bonanni, e valutata dal giudice del Lavoro – “si può ampiamente presumere che il ricorrente sia stato esposto alle fibre di amianto – è scritto nel verdetto che non tiene contro entro quale limite, in quanto si è ammalato per l’esposizione continuata alla sostanza.
Il giudice, nella sentenza del 16 aprile, ha condannato l’Inps a rivalutare le contribuzioni del lavoratore con il coefficiente 1,5 dall’aprile 1988 all’ottobre 2003. Il nuovo computo di quindici anni e sei mesi corrisponde a circa otto anni di prepensionamento. “Forti di questo successo – ha detto l’avv. Greco – continueremo la nostra battaglia a favore e tutela dei lavoratori”.
“La sentenza favorevole a un lavoratore che ha prestato la sua attività nel Petrolchimico siciliano è una decisione storica per il tribunale di Gela e per la giurisprudenza del lavoro, per l’intero territorio nazionale – dichiara l’avv. Ezio Bonanni, legale di S. F e presidente dell’Osservatorio nazionale amianto associazione che a Gela ha una sede con circa 500 iscritti – e sconfessa quella pratica discriminatoria cui erano soggetti i lavoratori che sono stati esposti all’amianto. L’Ona proseguirà la mobilitazione in tutto il territorio nazionale per il prepensionamento dei lavoratori esposti all’amianto”.
 
Anche chi è già in pensione, potrà ora chiedere la rivalutazione di tutti i periodi contributivi e aumentare la propria prestazione pensionistica. Questo riconoscimento apre le porte alla speranza per i numerosi lavoratori dell’indotto industriale che da anni lottano per i loro diritti, riconosciuti in altre realtà e che finalmente assaporano il primo risultato.
 
Fino ad oggi l’esposizione alle pericolose fibre dell’asbesto presente negli impianti dello stabilimento Eni è stato riconosciuto negli ambienti giudiziari solo fino al dicembre del 1992: dopo questa data sarebbe stata avviata la fase di bonifica e quindi non c’erano diritti per i lavoratori.
Con la nuova sentenza appena pronunciata dal magistrato si apre una nuova fase che conferma la presenza di amianto anche dopo il 1992. Il riconoscimento in giudizio della presenza d’amianto in fabbrica potrebbe consentire a molti operai di ottenere diritti previdenziali finora non assegnati per diritto. Per questo a Gela si è costituita una cellula locale dell’Osservatorio nazionale amianto che da anni denuncia il silenzio colpevole sulla questione.
 
L’asbesto (o amianto) è un insieme di minerali del gruppo degli inosilicati, appartenente alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. In natura è un materiale molto comune. La sua resistenza al calore e la sua struttura fibrosa lo rendono adatto come materiale per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco, ma la sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l’uso in molti Paesi.

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