Falsità giornalistiche sul Pil mondiale - QdS

Falsità giornalistiche sul Pil mondiale

Carlo Alberto Tregua

Falsità giornalistiche sul Pil mondiale

martedì 22 Aprile 2014

Lontano il sorpasso Cina sugli Usa
 

Chi si occupa d’informazione economica, a livello mondiale o territoriale, dovrebbe avere solide basi anche in materia istituzionale, per evitare di scrivere fanfaluche. Occorre una lettura organica del pensiero di Adam Smith (1723 –1790), conosciuto come economista mentre in effetti era un filosofo, di Alexis de Tocqueville (1805–1859), profondo conoscitore dei meccanismi democratici sia negli Stati Uniti che in Francia, di Jean-Jacques Rousseau (1712–1778) con il contratto sociale fra le diverse parti di una popolazione. Alcuni dei più grandi pensatori che influenzano tutt’ora le società moderne.
Se chi si occupa d’informazione economica avesse queste basi, eviterebbe di scrivere informazioni errate. Per esempio, molti scrivono del prossimo sorpasso, nella graduatoria del Pil mondiale, da parte della Cina ai danni degli Usa. Secondo l’Ocse, questi sono i dati 2013 relativi al Pil: Stati Uniti 16.761 miliardi di dollari, Unione europea 12.726, Cina 9.317, Giappone 4.928, Russia 2.133, Brasile 2.188, India 1.924.

Perché la Cina superi gli Stati Uniti occorrerà arrivare almeno al 2030. Se è vero che gli Usa incrementano il proprio Pil di circa il 2% annuo, pari a oltre 300 miliardi di dollari, è anche vero che la Cina, pur aumentando del 7% (pari a circa 600 miliardi di dollari, cioè il doppio) ha una differenza da colmare di oltre 7.000 miliardi di dollari.
Le aride cifre sono incontrovertibili, ma fanno facilmente comprendere come stanno le cose. Gli Usa continueranno a essere la locomotiva economica del mondo per almeno i prossimi due decenni. Ma la qualità dello sviluppo americano è nettamente superiore a quello caotico della Cina.
Infatti, mentre gli Stati Uniti hanno raggiunto l’autosufficienza energetica e sono passati alla “Fase 2”, quella di utilizzare più fonti rinnovabili rispetto al petrolio, in Cina funzionano al massimo, e sono in ulteriore costruzione, le centrali a carbone, che inquinano in maniera rilevante. Ma sono in costruzioni 11 centrali atomiche.
Non è che l’inquinamento a 20.000 chilometri di distanza non influenzi anche la nostra parte del Pianeta, tant’è che l’aumento della temperatura di qualche grado sta creando squilibri nei ghiacciai, aumento di tifoni e maree e accentuazione dei movimenti della crosta terrestre con bradisismi e terremoti.

 
Fra i due giganti l’Unione europea balbetta, con una crescita media prevista nel 2014 di appena lo 0,5% e nei prossimi anni intorno all’1%. Quindi, aumenta il divario con gli Usa e diminuisce quello con la Cina.
Perché il più antico ed evoluto continente del Mondo è diventato la cenerentola del trio? Forse per la stessa ragione per cui perirono la civiltà greca e l’impero romano: la mollezza dei costumi e la sazietà delle popolazioni fanno venire meno gli stimoli per crescere, la ricerca delle innovazioni e la creatività.
Insomma, l’addormentarsi di tutte le iniziative che sono alla base dello sviluppo e della crescita di una civiltà.
È pur vero che gli ultimi tre Stati membri (Romania, Bulgaria e Lettonia) attirano verso il basso sia il Pil che la crescita, ma anche i fondatori non brillano per sviluppo, fatta eccezione per la Germania che con la riforma Hartz, attuata sotto il cancellierato di Gerhard Schröder, ha ottenuto i risultati positivi di questi ultimi anni.
 
La Francia va male, Spagna e Grecia peggio, Portogallo e Irlanda sono appena uscite dal disastro, l’Italia è impaludata da vent’anni di Governi inconcludenti e clientelari, che hanno conservato a corporazioni e privilegiati una serie di vantaggi che un ceto politico onesto ed evoluto avrebbe dovuto eliminare senza guardare in faccia a nessuno.
Nello scenario mondiale, i cinque Paesi emergenti del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), cui si deve aggiungere la Nigeria, stanno rallentando la propria crescita, perché anche da loro sta permeando quel veleno tossico che è la mollezza derivante da un primo stadio di sazietà. E si sa che chi è sazio non crede a chi è digiuno e non ha gli stimoli del bisogno per crescere e progredire.
Proprio questo è il difetto delle società occidentali: garantire chi sta bene e impedire l’impresa a chi vuole battersi per entrare nel mondo dei garantiti. Si tratta di comportamenti secolari secondo cui pochi feudatari vivevano a spese di tanti poveri lavoratori o, addirittura, di schiavi.
Serve la redistribuzione della ricchezza e la formazione universitaria come ascensore sociale. Così può esservi equità.

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