Sos morti bianche in Sicilia, dal 2013 ad oggi sono già 63 - QdS

Sos morti bianche in Sicilia, dal 2013 ad oggi sono già 63

Michele Giuliano

Sos morti bianche in Sicilia, dal 2013 ad oggi sono già 63

martedì 22 Aprile 2014

Il fenomeno dilaga a macchia d’olio: dall’inizio dell’anno già 15 decessi sui luoghi di lavoro. Rappresentano il 10% del dato nazionale: costruzioni e agricoltura settori più colpiti

PALERMO – Nuovo allarmante dato riguardo alle morti bianche in Sicilia. Dall’inizio dell’anno sino a questi ultimi giorni i morti sul lavoro nell’isola sono già saliti a 15 mentre nel 2013 si è arrivati a 48. Solo negli ultimi dieci giorni si contano tre vite spezzate. Secondo i dati dell’Osservatorio indipendente di Bologna che da sei anni tiene sotto controllo il fenomeno, i 48 casi del 2013 sommati alle 15 morti di questi primi mesi del 2014 rappresentano oltre il 10 per cento della cifra nazionale. Quasi 5 morti ogni mese, in pratica uno alla settimana.
 
La Sicilia è la seconda regione, dopo la Lombardia, dove si registrano i maggiori casi di “morti bianche”. I numeri degli infortuni mortali che si verificano in Italia nei luoghi di lavoro sono la quotidiana testimonianza di un problema che chiede concretamente delle risposte per cancellare il binomio orribile e ricorrente tra lavoro e morte. E la conferma dell’emergenza giunge dall’ultima indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering relativa al primo bimestre 2014. Tra gennaio e febbraio i morti sul lavoro rilevati dagli ingegneri dell’Osservatorio mestrino sono stati 50 in tutta Italia. La maggior parte degli incidenti si è verificata nel settore agricolo e in quello delle costruzioni. 
La prima causa di morte è la caduta dall’alto; ma significativi sono anche i dati relativi alle morti sul lavoro avvenute a seguito del ribaltamento di un mezzo/veicolo in movimento o di uno schiacciamento. Il settore più colpito è l’edilizia, seguito dall’agricoltura.
 
Il tema della sicurezza sul lavoro è uno dei settori d’intervento degli enti bilaterali imprese-sindacati, realtà private costituite dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dai datori di lavoro di una determinata categoria professionale paritetici perché i rappresentanti dei lavoratori e quelli dei datori di lavoro sono in numero eguale tra loro. “Questi enti – spiega Giorgio Tessitore, segretario regionale Cisl – si occupano di vigilare sulla sicurezza del lavoro ma anche di consentire a quei lavoratori che cambiano spesso datore di lavoro di percepire elementi della retribuzione, come la tredicesima e le ferie e di offrire ai lavoratori prestazioni assistenziali”.
“Dal 9 marzo – precisa l’Osservatorio indipendente di Bologna – aspettiamo gli interventi del primo ministro Renzi e dei Ministri Poletti e Martina per occuparsi almeno dei morti in agricoltura provocati dal trattore. L’Osservatorio aveva segnalato con una mail alle loro segreterie l’imminente strage. Come tutti gli anni con l’arrivo del bel tempo ricomincia la strage di agricoltori schiacciati dal trattore. Non ci risultano interventi mirati da parte di nessuna istituzione contro le morti verdi”.
Da quelle segnalazioni sono morti in tutti Italia 30 agricoltori schiacciati dal trattore e 40 dall’inizio dell’anno. In questo momento gli agricoltori schiacciati dal trattore sono il 27 per cento di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Una vera carneficina che sembra non riuscire ad arrestarsi.
 

 
L’approfondimento. Sono tantissimi i capannoni agricoli obsoleti nell’Isola
 
Ad oggi a guidare la triste classifica dei morti in agricoltura è il Piemonte con 16 decessi sui luoghi di lavoro, seguono il Lazio e la Lombardia con 14, Veneto ed Emilia Romagna 13 morti, quindi spunta la Sicilia con 12 morti. L’Osservatorio indipendente di Bologna lancia un altro allarme: “Milioni di lavoratori rischiano di rimanere uccisi sotto capannoni obsoleti – si legge in una nota – costruiti prima delle normative antisismiche del 2005. Fabbriche che possono venire giù come castelli di sabbia in caso di terremoti. Si sta facendo qualcosa per mettere in sicurezza questi luoghi di lavoro? E lo Stato che misure sta mettendo in campo per farli rendere conformi?”. Le associazioni di categoria mostrano a loro volta molte preoccupazioni: “Un’autentica carneficina – sostiene Filippo Ribisi, presidente Confartigianato Sicilia – che viene sottostimata dalle classifiche ufficiali e ignorata dalla politica. Dati ai quali vanno aggiunti i tragici suicidi di disoccupati disperati e imprenditori strangolati dalla crisi. Anche loro sono vittime del lavoro”. Molto spesso in Sicilia si è palesata la necessità anche di garantire più formazione nei luoghi di lavoro per prevenire e formare nuove coscienze.

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