Volete chiedere un prestito? State molto attenti - QdS

Volete chiedere un prestito? State molto attenti

Cecilia Parola

Volete chiedere un prestito? State molto attenti

giovedì 24 Aprile 2014

L’associazione dei consumatori Altroconsumo ha denunciato le pratiche illegali commesse dagli istituti di credito ai danni di chi richiede un prestito

Quando si pensa di richiedere un prestito a un istituto di credito, sono tante le cose a cui bisogna stare attenti. Prima di tutto, bisogna orientarsi nel vastissimo panorama delle offerte che il mercato mette a disposizione, per rispettare qualunque tipo di esigenza. Mettere i prodotti Agos a confronto con le offerte Findomestic o di altri operatori, ad esempio, è un buon primo passo per trovare la soluzione di cui abbiamo bisogno. Ma è nel momento della richiesta di informazioni agli istituti di credito che dobbiamo stare attenti ai nostri diritti.
 
L’associazione dei consumatori Altroconsumo ha realizzato un’inchiesta (consultabile per intero sul loro sito) per svelare le scorrettezze e le illegalità in cui spesso incappano gli ignari potenziali clienti che si rivolgono agli operatori del settore. È impressionante la percentuale di operatori che approfittano dell’“ignoranza” dei clienti, dando informazioni spesso incomplete – anche quando la legge prevede il contrario – e ignorando la tutela della privacy.
 
I dipendenti dell’associazione si sono finti potenziali clienti interessati a un prestito di 10 mila euro e si sono rivolti a 280 istituti in 9 città italiane. In 2 filiali su 10 il prestito è stato rifiutato, malgrado le garanzie: la richiesta, infatti, è stata fatta impersonando un dipendente a tempo indeterminato con mille 500 euro di stipendio. Le irregolarità riscontrate durante le “indagini” sono tante e invitano i cittadini a prestare molta attenzione ai propri diritti.
 
Per prima cosa, l’indagine ha dimostrato che nel 63% dei casi non c’è alcuna traccia del modulo SECCI. Gli istituti di credito hanno l’obbligo di consegnare questo modulo che deve contenere le informazioni essenziali sul finanziamento, così da poter valutare i suoi vantaggi mettendolo a confronto con un’altra offerta di un altro operatore. La mancata consegna di questo modulo è una pratica illegale oltre che scorretta, in quanto gli istituti in questo modulo giocano sull’ignoranza del cliente.
 
Un’altra cosa da tenere bene in mente quando si richiede un prestito per evitare di essere truffati è che in frase precontrattuale non è obbligatorio per gli istituti richiedere dati reddituali e personali. In molti casi p stato chiesto anche la firma dell’autorizzazione all’accesso alle centrali di rischio, che raccolgono i dati sui cattivi pagatori. In questo modo, oltre ad aprire una preistruttoria su una persona che ha soltanto chiesto informazioni, si scoraggia il potenziale cliente dal rivolgersi anche ad altri istituti a causa della lunga tempistica nella richiesta di informazioni.
 
Inoltre, aspetto forse più grave, se tutti gli istituti a cui un cliente si rivolge per informazione volessero accedere alle centrali di rischio per informarsi su di lui, il cliente in questione collezionerebbe un gran numero di interrogazioni, per lo più per richieste che poi magari non si traducono per forza in un contratto. Una ulteriore magagna riscontrata nel 35% del campione interrogato è la vendita della polizza assicurativa.
 
In caso di polizza obbligatoria, gli istituti scorretti hanno dichiarato al cliente che avrebbero concesso il prestito solo a patto che venisse acquistata la polizza presso di loro. E non solo: la legge italiana prevede che le banche, oltre a fornire informazioni sulla propria polizza assicurativa, propongano al cliente le offerte di altre due compagnie, in modo da garantire una maggiore scelta. Questo è assai dannoso per il consumatore, se pensiamo che per la polizza di poco più di 700 euro una banca può chiedere anche mille 800 euro.

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