Termini Imerese, persi 300 milioni di euro - QdS

Termini Imerese, persi 300 milioni di euro

Rosario Battiato

Termini Imerese, persi 300 milioni di euro

venerdì 25 Aprile 2014

Denuncia del M5S: i fondi c’erano ma i partiti non hanno saputo e voluto utilizzarli. Tre i progetti attualmente al vaglio del governo. Question time: la lentezza nell’avviare progetti ha bruciato le risorse del vecchio accordo di programma

ROMA – Il dolce dormire di quattro governi nazionali (Berlusconi, Monti, Letta e Renzi) e di due regionali (Lombardo e Crocetta) ha prodotto un mostro. Questa strana creatura si chiama Termini Imerese, lo stabilimento automobilistico abbandonato dalla Fiat alla fine del 2011, che oggi si trova costretto a ripartire dall’anno zero e senza più 300 milioni che sarebbero serviti come fondi per avviare i progetti di rilancio del polo. Parola del governo Renzi che, esattamente come i predecessori, promette di trovare una soluzione.
Il question time richiesto dal M5S al governo Renzi sul futuro dell’ex area Fiat apre scenari inquietanti. “Le risorse del vecchio accordo di programma – si legge in una nota del movimento stellato che riporta la risposta del governo – non sono state utilizzate, in quanto legate ai progetti precedenti che non sono decollati, ed erano compresi nella programmazione 2007-2013 dei fondi comunitari”. Per Giorgio Ciaccio, deputato all’Ars, “le somme perse dovrebbero aggirarsi intorno ai 300 milioni di euro, 100 di competenza statale e 200 relativi al cofinanziamento regionale”. Fondi che facevano gola a tante imprese che si erano fatte avanti per Termini – ricordiamo ad esempio la Dr Motor dell’imprenditore molisano Di Risio – ma che non avevano progetti reali di rilancio.
Una batosta in piena regola, ma non è la sola. Per i nuovi tre progetti che avevano dato nuova linfa alle speranze dei 1200 operai in cassa integrazione bisognerà riavviare una ricerca di fondi che dovrà ripercorrere i sentieri europei. E anche su questo punto non c’è molto da stare allegri: i progetti, ha scritto il governo alla commissione Attività produttive di Montecitorio, sono “ancora in fase di definizione e di approfondimento”. In altri termini è lontana la fase operativa.
Duro il commento di Riccardo Nuti, capogruppo del gruppo parlamentare stellato, che ha affidato le sue considerazioni a una nota diffusa ieri.  “Ciò significa che i tempi di attuazione saranno lunghissimi, considerato il fallimento del precedente accordo quadro. In soldoni per Termini si ritorna praticamente al punto di partenza. Questa vicenda dimostra che le risorse c’erano ma che i partiti non hanno saputo e voluto utilizzarli. Non serviva promettere, ma serviva controllare questi fondi e avere idee serie, prive di logiche clientelari”.
Il governo, però, promette soluzioni e attenzione al problema. “Stiamo affrontando – si legge nella risposta – la definizione di un nuovo accordo di programma, che faccia conto su un analogo importo di risorse pubbliche, sia nazionali che regionali a valere sui fondi comunitari rientranti nella programmazione 2014-2020”.
Le tre proposte attualmente al vaglio riguarderebbero il settore automobilistico (produzione dei veicoli e componentistica) e una bio-raffineria per la produzione di carburante di seconda generazione.
Nessuna novità sul fronte del piano “Sicilia naturalmente”, il progetto che prevede un piano di investimenti per rilanciare il sistema produttivo dell’area tramite la produzione di auto elettriche di ultima generazione. L’ultimo incontro si è svolto nel marzo scorso alla presenza di Pro Trade e Career Counseling, rappresentati dei nuovi probabili investitori, e della Regione siciliana. Per mantenere fede alle buone notizie di quei giorni gli addetti ai lavori si aspettavano un business plan, o comunque qualche notizia sostanziosa, ma l’unico aggiornamento degno di nota è stato l’incontro di metà aprile al ministero dello Sviluppo economico che ha sancito la proroga della Cassa integrazione. In termini occupazionali si tratta di una non-notizia.

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