Catania - Biblioteca regionale universitaria, porte chiuse - QdS

Catania – Biblioteca regionale universitaria, porte chiuse

Chiara Borzi

Catania – Biblioteca regionale universitaria, porte chiuse

mercoledì 30 Aprile 2014

Libri e stanze tra le polveri sottili. L’inconveniente causato da lavori edili nel palazzo. Ancora lontano il trasloco nella sede di via Gesuiti. Gravi rischi per l’apparato respiratorio, la struttura di via Etnea inaccessibile

CATANIA – È un vero calvario che continua, quello dei 50 mila volumi ospitati al civico 84 di via Etnea, sede del distaccamento della Biblioteca regionale universitaria. In data 9 aprile, e da quel giorno, i locali sono stati completamente inibiti a lavoratori ed utenza, per via della presenza di polveri sottili aero-sparse all’interno della struttura.
A provocare l’accaduto non sono state le già precarie condizioni della struttura, la quale aspetta solo di essere abbandonata una volta pronti i locali dell’ex collegio di via Gesuiti, ma in questo caso i lavori di sabbiatura effettuati dalla ditta che ha in appalto alcuni interventi di edilizia all’interno di Palazzo Carcaci, mossasi senza alcun preavviso all’esterno del palazzo, che a sua volta è sede in affitto della biblioteca.
“Viviamo le difficoltà di tutte le biblioteche e di quelle inserite in contesti già in precarie condizioni strutturali, ma quello vissuto giorno 9 aprile è stato un accaduto completamente imprevisto e impossibile da immaginare”, ha spiegato la dirigente responsabile della Biblioteca, Maria Grazia Patanè. “L’operazione sui cornicioni effettuata dalla ditta è stata fatta con utenza e personale presenti all’interno della biblioteca – ha affermato la dirigente – Appena ricevuta la comunicazione dell’accaduto, lo stesso 9 aprile ho mandato immediatamente un telegramma al direttore dei lavori, che è anche capo condomino del Palazzo Carcaci, chiedendo spiegazioni ed una cronologia dei lavori futuri per provvedere alla messa in sicurezza dei beni custoditi nel piano e le persone che lo occupano. Nello stesso giorno – ha continuato la dirigente – ho chiesto, sia all’unità Fondi Antichi che alla nostra paleografa, che fosse effettuato un sopralluogo per conoscere il grado di agibilità dei locali e la compatibilità dell’ambiente che ospita il patrimonio. È stata rilevata in protocollo la presenza di polveri depositate sia nell’atmosfera che sui libri. La relazione del medico del lavoro convenzionato con la Soprintendenza ha decretato, infine, l’inibizione completa: le polveri presenti nei locali rappresentano un rischio grave per l’apparato respiratorio”.
 
Lo stesso 9 aprile la dirigente ha messo a conoscenza dell’accaduto con una comunicazione la Dirigenza generale di Palermo e Catania, la Soprintendenza ai Beni culturali, gli organi competenti per il legale contenzioso, i proprietari del palazzo e la ditta che opera su di esso. La risposta ottenuta dal direttore dei lavori, il geometra Giuseppe Indorato, è giunta per via telefonica con la richiesta di un incontro per un sopralluogo congiunto avvenuto il 18 aprile. All’incontro è stata presente anche la Soprintendenza con un rappresentante della unità protezione e sicurezza.
“Non ho avuto materialmente il tempo di acquisire le relazioni formali (l’intervista alla Patanè è avvenuta il giorno dopo il sopralluogo, nda) da parte dei presenti, ma sarà presto acquisita e ci consentirà una valutazione, soprattutto attraverso le relazioni che il medico competente produrrà, in merito a quando si potrà rientrare in via Etnea. I lavori di sabbiatura sono ultimati da pochi giorni, ma nessuno mi ha aggiornato nonostante la mia richiesta, per questo valuteremo, dopo aver acquisito le valutazione del medico competenze e del dirigente Fonti Antichi, la relazione che spiegherà quanto questo accaduto costerà anche economicamente all’amministrazione nel ripristino delle condizioni ambientali”.
Appare così ancora più urgente il completamento dei lavori che ancora oggi interessano i locali di via Gesuiti. Consegna che non è ancora avvenuta per l’assenza di un ultimo finanziamento necessario a completare la scala ed il sistema antincendio.
“Una criticità del genere non accelera ne decelera il prosieguo di quei lavori. La contabilità della Regione è senz’anima – ha affermato Patanè – ha delle procedure e dei tempi, dei percorsi, che sono tecnico-contabili. Tutti sono estremamente sensibilizzati, tutti gli organi sono assolutamente competenti e hanno acquisito questa nostra richiesta e l’hanno anche inoltrata: la terza richiesta (costruzione della scala e impianto antincendio) non ha avuto copertura finanziaria per incapacità di soddisfacimento di questa come di tante altre situazioni simili. Ho reiterato, atteso che non ho saputo essere andata in porto, nuovamente al dipartimento servizio Protezione e Sicurezza la richiesta di finanziamento pari a 124 mila euro necessari al completamento e funzionalizzazione di una parte dei locali al primo piano, nel quarto cortile, dell’ex collegio Gesuiti.
“Non abbiamo interesse a rinnovare il contratto – ha concluso Maria Grazia Patanè -. Potevano essere ospitati nella sede più bella del mondo, ma è dall’esterno che ci hanno aggredito. Mi riservo qualsiasi ulteriore conseguenza a risarcimento danni, il direttore dei lavori è in queste circostanze il mio diretto interlocutore”.

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