I prestiti finalizzati
L’analisi Crif ci fornisce anche i dati disaggregati provincia per provincia, dati che fanno cogliere una situazione abbastanza diversificata. Relativamente ai prestiti finalizzati, ad esempio, la provincia in cui si registra l’importo medio più rilevante è Ragusa, con 3.656 euro (-1,3% rispetto al 2012). All’estremo opposto c’è Trapani, che con i suoi 2.744 euro si colloca all’ultimo posto della classifica nazionale, immediatamente preceduta da Palermo, che ha registrato un importo medio di prestiti finalizzati pari a 2.782 euro e una flessione del 7,7% rispetto al 2012.
I prestiti personali
Sempre a Ragusa si rileva il dato più alto per quanto riguarda i prestiti personali: qui l’importo medio erogato è di 13.714 euro (-3,5%), mentre ad Agrigento ed Enna abbiamo gli importi più bassi (11.625 euro e un calo del 4,5%). La contrazione più marcata, tuttavia, si riscontra a Messina (-10,2% rispetto al 2012).
I mutui immobiliari
Infine, per quanto riguarda i mutui, la città in testa alle siciliane è Catania. Qui si registra l’importo medio più consistente, che è pari a 124.832 euro, con una flessione del 2,9%. Anche in questo caso, è la città dello Stretto a conoscere la contrazione più accentuata: -13,4% rispetto all’anno precedente, con importi medi che si attestano intorno a 98.592 euro.
La causa principale di questo calo generale che si riscontra a più livelli è da individuare nei comportamenti di spesa dei consumatori, che sono diventati più oculati e rivolgono il loro interesse verso prodotti meno costosi. Le famiglie italiane, insomma, trovandosi in un contesto che non offre loro molta sicurezza, caratterizzato da un mercato del lavoro ancora debole, dimostrano molta cautela nelle spese. Un’altra causa, poi, è legata ai tassi di interesse sulle nuove erogazioni, i quali sono rimasti ancora elevati, sebbene in lieve calo rispetto al 2012. A fine 2013, infatti, il tasso di interesse si attestava al 3,4%, confermandosi al di sopra della media europea, e ciò si è costituito come un ulteriore fattore scoraggiante per le famiglie italiane.