Imprenditori agricoli, stop ai corsi di formazione - QdS

Imprenditori agricoli, stop ai corsi di formazione

Chiara Borzi

Imprenditori agricoli, stop ai corsi di formazione

giovedì 01 Maggio 2014

La qualifica di Iap per la quale è necessario un esame è stata introdotta dal D.lgs n. 99 del 2004. Al momento attivi solo quelli per formare i capo azienda. Incertezza sul futuro

PALERMO – Sin dall’inizio del proprio governo il presidente Rosario Crocetta si è professato attento ad un rilancio della Regione che partisse dalla terra e l’agricoltura, per una rivalutazione della stessa. Per questo motivo in questi anni di amministrazione hanno assunto – o avrebbero dovuto assumere – connotati importanti momenti di formazione dedicati alle professionalità legate al settore agricolo. È il caso dei corsi dedicati alla formazione dell’imprenditore agricolo professionale, i nuovi Iap.
Cos’è un Iap? Introdotta dal D.Lgs. n. 99 del 29 marzo 2004 la figura dell’Imprenditore agricolo professionale ha sostituito di fatto quella dell’Imprenditore agricolo a titolo principale (Iatp). Il D.Lgs n. 99 stabilisce che si possa definire Iap colui che dedica almeno il 50% del proprio tempo all’attività di agricoltore e che ricavi il 50% del proprio reddito da lavoro dalla medesima attività.
Tra i requisiti richiesti per legge un Iap è colui che è in possesso di almeno uno delle seguenti condizioni: avere un diploma di laurea in Scienze agrarie o Forestali, Medicina veterinaria, Scienza delle produzioni animali, Scienza delle tecnologie alimentari, o diploma universitario nelle medesime aree o ancora diploma di Istituto tecnico agrario o professionale con indirizzo agrario; esercitare attività agricola come titolare, contitolare, coadiuvante familiare, amministratore, lavoratore agricolo per almeno un triennio in data antecedente alla presentazione della domanda di riconoscimento della qualifica; essere in possesso di attestato di frequenza con profitto a corsi di formazione professionale in agricoltura, organizzati in attuazione di normative comunitarie, statali o regionali e dove il numero di ore di frequenza del corso varia secondo la regione. Fondamentale è quest’ultimo aspetto, la certificazione da Imprenditore agricolo professionale può essere riconosciuta solo dopo aver frequentato dei corsi.
Anche in Sicilia accade lo stesso, ma al momento mancano i corsi a cui prendere parte. Lo conferma Giuseppe Nasello, responsabile del servizio per interventi per il sostegno del capitale umano dell’assessorato all’Agricoltura. «Al momento sono attivi corsi che formano i capo azienda – ha dichiarato il responsabile al QdS –. Dimostrano la professionalità ai fini del primo insediamento in agricoltura e sono finanzianti con fondi comunitari. Per accedervi servono precisi requisiti, come ad esempio un adeguato titolo di studio o poter provare 3 anni di insediamento precedente nel lavoro agricolo. Al termine dei corsi viene effettuato un esame finale e quindi, al suo superamento, si conferisce la qualifica di capo azienda. Al momento non sono attivi però corsi da Imprenditore agricolo professionale».
In futuro sarà possibile attivarli?
«Il requisito di professionalità è richiesto anche nella nuova programmazione – ha continuato Nasello – tuttavia è prematuro dire se saranno inseriti i corsi da Iap. Il piano PSR è in bozza; ci sarà una programmazione in cui è prevista anche una figura di coaching, di un consulente che affianca i partecipanti, ma è prematuro dire come verranno spese queste idee».
Se fatti in altre regioni i corsi Iap avranno valore in Sicilia?
«Anche questa è una risposta che non può essere data con assoluta certezza. La professionalità tuttavia si acquisisce attraverso lo studio di determinati insegnamenti e il raggiungimento in un numero stabilito di ore di formazione. Se il corso si svolge in altre regioni in cui c’è un piano di formazione simile a quello siciliano allora potremmo parlare di corso equipollente, in caso contrario sarà necessario integrare gli insegnamenti o le ore».
La realtà dei corsi Iap è dunque sospesa. Tuttavia gli stessi corsi furono recentemente ritenuti dall’ormai decaduto assessorato come una risorsa da rendere il più possibile usufruibile: a marzo 2013, l’ex assessore regionale all’agricoltura Dario Caltabellota, aveva disposto la concessione della certificazione quale Imprenditore agricolo professionale anche ai residenti fuori regione, attraverso un provvedimento emanato ad integrazione della Circolare Assessoriale n. 47470/06 del 24/05/2006.

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