Kainite, potenzialità di mercato - QdS

Kainite, potenzialità di mercato

Calogero Conigliaro

Kainite, potenzialità di mercato

sabato 03 Maggio 2014

La Regione siciliana chiamata a decidere. Italkali vuole trasformare il minerale in solfato di potassio, per investire serve l’aumento del capitale sociale. Progetto per riconvertire uno stabilimento di Italcementi rimane nel limbo

Porto Empedocle (AG) – Si riaccendono al convegno della Cisl sullo sviluppo industriale nel territorio, le due vicende economiche più drammatiche, quella della parziale chiusura dello stabilimento Italcementi che sta già vedendo prepensionamenti e numerosi cassaintegrati i quali a gennaio potrebbero vedere arrivare le lettere di licenziamento. Infatti per una buona parte dei 100 dipendenti che lo stabilimento di empedoclino assorbiva il rischio di restare senza reddito è serio, oltre già a quelli dell’indotto finiti ad ingrossare da tempo le già assai capienti file dei disoccupati.
Una vicenda non facile che, però, va ad intrecciarsi con una ancor più complessa come quella dell’impianto per la trasformazione della kainite, presentato dalla società Italkali al Comune di Realmonte, lo scorso anno e respinto dal Consiglio comunale della cittadina. Progetto di impianto che adesso potrebbe vedersi spostare, proprio in parte dell’area attualmente occupata dallo stabilimento della cementeria.
Il punto però, come spiegato recentemente dall’avvocato Enrico Morgante, amministratore dell’Italkali e rappresentante del capitale azionario minoritario, il cui socio di maggioranza è invece la Regione al 51%, è quello che per realizzare l’investimento è necessario un aumento di capitale sociale, mentre in molti si aspettano che la Regione faccia la dismissione delle sue azioni come previsto dalle nuove normative nazionali in tema di privatizzazioni.
Su questo tema il sindaco e deputato all’Ars, Calogero Firetto, è stato molto incisivo. “L’Italcementi è un parente malato che ci appartiene – ha esordito durante il suo intervento il primo cittadino Firetto – il piano di dismissione preannunciato negli anni precedenti è stato triplicato, dopo l’aggravarsi della crisi del settore edile. Avrei voluto in questo tavolo oggi insieme a noi per tale ragione l’assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri, una mancanza, nonostante l’invito ricevuto, che mi è dispiaciuta. Per quanto riguarda invece il progetto presentato dall’Italkali, se ne parla da tanto tempo che ormai lo definisco atavico. La Regione ci faccia sapere cosa vuole fare del proprio patrimonio azionario, visto che grazie ad un mio emendamento non c’è più il rischio che società minerarie concorrenti internazionali possano acquistare l’Italkali per poi chiudere le nostre miniere che rappresentano una concorrenza alla loro produzione”.
Da tempo è accertato che le qualità chimiche rinvenute nello stabilimento sperimentale di Realmonte, per la trasformazione della kainite in solfato di potassio, sono state molto positive. Quindi è certamente possibile la commercializzazione che potrebbe creare diverse centinaia di posti di lavoro tra diretto e indotto. Quella della chiarezza da parte della Regione è una posizione ribadita da più parti e che ha trovato espressione nell’intervento conclusivo del segretario generale della Cisl Sicilia Maurizio Bernava.
 
“Ormai la situazione è drammatica – ha spiegato il capo della Cisl isolana – bisogna a tutti i costi creare occupazione produttiva e questa la si può realizzare soltanto in due maniere o creando servizi oppure creando prodotti. Il debito pubblico ci sta penalizzando due volte rispetto a quello privato e questo noi lo diciamo già dal 2009. Per quanto riguarda i problemi del territorio non si può che pensare in primis alla situazione dello stabilimento dell’Italcementi che se sia sostenibile, possa trasformarsi nello stabilimento per la trasformazione della kainite, riassorbendo le unità lavorative. Spero e credo che questo debba realizzarsi al più presto, in modo da comprendere cosa si debba fare, prima che si arrivi al 6 gennaio prossimo, quando i cassaintegrati dell’Italcementi potrebbero diventare disoccupati”. Un tentativo ed una volontà che si spera non siano vani.

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