Genovese, la giunta della Camera dice sì all'arresto - QdS

Genovese, la giunta della Camera dice sì all’arresto

redazione

Genovese, la giunta della Camera dice sì all’arresto

mercoledì 07 Maggio 2014

Adesso la Conferenza dei capigruppo dovrà decidere il giorno della votazione. Fallito il tentativo del centro destra di "salvare" il deputato Pd. Ecco chi è mister ventimila preferenze e di cosa è accusato

Si avvicina sempre di più il carcere per Francantonio Genovese, deus ex machina della Formazione siciliana, mammasantissima del Pd, noto come mister ventimila preferenze in provincia di Messina. La giunta per le autorizzazioni della Camera ha infatti dato il via libera all’arresto del deputato democratico.
 
Un esponente del partito del ministro dell’Interno, cioè Antonio Leone del Nuovo centro destra, ha tentato fino all’ultimo di salvare il parlamentare siciliano, accampando l’esistenza di “fumus persecutionis” verso Genovese. La relazione dell’alfaniano è stata bocciata con 12 voti da una maggioranza trasversale formata da Pd, M5S e Sel. Cinque i voti contro l’arresto.
Nel dettaglio, i voti contrari all’arresto del plenipotenziario della Formazione sicula sono tutti arrivati dall’area di centro destra, e cioè da FI, Ncd, Lega, Per l’Italia e Sc.
 
Dopo la bocciatura di Leone è stato nominato un nuovo relatore per sostenere in Aula la posizione della giunta a favore dell’autorizzazione all’arresto: è il deputato del Pd Franco Vazio. Adesso la conferenza dei capigruppo dovrà decidere quando calendarizzare la votazione, che avverrà a scrutinio segreto.
 
"Il nuovo relatore – spiega il presidente della Commissione, Ignazio La Russa (il quale non ha preso parte alle votazioni) – ha chiesto qualche giorno di tempo per studiare il caso. Ma dalla prossima settimana penso che la relazione potrà arrivare in Aula. Qualche deputato – aggiunge – in commissione ha espresso l’opinione che sia meglio sottoporre la questione al giudizio dell’Aula dopo le elezioni ma altri hanno manifestato l’esigenza di una decisione al più presto. La scelta attiene alla presidenza della Camera".
 
"Ringrazio la giunta – conclude il presidente La Russa – perché ancora una volta, di fronte a un caso delicato, ha mostrato compostezza, serietà e grande qualità del lavoro. Abbiamo concluso ‘l’esame del caso Genovese’ nei tempi previsti. Sono molto soddisfatto".
 
Le accuse. A Genovese la Procura di Messina contesta di essere stato il promotore dell’associazione per delinquere, di aver commesso il reato di riciclaggio per avere intascato, sotto forma di consulenze, oltre 600.000 euro da parte di società del proprio gruppo, parte dei quali erano provento di peculati e frodi alla Regione Siciliana, e di averli poi messi in circolo mediante pagamenti per operazioni inesistenti in modo da non rendere possibile la ricostruzione delle operazioni. Secondo la tesi dell’accusa il parlamentare del Pd avrebbe anche operato un vorticoso giro di false fatture tra sé stesso e società del gruppo a lui riconducibili per frodare sistematicamente il fisco e non pagare le tasse.
 
Le società gestite da Genovese – gli Enti di formazione finiti sotto accusa – erano già da tempo nel mirino della magistratura. Qualche tempo fa la Procura di Messina aveva già aperto un’indagine verso lo stesso deputato nazionale e verso il cognato, Franco Rinaldi, attuale deputato del Pd. Non solo, ma anche le mogli di entrambi erano finite ai domiciliari per lo scandalo che ha colpito la “democratica ditta” Genovese&parenti. Adesso, oltre ai già noti Lumen, Aram, Ancol sono finiti sotto inchiesta anche gli enti Enfap, Enaip, Ial, Training service L&C Learning e consulting, Cesam, Ecap, Esofop, Apindustria e Reti.
 
Il parlamentare che imbarazza il Partito democratico. È la prima volta, in questa legislatura, che è richiesto l’arresto di un parlamentare. E non uno qualsiasi, bensì un renziano folgorato sulla via della parte “giusta”, nonché uno dei principali artefici della vittoria di Rosario Crocetta alle regionali del 2012. Basti pensare che in provincia di Messina il Pd ha preso percentuali che solitamente in Sicilia si sogna: oltre 45 mila voti, praticamente il doppio della seconda lista (l’Udc), la gran parte dei quali sono andati al cognato di Genovese, Franco Rinaldi che incassò quasi 19 mila suffragi.
 
Chi è mister ventimila preferenze. Francantonio Genovese è nato a Messina, ed ha 43 anni, essendo nato il 24 dicembre del 1968. Avvocato, alle ultime primarie si è schierato con la corrente che fa capo al segretario Partito democratico Matteo Renzi. È figlio del senatore Luigi Genovese e nipote del più volte ministro Nino Gullotti, entrambi esponenti dell’allora Democrazia cristiana. Nel 1998 è stato assessore all’agricoltura nella giunta provinciale di Messina. Nel 2001 è deputato all’Assemblea Regionale Siciliana e nel 2005 è eletto sindaco di Messina. Nel 2007 è anche eletto segretario regionale del Partito Democratico in Sicilia, sostenendo la corrente di Veltroni. Alle elezioni politiche del 2008 eletto alla Camera dei deputati , è divenuto componente e segretario della commissione antimafia. Riconfermato alla Camera nella Legislatura del 2013 è componente della Commissione Bilancio. Attivo anche nel campo imprenditoriale, è azionista e dirigente di una società di trasporto marittimo privato che opera nello Stretto di Messina.
 

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