GB, i fornitori di elettricità obbligati a dare una quantità derivata da fonti rinnovabili - QdS

GB, i fornitori di elettricità obbligati a dare una quantità derivata da fonti rinnovabili

Andrea Salomone

GB, i fornitori di elettricità obbligati a dare una quantità derivata da fonti rinnovabili

venerdì 09 Maggio 2014

In questo modo possono usufruire degli incentivi introdotti nel 2002 con una specifica tassa in bolletta

LONDRA – L’elettricità prodotta dalla frazione biodegradabile di rifiuti in un impianto "energia dai rifiuti" altamente efficiente può beneficiare del supporto della RO, l’obbligazione per le rinnovabili (Renewables Obligation), e del RHI, il programma di incentivi per il calore rinnovabile (Renewable Heat Incentive).
Sul sito del Governo inglese viene spiegato che la RO è una tassa sull’energia pagata dai cittadini per finanziare chi presenta progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Essa è stata introdotta nel 2002 per incentivare il dispiegamento su larga scala di tecnologie in grado di produrre elettricità e calore ecosostenibili nel Regno Unito. Per potere usufruire di questo incentivo, i fornitori sono obbligati a dare ai loro clienti una quantità specifica di elettricità derivata da fonti rinnovabili fissata annualmente e sempre più alta.
Nel Regno Unito sono richieste tre obbligazioni: per l’Inghilterra e il Galles, per la Scozia e per l’Irlanda del Nord.
Il sistema funziona così: il livello di obbligazione annuale per i fornitori di elettricità viene pubblicato entro il 1° ottobre e diventa effettivo sei mesi dopo tale data (1 aprile); i produttori di elettricità riportano all’Ofgem, l’Ufficio per i Mercati di Gas ed Elettricità (Ofgem, Office of the Gas and Electricity Markets), l’ammontare di elettricità rinnovabile prodotta su base mensile; sulla base della quantità di elettricità ecosostenibile prodotta l’Ofgem rilascia i ROCs, i "certificati di obbligazione per le rinnovabili" (Renewables, Obligation Certificates) ai produttori di elettricità. I produttori vendono i ROCs ai fornitori di energia (traders o commercianti), consentendo loro di ottenere un premio economico consistente nella possibilità di vendere l’elettricità ad un prezzo più alto; i fornitori presentano i loro ROCs all’Ofgem; chi non presenta sufficienti ROCs deve pagare una penale (nota come "buy out price", ossia "prezzo di rilevamento"), il cui ammontare viene ridistribuito su base proporzionale ai fornitori che hanno presentano i ROCs.
Sul sito del Governo inglese esiste una guida sul modo in cui viene calcolato il numero di ROCs distribuiti ai produttori.
I ROCs sono beni commerciabili a prezzo fisso. L’ammontare pagato da un fornitore di elettricità per un ROC è un problema di negoziazione tra il fornitore e il produttore.
Come viene spiegato nel rapporto sulla riforma del mercato dell’elettricità, "White paper on Electricity Market Reform" in attesa di approvazione parlamentare, dal 2027 il dipartimento per l’energia e il cambiamento climatico (DECC, Department of Energy & Climate Change) fisserà il prezzo del ROC per i rimanenti 10 anni e li comprerà direttamente dai produttori. Ciò ridurrà l’imprevedibilità dei prezzi negli ultimi anni del progetto.
Il DECC stabilisce i livelli di obbligazione ogni anno imponendo un tetto massimo. Ciò aiuta a stabilizzare il prezzo dei ROCs e fa sentire gli investitori più sicuri che per essi ci sarà sempre un mercato.
I fornitori possono soddisfare il loro obbligo o presentando i ROCs, o facendo un pagamento di rilevamento all’Ofgem per coprire il deficit del numero di ROCs non presentati o combinare le due soluzioni.
Si dà per scontato che i fornitori passino il costo di conformità con i RO ai clienti attraverso le tasse sull’energia. In un rapporto del marzo 2012 il DECC ha assicurato che l’impatto medio del RO sulle tasse domestiche è stato di 30 sterline nel 2013. Dal 2011/2012 il RO ha costituito parte della base di controllo dell’imposte (Levy Control Framework) per assicurare un dispiegamento di elettricità rinnovabile redditizio e accessibile.
La cosa positiva del sistema di sovvenzione inglese alle tecnologie che producono energia da fonti rinnovabili è che viene chiaramente pubblicato sul sito del Governo. La differenza tra l’Italia e gli altri Paesi molto più avanti nel settore la si vede immediatamente quando si consultano i motori di ricerca su internet: basta digitare "incentivi termovalorizzatori/inceneritori/incenerimento dei rifiuti/Rsu", "Incitation financière/subvention incinération des déchets", "Mva/Mhkw Förderung", "incentive incineration MSW/Waste to energy/Energy from Waste e comparare i risultati ottenuti.
Al contrario dei risultati ottenuti facendo la ricerca rispettivamente su siti di lingua francese, tedesca e inglese, nelle pagine di ricerca italiane non esiste nessun risultato che porta al sito del Governo italiano dove viene spiegata chiaramente la situazione attuale in Italia.
La conseguenza devastante, purtroppo, è che chiunque si interessa all’argomento ha tutte le carte in regola per disinteressarsene tempestivamente, perché si trova ad avere a che fare con centinaia di pagine scritte da autori iperpedanti che scrivono righe su righe facendo un copia-incolla indiscriminato da siti senza alcuna autorità in materia.
 

 
Meno tasse ed emissioni l’incentivo aperto a tutti
 
LONDRA – L’incentivo inglese per il riscaldamento derivato da fonti rinnovabili (RHI, Renewable Heat Incentive) è di due tipi: domestico, lanciato il 9 aprile 2014 e aperto a possessori di case e autocostruttori; non domestico, lanciato nel Novembre 2011 e indirizzato a industrie, attività commerciali e organizzazioni no profit e del settore pubblico.
Nel primo caso si tratta di un incentivo finalizzato ad incoraggiare il riscaldamento rinnovabile sia per le case che sono allacciate alla rete nazionale, sia a quelle che non lo sono (l’allacciamento alla rete infatti è obbligatorio solo per l’elettricità, in quanto essa può essere immagazzinata decisamente più a lungo e più facilmente rispetto al calore). Il risultato è la produzione di un numero inferiore di emissioni di carbonio è un decremento delle tasse.
Nel secondo caso si tratta di un incentivo finalizzato a ridurre l’impiego di combustibili fossili su ampia scala.
Due anni dopo il progetto, in data 4 dicembre 2013, sono state applicate alcune modifiche per aumentare gli incentivi alle centrali Rsu. A pagina 10 del documento in questione si legge: "Gli impianti EfW ("Energy from Waste", "Energia dai Rifiuti") forniscono una fonte di calore rinnovabile redditizia e ci sono preoccupazioni ambientali limitatamente più ampie a causa della stretta pianificazione e delle anguste regole ambientali e sulla sostenibilità del materiale in entrata usato come carburante. Per questa ragione proponiamo di allargare gli incentivi per includere una gamma più vasta di combustibile derivato dai rifiuti, usando gli stessi criteri di eleggibilità delle RO".
 

 
Le centrali energetiche Rsu evitano emissioni di metano
 
LONDRA – A pagina 20 del documento per la modifica del progetto, pubblicato in data 4 dicembre 2013, viene spiegato che attualmente la costruzione di centrali EfW è incoraggiata dagli incentivi governativi alle tecnologie per la produzione di energia da biomasse. Come sappiamo, infatti, normalmente la quantità di biomasse presente nei rifiuti indifferenziati può arrivare anche al 50% del totale e può addirittura essere maggiore, soprattutto nelle aree a più alta produzione agricola.
Queste centrali, spiega il documento "hanno il beneficio di produrre energia rinnovabile e di evitare pericolose emissioni di metano prodotte quando la porzione biodegradabile di rifiuti finisce per decomporsi e fermentare nelle discariche".
Per questo motivo, le tecnologie EfW vengono considerate una "risorsa rinnovabile redditizia".
L’unico problema con la costruzione di questi stabilimenti è che i tempi per l’attuazione del progetto sono spesso molto lunghi, soprattutto perché gli oppositori sono sempre presenti. Il materiale combusto è considerato ecosostenibile per via del rispetto della normativa del settore: solo quando i rifiuti contengono meno del 10% di biomasse, essi vengono considerati "carburante fossile". Attualmente i gas captati dalle discariche non vengono supportati dal governo inglese attraverso incentivi. Ciò è in linea con la gerarchia delle strategie per la gestione dei rifiuti ("Waste Hierarchy"), dove all’ultimo gradino stanno le discariche senza recupero energetico e al penultimo le discariche ermeticamente chiuse con recupero dei gas prodotti dalla fermentazione dei rifiuti.
 
 
(53. Continua. Le precedenti puntate sono state pubblicate  – nel 2013 – il 22 febbraio, l’1, 12, 15, 22, 29 marzo, il 5, 12, 19 aprile, 3, 10, 17, 24 maggio, il 7 giugno, il 5, 12, 19, 26 luglio, 2, 9, 23, 30 agosto e 6, 13, 20, 27 settembre, 4, 18, 25 ottobre, 1, 8, 15, 22, 29 novembre, 6, 13 dicembre, – nel 2014 – 10, 17, 24, 31 gennaio, 14, 21, 28 febbraio, 7, 14, 21 28 marzo,  4, 11, 18 e 24 aprile. La prossima pubblicazione è prevista venerdì 16 maggio).

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