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Messina – Ombre sul turismo a Taormina: è sempre più “stagionalizzato”

Massimo Mobilia

Messina – Ombre sul turismo a Taormina: è sempre più “stagionalizzato”

martedì 20 Maggio 2014

Una piccola svolta potrebbe arrivare dal ripristino del Palacongressi a giugno, ma non sarà sufficiente. Sciopero del primo cinque stelle, nessuna iniziativa istituzionale di rilancio

TAORMINA (ME) – Di crisi del turismo a Taormina nei mesi invernali e della conseguente stagionalizzazione del lavoro nel comparto alberghiero se ne parla ormai da anni, ma lo sciopero scoppiato la settimana scorsa all’hotel San Domenico rischia di segnare uno spartiacque decisivo per le sorti dell’economia cittadina.
 
Perché è la prima volta che l’idea di chiudere battenti ad ottobre per poi riaprire l’anno prossimo a marzo è stata presa sin considerazione dalla proprietà del San Domenico Palace, che non è un albergo qualunque, bensì il primo cinque stelle della città, il più antico, quello dalle cui lussuosissime stanze sono passati Capi di Stato, stelle del cinema e personaggi conosciuti sui libri di storia, e che rappresenta da sempre il simbolo del turismo d’elité nella Perla dello Ionio. La chiusura nei sei mesi invernali è ormai consuetudine in quasi tutti gli altri alberghi di categoria inferiore, ma lo storico hotel ricavato da un monastero domenicano faceva eccezione.
Ai lavoratori della struttura è stata proposta la modifica del contratto da annuale a stagionale, ma a generare preoccupazione è pure la possibilità che il gruppo Acqua Marcia (proprietario della struttura) venda l’hotel con tutte le conseguenti incertezze sul mantenimento degli attuali 70 dipendenti. Ecco perché già il 26 marzo la Fisascat Cisl aveva diramato una nota in cui venivano chiesti chiarimenti ai proprietari. In mancanza di risposte ecco scoppiare la “bomba”, martedì scorso, quando in mancanza di risposte i lavoratori hanno incrociato le braccia e proclamato lo sciopero ad oltranza, appellandosi addirittura all’assessore regionale al Turismo, Michela Stancheris, e al presidente della Regione, Rosario Crocetta. Sciopero revocato poi dopo tre giorni, grazie all’intervento del prefetto di Messina, Stefano Trotta, che dovrebbe incontrare le parti proprio in questi giorni e trovare una degna soluzione al caso.
Il caso San Domenico rimane però significativo, ed è servito per riaccendere in città e provincia il problema della crisi economica e della precarizzazione del lavoro turistico. La Filcams Cgil di Messina ha confermato ad esempio che “quanto successo in questi giorni non è più un caso isolato ma un tendenza ormai consolidata delle strutture ricettive della Perla a chiudere d’inverno”, chiedendo una rimodulazione del comparto in città, un piano che rilanci il settore nei mesi “morti” attraverso un sistema integrato tra gli addetti del settore e l’amministrazione comunale. Nessuno fin ora, tra i vertici di Palazzo dei Giurati, è riuscito infatti a rilanciare il turismo d’inverno nonostante tante belle parole e tanti buoni auspici. L’attuale amministrazione inoltre ha voluto assumere un atteggiamento distaccato nell’attuale nodo San Domenico. I sindacati hanno invocato un tavolo tecnico con Palazzo dei Giurati e gli albergatori, ma ancora tutto tace.
E’ chiaro che il futuro turistico della Perla dipende anche dal recupero del Palacongressi, la cui agibilità dovrebbe arrivare con l’inizio del Filmfestival di giugno, grazie all’ultimo investimento di manutenzione per 73 mila euro. Ma sono interventi che non basteranno per rilanciare la struttura e proporla come volano al turismo congressuale dopo l’estate. Ci sono poi quel milione e mezzo di euro ricavati dalla tassa di soggiorno che dovrebbero essere reinvestiti per il rilancio del settore, ma che finora sono serviti a coprire buchi di bilancio. Questa è la Taormina, capitale del turismo siciliano, dove il turismo non è più una certezza per centinaia di lavoratori. Sullo sfondo un’intera provincia di Messina che vive pure peggio, con gli emblematici casi di due tra i più importanti alberghi dell’isola di Vulcano chiusi da tempo, così come lo storico Jolly hotel dello Stretto.

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