Davide Faraone: "No ad uno Statuto siciliano a difesa di privilegi di politici e burocrati, ma che rafforzi i cittadini" - QdS

Davide Faraone: “No ad uno Statuto siciliano a difesa di privilegi di politici e burocrati, ma che rafforzi i cittadini”

redazione

Davide Faraone: “No ad uno Statuto siciliano a difesa di privilegi di politici e burocrati, ma che rafforzi i cittadini”

mercoledì 21 Maggio 2014

Il deputato nazionale Davide Faraone sposa i principi della Campagna etica 2014 del QdS nell’ultimo decalogo sulle riforme lanciato ieri. Tra gli interventi legislativi da attuare subito, lo stop all’anacronistica e costosissima equiparazione Ars/Senato

PALERMO – Dopo quelle per la pubblica amministrazione, arrivano le dieci riforme istituzionali da fare subito. Il proponente è il parlamentare del Pd Davide Faraone, della segreteria nazionale dei democratici.
Faraone, il cui forum con il QdS sarà pubblicato nell’edizione di domani, giovedì 22 maggio, ha dichiarato ieri: “No ad uno statuto siciliano a difesa dei privilegi di politici e burocrati, ma uno statuto che rafforzi i cittadini. Basta polemiche, nel Pd, occupiamoci del merito, affrontiamo i problemi. Le riforme istituzionali messe in campo a livello nazionale, non possono vedere la Sicilia sulla difensiva. La presenza del Ministro per le riforme, Maria Elena Boschi, testimoniano l’impegno del governo Renzi”.
Formula una premessa il deputato palermitano Faraone: “Lo Statuto della Regione Siciliana è stato modificato dalla legge costituzionale n. 2 del 2001. La legge costituzionale ha previsto: l’elezione diretta del presidente e ha decostituzionalizzato alcune parti dello statuto. Questo significa che alcune parti dello statuto sono modificabili attraverso una particolare legge regionale che si chiama Legge statutaria. Per altre parti dello statuto è necessario seguire la procedura prevista dall’art. 138 della Costituzione così come ricordato dall’art. 41-ter dello Statuto”.
Ecco l’elenco delle riforme istituzionali proposte da Faraone:
1) Una nuova legge elettorale.
È necessario perseguire l’obiettivo della governabilità per rendere stabile l’azione dell’esecutivo regionale in un sistema istituzionale equilibrato proponiamo di approvare nel minor tempo possibile una nuova legge elettorale regionale che elimini il listino e sia pensata in continuità con l’ Italicum. Si avvii al più presto un dibattito sul doppio turno e sul premio di maggioranza che consenta al Presidente eletto di potere governare.
2) Statuto costituzionale delle opposizioni. Si devono ripensare i rapporti tra Assemblea regionale siciliana e Governo regionale. Proponiamo di approvare una legge statutaria nella quale ridefinire i ruoli di governo e parlamento potenziando la funzione di controllo dell’assemblea legislativa e introducendo lo statuto costituzionale dell’opposizione.
3) Prevedere il "voto di fiducia".
Il governo regionale deve essere messo in grado di governare il procedimento legislativo regionale attraverso una modifica del regolamento. Sono maturi i tempi per immaginare la possibilità che il Governo chieda che un testo sia approvato nella formulazione da esso proposto.
4) Ridurre il numero degli assessori e delle direzioni regionali. Approviamo una nuova legge regionale che riduca al numero degli Assessori. Si articoli diversamente la struttura della presidenza della regione con uffici agili ed efficienti capaci di accompagnare le scelte del Governo. Si riduca il numero delle direzioni generali per evitare la frammentazione dell’azione politico-amministrativa, sia istituzionalizzato il coordinamento fra le varie direzioni generali.
5) Giuramento e disciplina in caso di dimissioni del presidente.
Il giuramento del Presidente e degli assessori: tutti hanno diritto a conoscere la data a partire dalla quale un certo assessore assume la sua carica. Crediamo sia di interesse generale conoscere se un assessore è stato revocato. Disciplinare la mozione di censura per gli assessori e chi prende il posto del presidente in caso di dimissioni.
6) Stop alla anacronistica e costosissima equiparazione Ars/Senato.
Ridurre drasticamente i costi degli apparati burocratici del Parlamento siciliano: nessuno può guadagnare più di quanto spetti al Capo dello Stato!
7) Stop al centralismo regionale. Più importanza ai comuni e ai cittadini.
Approviamo subito una legge regionale con la quale attivare il Consiglio delle autonomie locali. Dobbiamo combattere i centralismi a cominciare dal centralismo regionale: una mamma regione che pensa di fare tutto ma fa poco e male. Procediamo immediatamente ad attivare il percorso del trasferimento delle funzione amministrative regionale agli enti locali.
Approviamo subito una legge regionale che disciplini in Sicilia il principio di sussidiarietà secondo quanto previsto dalla Costituzione. Ridefinire il rapporto fra pubblico e privato, fra regione e cittadini.
8) Meno leggi più trasparenza.
Si proceda con un’opera di semplificazione legislativa vera. È necessario approvare annualmente una legge di semplificazione che consenta nel giro di pochi mesi di individuare la materie da delegificare.
9) Pubblica amministrazione, meno privilegi, più efficienza.
Si stabilisca una volta per tutte che leggi nazionali di riforma della pubblica amministrazione siano immediatamente applicabili in Sicilia senza attendere il “recepimento” da parte del Parlamento regionale.
10) Più europei.
È necessario ricordarsi che il futuro della nostra Terra dipende dalle politiche dell’Unione europea. Anche per questa materia deve essere approvata una legge che consenta annualmente di adeguare l’ordinamento regionale siciliano così da consentire la piena attuazione delle politiche di sviluppo promosse dall’Unione europea.

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