Mercato immobiliare nel 2013 perso quasi l’11% - QdS

Mercato immobiliare nel 2013 perso quasi l’11%

Liliana Rosano

Mercato immobiliare nel 2013 perso quasi l’11%

giovedì 22 Maggio 2014

Sicilia in linea con il contesto meridionale: le compravendite hanno subìto un decremento pari al 9,7 per cento. Al di qua dello Stretto l’acquisto di nuda proprietà è addirittura sceso del 16,1% per lo scorso anno

PALERMO – Sembra esserci uno spiraglio di luce nel mercato immobiliare. Migliora nel 2013 la possibilità di accesso delle famiglie italiane all’acquisto di un’abitazione, ma continua il calo delle compravendite che, con 407mila unità immobiliari scambiate, fa registrare un -9,2% rispetto all’anno precedente. Sono solo alcuni dei dati contenuti nel Rapporto immobiliare 2014, lo studio annuale sul mercato delle abitazioni, frutto della collaborazione fra l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate (Omi) e l’Associazione bancaria italiana (Abi).
A livello regionale l’andamento del mercato residenziale risulta, nel 2013, sostanzialmente negativo in tutte le regioni con diminuzioni rispetto al 2011 generalmente inferiori al 10%. Le perdite più elevate si registrano per le regioni Molise, Sardegna e Marche (-14% circa) mentre i cali più contenuti si osservano per le regioni Puglia e Friuli Venezia Giulia (-6% circa). Le regioni che detengono la quota maggiore delle compravendite nazionali sono la Lombardia (20%) e il Lazio (10,8%) e sono quelle che nel 2013 registrano l’intensità del mercato immobiliare (Imi) più alta (1,48% e 1,42% rispettivamente).
In Sicilia, le compravendite nel 2013 sono scese del 9,7% rispetto al 2012 con un’intensità del mercato immobiliare pari allo 0,90%.
Le compravendite di nuda proprietà  rispecchiano, come già rilevato nelle analisi per area geografica, l’andamento negativo delle transazioni dell’intera proprietà con l’eccezione della regione Friuli Venezia Giulia che mostra un incremento delle transazioni di nuda proprietà del 15,2%. Le quote maggiori sono detenute anche in questo caso dalle regioni Lombardia e Lazio che registrano comunque variazioni negative (-10,4% e -19,5% rispettivamente). In Sicilia, l’acquisto della nuda proprietà è scesa del 16,1 per cento rispetto al 2012.
Secondo lo studio in questione, la lieve ripresa del mercato è dovuta al significativo miglioramento dell’indice di accessibilità ovvero una serie di fattori che influenzano la possibilità per le famiglie di comprare casa indebitandosi .Nel 2013, a livello generale l’indice registra un significativo miglioramento che lo riporta in linea con i valori pre-crisi superando le difficoltà registrate in seguito alla crisi dei debiti sovrani. L’andamento è principalmente dovuto a un miglioramento del prezzo relativo delle case rispetto al reddito disponibile, più precisamente alla diminuzione del prezzo delle case; al miglioramento contribuisce l’andamento dei tassi di interesse sui mutui.
In termini distributivi, la quota di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo del mutuo per l’acquisto di una casa è, infatti, di poco superiore al 50%, valore in buon recupero rispetto a 5 anni prima. Il miglioramento dell’indice di accessibilità trova riscontro anche nella ripresa del mercato dei mutui. Nei primi tre mesi del 2014 le nuove erogazioni (riferite a un campione, altamente rappresentativo, di 88 banche) hanno registrato un incremento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo del 2013.
In Sicilia, la durata media di un mutuo nel 2013 è stata di 21,7 anni contro la media italiana di 22,6 anni mentre il tasso medio nel 2013 nell’Isola è stato del 4,12 per cento in diminuzione dello 0,23% rispetto al 2012. Il volume complessivo delle abitazioni compravendute nel 2013 è pari a 406.928 unità rispetto alle 448.364 del 2012 (-9,2%).
Il calo, che nel corso dell’anno ha subito anche un lieve rallentamento, ha riguardato maggiormente le aree del Centro (-10,3%) e delle Isole (-10,8%). Seguono il Sud (-9,8%), il Nord Ovest (-8,8%) e il Nord Est (-7,5%).
 
Nel 2013, in tutti i Comuni le perdite più elevate si sono registrate nelle compravendite di abitazioni “monolocali” (-10,5%) e “piccole” (-9%). Unica eccezione il rialzo del 5,6% per le abitazioni ‘medio piccole’ nei capoluoghi del Nord Est. In generale, la tipologia abitativa più venduta è stata la “media”.

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