Europee, avanza in Sicilia l’astensionismo al 58% - QdS

Europee, avanza in Sicilia l’astensionismo al 58%

Raffaella Pessina

Europee, avanza in Sicilia l’astensionismo al 58%

martedì 27 Maggio 2014

FI con Pogliese e Ncd con La Via fanno meglio che nel resto d’Italia. Nell’Isola il Pd assicura il seggio a Chinnici e Giuffrida

PALERMO – I rapporti tra il Partito democratico ed il presidente della Regione Crocetta potrebbero cambiare sensibilmente alla luce dei risultati delle consultazioni europee, che hanno premiato i candidati espressi dal partito di Renzi e bocciato la candidata di Crocetta.
 
“Abbiamo la necessità – ha detto il segretario regionale del Pd Fausto Raciti – che Crocetta indichi con chiarezza che conseguenze trae da questo risultato, che direzione del governo e che direzione di marcia intende prendere. Credo sia un diritto del Pd saperlo con chiarezza. Per il Pd la posizione rimane la stessa – ha concluso – rivendico la presenza del Pd in Sicilia, la posizione centrale in questa regione”.
 
Contro Crocetta si scaglia anche Antonello Cracolici, deputato Ars Pd: “Questo voto in Sicilia era anche un referendum sul governo regionale, e il risultato della lista Pd dice una cosa: Crocetta ha perso”.
Risponde Crocetta: “Mi addebitano sempre delle colpe. Se il Pd avesse perso le elezioni sicuramente sarebbe stata colpa di Crocetta, ma siccome le abbiamo vinte, comunque una colpa a Crocetta si deve trovare”. E aggiunge: “Questo voto sancisce il fatto che la mia apertura alle forze intermedie in questi mesi ha fatto bene al Pd. Sta portando il partito a quella vocazione maggioritaria che è nello schema Renzi”. Continua, comunque, in Sicilia, il voto di protesta con l’astensionismo: 6 elettori su dieci non sono andati a votare. Affluenza al 42 per cento, sette punti in meno rispetto alle europee del 2009.
Il fatto concreto è che il Partito democratico ha preso nel collegio unico Sicilia/Sardegna ben il 33,61%, secondo è arrivato il Movimento Cinque Stelle con il 26,30%, segue Forza Italia con il 21,25%, Ncd – Udc con 9,13%. Tre seggi vanno al Pd (il sardo Renato Soru, ex presidente della Regione Sardegna), Caterina Chinnici (133.876 voti) e Michela Giuffrida (91.893 preferenze), candidata indipendente del Pd portato dal Movimento Articolo 4, il partito locale fondato da Lino Leanza.
Non eletti Giovanni Fiandaca (voluto dal segretario Raciti), Michela Stancheris (voluta da Rosario Crocetta) e Marco Zambuto, sindaco di Agrigento.
Due seggi ciascuno vanno al Movimento 5 stelle (uno siciliano: Ignazio Corrao) e a Forza Italia che elegge fra i siciliani Salvo Pogliese. Bocciato il leader del partito Gianfranco Miccichè, che resta fuori dagli eletti insieme ad Innocenzo Leontini, quarto in lista. L’ultimo degli 8 seggi spetta a Ncd: Giovanni La Via.
Non eletto Francesco Cascio che arriva terzo. Sulla mancata elezione di Miccichè si registra una nota di Bernadette Grasso (deputata regionale di Grande Sud Pid verso Forza Italia) nella quale esprime “disappunto chiedendo le dimissioni del coordinatore regionale Vincenzo Gibiino”. Positivo il commento del presidente dell’Udc Gianpiero D’Alia: “L’Udc è stata determinante per consentire alla lista con il Nuovo centrodestra di superare lo sbarramento del 4% ed anche in Sicilia l’apporto in termini di preferenze del segretario regionale Giovanni Pistorio e dell’assessore Valenti ha consentito ad Udc-Ncd di raccogliere quasi il 10% dei voti. E’ un buon risultato di partenza, ma ritengo – ha concluso D’Alia – che l’area moderata possa fare di più e meglio”.
Intanto ieri nel primo pomeriggio è cominciato lo spoglio per le amministrative indette per il rinnovo di 37 Comuni siciliani e al momento in cui scriviamo non si conoscono ancora i risultati. Confermata dal sito della Regione siciliana un’affluenza pari al 66,76%, 306.829 votanti su quasi 460.000. Le province più virtuose sono risultate quelle di Catania (74,62%) e di Trapani (71,35%). Fanalini di coda l’Ennese (50,93%), dove però votavano i cittadini di un solo Comune, e l’Agrigentino (48,89%).

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