Sette siciliani su dieci non votano i partiti - QdS

Sette siciliani su dieci non votano i partiti

Carlo Alberto Tregua

Sette siciliani su dieci non votano i partiti

mercoledì 28 Maggio 2014

Indignati contro gli irresponsabili

Il dato è drammatico, nessun quotidiano regionale l’ha pubblicato: ben sette siciliani su dieci non hanno votato per i partiti, per nessuno dei partiti, a cominciare dal Pd per finire a Idv. Vi spieghiamo il semplice calcolo.
I votanti sono stati poco meno del 43%, cioè 1.848.246. Ben il 7,73% (142.000 cittadini) ha protestato votando scheda nulla o bianca, che incide sul totale per il 3%. Il 26% dei votanti ha votato M5S, per dare voce a indignazione e protesta, che incidono sul totale degli aventi diritto al voto per circa l’11%. Gli astenuti sono stati il 57%. Sommando 57+3+11 abbiamo un totale del 71%, che dimostra l’assunto precedente: sette siciliani su dieci sono schifati dai partiti tradizionali.
La ragione è del tutto evidente. Questo ceto politico, in combutta con quello burocratico, regionale e locale, ha rovinato la Sicilia, utilizzando lo Statuto per creare e tutelare i propri privilegi, infischiandosene della popolazione, da cui emerge l’enorme disoccupazione ufficiale, pari a 351 mila unità, come accertato da Istat nel dicembre 2013.

L’inchiesta di oggi è impopolare: mandare a casa forestali e precari, fuori i 60.000 privilegiati che hanno goduto di uno status di dipendenti senza mai aver fatto un concorso e quindi non essendo abilitati ad entrare nelle pubbliche amministrazioni.
Che ritornino nell’alveo dei disoccupati, che così diventeranno 410 mila, per occupare i quali basta dedicare tutte le risorse regionali e locali possibili a cofinanziare i fondi Ue e spendere rapidamente i 10 miliardi disponibili dal piano 2007/13 e gli altri 16 miliardi del piano 2014/20. 
Non ripetiamo l’elenco dei piani per rianimare l’economia regionale e farle intraprendere la strada della crescita. Lo pubblichiamo anche oggi a pagina 6.
Occorre dare un forte impulso all’agricoltura innovativa, finanziando progetti di trasformazione in prodotti finiti e commerciabili sui banchi della Gdo. Gli imprenditori si facciano avanti e chiedano i necessari finanziamenti per un tale progetto, molto remunerativo perché il valore aggiunto ottenuto con i prodotti da banco è enormemente superiore a quello dei prodotti agricoli.
 

Occorre attivare la macchina per l’utilizzazione dei numerosissimi beni culturali e archeologici, la ristrutturazione degli 829 borghi in uno alla logistica e ai piani di trasporto, per consentire il rapido spostamento in tutta l’Isola di milioni di turisti attratti da tutto il mondo dalle nostre bellezze naturali.
Etna, Taormina, Cefalù, Siracusa, Agrigento, Castelbuono e tantissimi altri siti dovrebbero essere sempre gremiti di turisti, rendendo loro servizi di qualità a prezzi competitivi.
Ovviamente le attrazioni debbono esservi mediante l’organizzazione di eventi messi insieme in rete, nonché la forte potenzialità per attirare congressi e convegni da tutto il mondo.
Di tutto ciò non abbiamo visto traccia nell’attuale governicchio regionale, che si è occupato di tutto tranne che dell’interesse dei siciliani.
Va poi attuato subito il piano per l’insediamento degli impianti industriali per la produzione di energia, utilizzando come carburante i rifiuti solidi urbani.
È stato un delitto di inutili assessori e dirigenti regionali non intraprendere con molta determinazione la trattativa con il gruppo Disney per indurli ad investire nell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese.

Basta indennità, basta stipendi pagati a vuoto, tagliare del 50% i compensi dei consiglieri-deputati, di tutti i dirigenti e dipendenti Ars, di assessori e dirigenti regionali, perché non è più accettabile, neanche per un giorno, che Crocetta guadagni 287 mila euro contro l’indennità del presidente del Consiglio di 114 mila euro.
Queste e altre motivazioni, più volte scritte, hanno indotto sette siciliani su dieci a non votare o dare un inutile voto ai grilletti che in 16 mesi non hanno fatto assolutamente nulla.
È una lezione fortissima che va sentita, per cui il Pd siciliano deve preparare la raccolta di 46 firme per mandare a casa Crocetta, in modo da consentire a una nuova classe dirigente, politica e burocratica, di prendere in mano le redini della Sicilia. Nuova classe dirigente non significa essere donne, giovani, uomini o anziani. Ma essere bravi.

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