Minerale regalata alle multinazionali - QdS

Minerale regalata alle multinazionali

Rosario Battiato

Minerale regalata alle multinazionali

venerdì 02 Ottobre 2009

Consumo. I favori alle società produttrici di minerale.
Il punto. Dai canoni applicati alle società che producono acque minerali la Regione Veneto incassa quasi 8 milioni l’anno, la Regione Lombardia 1,5 mln, la Regione Sicilia soltanto 400 mila euro.
Il motivo. La legislazione siciliana consente il pagamento di una tariffa sull’acqua emunta, ma non su quella imbottigliata, come avviene altrove e come ha raccomandato la Conferenza delle Regioni.

PALERMO – Basterebbe un aumento minimo delle tariffe, ad esempio 2,00 euro per ogni mille litri emunti e 2,50 euro per ogni mille litri imbottigliati, come previsto dal documento approvato dalle Regioni nel 2006, che le casse isolane incasserebbero orientativamente una cifra superiore al milione di euro ogni anno.
Sono già avanti in tal senso regioni come il Veneto e la Lombardia che sui canoni costruiscono una gestione razionale del settore, riuscendo a riscuotere dal settore acque in bottiglia rispettivamente 7.800.000,00 euro all’anno e 1.496.400,00 euro all’anno dalle compagnie di imbottigliamento. La legislazione regionale siciliana in materia prevede che non ci siano canoni per metro cubo imbottigliato, mentre per l’emungimento esiste un criterio complesso che prevede un pagamento di 5.164,57 euro da 0 a 5 milioni/litri Euro, 0,001032913 euro da 5 a 35 milioni/litri e 0,000012911 a litro (acque minerali) per oltre 35 milioni/litri.
Le leggi regionali in materia di canoni di concessione di sorgenti di acqua per l’imbottigliamento sono la L.R. n. 54 del 1956 e L.R. 10/1999, art. 19. “Successivamente a tali iniziative legislative – ha spiegato l’assessore – la Regione non ha promulgato aggiornamenti della normativa. Questo anche alla luce del fatto che si è registrato un sensibile incremento dello sfruttamento della risorsa mineraria in oggetto specialmente negli ultimi anni e della enorme capacità di commercializzazione che l’acqua minerale ha recentemente riscontrato nel mercato. In atto è in fase di perfezionamento uno studio per la messa a punto di una bozza normativa di aggiornamento dei canoni minerari”.
Si trova invece decisamente più avanti il Veneto, che con la legge numero 22 del 18 settembre del 2009 ha già aggiornato i canoni. “In particolare, solo il 65 per cento della quantità di acqua minerale prodotta in Italia è soggetta a canone – si legge in documento redatto dalla Regione Veneto – di questa il 30 per cento riguarda il Veneto, e dai canoni di concessione il 70% dell’importo nazionale è introitato dal Veneto. L’acqua minerale prodotta nel Veneto è circa un quinto della produzione nazionale, con un’occupazione di personale stimata in 1.600 occupati diretti, 7.000 occupati indiretti, con un probabile giro d’affari di 450 milioni di euro e investimenti pubblicitari valutati in 75 milioni di euro”.
Eppure la scelta veneta non piove dal nulla, quasi fosse un’invenzione creativa dei suoi legislatori, ma si basa su un documento redatto nel 2006 a Roma e condiviso da tutte le regioni d’Italia. Il testo, intitolato “Documento di indirizzo delle Regioni italiane in materia di acque minerali naturali e di sorgente”, rappresenta un punto di riferimento anche per le potenziali innovazioni descritte dall’assessore Venturi.
 
Per definire un mercato delle acque maggiormente equilibrato le Regioni si erano accordate sulla revisione del sistema dei canoni stabilendo che “potranno essere presi a riferimento i seguenti minimi e massimi, entro cui definire il canone da applicare: da 1,00 a 2,50 € ogni mille litri o frazione di imbottigliato, da 0,50 a 2,00 € ogni mille litri o frazione di utilizzato o emunto”. Inoltre, il canone superficiario attualmente in Sicilia è di 10 euro a ettaro, non dovrà essere “inferiore a 30,00 € per ettaro o frazione di superficie concessa e le singole Regioni, discrezionalmente, determineranno importi maggiori sulla base della valutazione su cui insiste la concessione mineraria”. Previsti anche incentivi per favorire il vetro piuttosto che la plastica, così come in Piemonte dove gli emungitori pagano 0,70 euro/metro cubo per il PET e 0,35 euro/metro cubo per il vetro.
“Per promuovere l’imbottigliamento e la commercializzazione in vetro – ha precisato Venturi – si valuterà la previsione di incentivi economici proporzionali da applicare alla quantità di acqua commercializzata in contenitori di vetro”.

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