Renzi caterpillar, Grasso e Boldrini frenano - QdS

Renzi caterpillar, Grasso e Boldrini frenano

Carlo Alberto Tregua

Renzi caterpillar, Grasso e Boldrini frenano

sabato 31 Maggio 2014

Tagliare del 50% stipendi e indennità

La clamorosa vittoria elettorale di Matteo Renzi dimostra che gli italiani hanno fame di riforme, perché vogliono vivere in un Paese normale, nel quale la più grande rivoluzione sarebbe il ritorno, sic et simpliciter, all’Ordinaria Amministrazione.
Un Paese ove tutto funzioni con efficienza, producendo ed erogando indispensabili servizi di cui hanno bisogno imprese e cittadini e ove vi fosse equità fra gli stessi, in modo che ognuno dia per le proprie capacità contributive e riceva in base ai bisogni.
La forza di Renzi, nel quale abbiamo creduto fin dall’agosto 2012, quando non era nessuno, ora è reale. I suoi gruppi parlamentari devono temere fortemente il proprio segretario, perché se non attuano l’intenso programma di riforme di cui ha bisogno l’Italia, verranno mandati a casa senza esitazione, sapendo che i nuovi parlamentari saranno di altra pasta rispetto a quelli attuali.
 
Non è più sopportabile che nel Parlamento esistano figure come quelle di Bindi, Fioroni, Finocchiaro, Bersani, né che i due rami siano presieduti da Grasso o da Boldrini, due che remano contro le riforme perché vogliono tutelare i privilegi acquisiti.
Se così non fosse, avrebbero risposto prontamente al primo ministro, tagliando il 50 per cento delle indennità proprie e dei parlamentari, ricevute a qualunque titolo, tagliando ancora del 50 per cento gli enormi stipendi di dirigenti e dipendenti parlamentari (un usciere anziano percepisce 150 mila € lordi l’anno, a prova di smentita). Avrebbero eliminato i vitalizi indegni, passati e futuri.
Non è più sopportabile che dopo l’abbattimento della scure governativa a 240 mila € l’anno per i dirigenti (quanto l’indennità del Presidente della Repubblica) – prontamente accettata perfino dalla Rai – Camera, Senato e lo stesso Quirinale non adottino le indicazioni governative supportate a furor di popolo dagli italiani che non ne possono più di pagare imposte gravosissime.
Renzi è atteso al Cdm del 13 giugno, nel quale ha promesso che farà la rivoluzione della pubblica amministrazione. Lotta violenta alla burocrazia, non tanto per annientarla, bensì per farla funzionare bene.
 
Basta direttori generali che da 40 anni girano tutte le poltrone, basta dirigenti che cambiano da un Gabinetto ministeriale all’altro o da un incarico all’altro. Come nel mondo anglosassone, tutti i dirigenti debbono essere contrattualizzati fino al termine dell’incarico, e non più a tempo indeterminato, come lo sconcio italiano.
Non solo: i dirigenti di qualunque fascia vanno assunti in base alle credenziali dalle quali risultino in tutta evidenza gli obiettivi che hanno raggiunto in altri incarichi. Ovviamente, commisurando i compensi agli obiettivi, con metà dell’indennità fissa e metà variabile in funzione del raggiungimento del risultato.
Renzi dovrà mettere mani alla riforma della Giustizia, con l’obiettivo neanche lontano di ridurre i tempi del processo alle prescrizioni europee: non oltre tre anni.

Questo impedirebbe la vergogna italiana secondo la quale vi sono 20 mila detenuti, costituzionalmente innocenti perché non condannati in via definitiva. Ogni cittadino, anche se è un delinquente, ha il diritto di non essere rinchiuso in attesa della sentenza definitiva. Se condannati, dentro, se non condannati, fuori.
Renzi  a Palermo ha detto una cosa durissima: “Se non spendete tutti i fondi europei, non vi faccio trasferimenti. E ogni tre mesi vi mando gli ispettori per controllare se il processo è stato avviato fattivamente”. Uomo avvisato…
La Polonia è lo Stato comunitario che ha la maggiore crescita del Pil, pari a circa il 2,5%. In quel Paese hanno speso ben il 97% dei fondi comunitari, hanno attivato una formazione veramente producente e ottenuto da Fca (Fiat Chrysler Automobiles) un ulteriore investimento oscillante fra i 500 mln e il miliardo di €.
Qui da noi una burocrazia conservatrice e privilegiata fa di tutto per respingere gli investitori stranieri e danneggiare le imprese italiane, piccole, grandi e medie, con adempimenti oppressivi (centinaia in un anno), ed il disinteresse totale verso i cittadini.
I burocrati cattivi debbono andare a casa, come i politicanti senzamestiere.

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