Mire Udc su Ncd per i nuovi moderati - QdS

Mire Udc su Ncd per i nuovi moderati

Raffaella Pessina

Mire Udc su Ncd per i nuovi moderati

martedì 03 Giugno 2014

D’Alia: “Il prossimo passo per le elezioni che si svolgono in sette Regioni”. Mentre il M5S chiede le dimissioni del presidente dell’Ars

PALERMO – Prove tecniche di nuova maggioranza a Palazzo D’Orleans. L’Udc si fa avanti: “In Sicilia – ha detto il presidente nazionale del partito Gianpiero D’Alia – proponiamo da tempo di allargare la maggioranza ad Alfano. Crocetta è a un bivio: può andare avanti, restando ostaggio delle piccole forze che cambiano continuamente maggioranza o portare avanti le riforme. Se porta a casa la semplificazione amministrativa, la nuova programmazione dei fondi europei, un piano per risanare il bilancio e uno per il lavoro, può andare avanti altrimenti sarà difficile evitare il default”.
 
D’Alia aggiunge che “scaricare su Crocetta tutte le responsabilità sia eccessivo e lo è anche tentare di farlo cadere per vie extraparlamentari. Il Pd non penso – conclude D’Alia – possa chiedere di più visto che si rifanno a lui dieci dodicesimi della giunta. L’area moderata vale il 30% nel Paese, il prossimo passo dobbiamo farlo alle elezioni che si svolgono in sette Regioni fra un anno. Apriamo un tavolo in queste Regioni, mettiamo insieme le forze che si riconoscono nel Ppe, scegliamo i candidati con le primarie. E creiamo le basi per un unico grande partito popolare in Italia’’.
Intanto si prepara una settimana di fuoco all’Assemblea regionale siciliana, dove si tornerà a discutere degli stipendi e delle pensioni d’oro dei burocrati di Palazzo dei Normanni. Come si ricorderà, la settimana parlamentare si era conclusa con l’avvertimento da parte del Governatore Crocetta sulla necessità di ridurre drasticamente i guadagni dei dirigenti all’Ars. Sulla vicenda è intervenuto il sindacato della Cisl regionale che ribadisce come “le esigenze di riduzione dei costi non possano portare alla lesione dei diritti dei lavoratori, che i tagli debbano riguardare le fasce dirigenziali e che la norma che fissa il tetto degli stipendi dei burocrati regionali a 160 mila euro andrà discussa in sede di contrattazione sindacale. Fabrizio Ferrandelli, deputato regionale del Pd ha detto che “I sindacati non possono stare di mattina in piazza a difendere il diritto agli stipendi per i forestali e per gli operatori della formazione e di sera fare le barricate negli eleganti saloni di Palazzo dei Normanni per dire no al taglio dei superstipendi dei burocrati dell’Ars” e invita i segretari confederali della Sicilia di Cgil, Cisl e Uil a sconfessare i loro rappresentanti sindacali all’Ars.
Ma vi è anche la richiesta da parte del Movimento Cinque Stelle delle dimissioni del Presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, a margine della bocciatura di un sub emendamento del Movimento stesso in fase di approvazione della finanziaria e della relativa polemica sorta in Aula.
Intanto si terrà domani l’audizione in IV Commissione Ambiente e territorio, per discutere dei diversi Disegni di legge sulle aree protette. Parteciperanno i firmatari dei Ddl, le associazioni ambientali, i presidenti dei parchi e i soggetti che vivono queste realtà. Secondo il presidente della commissione Giampiero Trizzino (M5S) l’organo ha rilevato l’esigenza di aggiornare la legge quadro sulla materia. “In Sicilia – ha detto Trizzino – esistono 4 parchi e 99 riserve, oltre che un assessorato con compiti di vigilanza e tutela, ma non esiste, ancora, un sistema regionale delle aree naturali protette che agisca in quanto tale né esiste una chiara azione di governo in materia, che riesca a ragionare sia in termini di protezione e conservazione ma anche di sviluppo e di investimenti”.
I lavori d’Aula riprendono domani pomeriggio con al primo punto all’ordine del giorno la discussione della mozione n. 178 (Verifica del rapporto tra il Ministero dei trasporti e la concessionaria che si occupa della gestione delle autostrade siciliane con eventuale adozione di misure alternative).

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