Catania - Enzo Bianco critico sui Pronto soccorso. "Un servizio oggi non adeguato" - QdS

Catania – Enzo Bianco critico sui Pronto soccorso. “Un servizio oggi non adeguato”

Chiara Borzi

Catania – Enzo Bianco critico sui Pronto soccorso. “Un servizio oggi non adeguato”

giovedì 05 Giugno 2014

Le novità: Ascoli-Tomasello e Vittorio Emanuele ospiteranno uffici giudiziari e campus universitario. I vertici della sanità a confronto. Cantaro (Cannizzaro): “Ripensare l’assistenza”

CATANIA – Con consapevolezza e volontà di concretezza il futuro della sanità a Catania è stato dibattuto all’interno delle Giornate Angiologiche etnee ospitate all’Hotel Nettuno e organizzate dall’Unità Operativa Complessa di Angiologia (diretta da Michelangelo Di Salvo) dell’Azienda “Policlinico Vittorio Emanuele”.
In passato come oggi, il ruolo di Catania come città riferimento nel settore sanitario della zona sud est della Sicilia, rimane intatto. Per questo motivo i partecipanti al tavolo hanno evidenziato bisogni e messo a nudo le realtà esistenti, legate ad un servizio che è stato riconosciuto come bisognoso di miglioramenti non secondari.
D’accordo con l’urgenza di dover soprattutto provvedere ad una razionalizzazione del servizio, procedendo ad un riordino del sistema ed una collaborazione tra gli operatori che lo compongono, si sono ritrovati le massime cariche della sanità catanese ed il sindaco della città, Enzo Bianco, che ha ricordato di aver tenuto per sé la delega alla sanità.
“I nostri pazienti non percepiscono eccellente la nostra offerta – ha ammesso Massimo Buscema, presidente Ordine dei Medici di Catania – questo ha provocato alla Sicilia un deficit di 240 milioni di euro in ricoveri non regionali. In Lombardia vi è invece un attivo di 180 milioni. La Regione ha presentato un bilancio 2013 in cui sono stati messi a disposizione 21 miliardi di euro, di cui però solo 9 sono stati destinati alla sanità. E’ questo un motivo per cui non riusciamo ad attrarre utenti e professionisti da altri paesi europei ed euro-mediterranei. Per razionalizzare serve sconfiggere il campanilismo – ha detto Buscema – ma anche riordinare il personale. Se nelle zone del centro-nord per 10 posti letto ci sono 7 medici, nel centro-sud per la stessa somma ci sono 11 medici”.
“Da decenni dibattiamo sul cambiamento di determinati elementi, ma passata la riforma Bindi e arrivata quella Balduzzi, nulla è cambiato – ha affermato Paolo Cantaro, direttore generale “Ao Cannizzaro” -. La città di Catania sente di dover ripartire con nuove esigenze: innovazione tecnologica, per ridurre il divario esistente ancora nel settore tra Nord e Sud; introdurre un ripensamento dell’attività di erogazione dell’assistenza con la riduzione delle pratiche non consone; iniziative che partano dal clinico, non prima dall’assessore e il ministro”.
“Un sindaco può occuparsi di sanità distinguendo i campi in cui non ha facoltà d’intervento – ha esordito il sindaco di Catania Enzo Bianco – lo prevede la legge, ma soprattutto il buon senso. Coordinamento e pianificazione sono gli obiettivi che stiamo perseguendo, Catania ha già un servizio sanitario dislocato in modo strategico sul territorio. La nostra partita decisiva si giocherà sull’efficienza dei Pronto soccorso – ha ammesso il sindaco – servizio oggi non adeguato agli standard positivi degli altri settori”
Al termine dell’incontro Bianco ha annunciato la destinazione d’uso degli ospedali “Ascoli-Tomaselli” e “Vittorio Emanuele”, una volta dismesse le strutture. Il primo comparto sarà riqualificato per ospitare uffici giudiziari, mentre per il secondo è previsto un progetto di campus universitario. Bianco non ha infine escluso di utilizzare le strutture per rispondere al bisogno assistenziale richiesto dai migranti che giungono in città.

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