Il territorio devastato dalle frane e dall’incuria degli amministratori - QdS

Il territorio devastato dalle frane e dall’incuria degli amministratori

Francesco Torre

Il territorio devastato dalle frane e dall’incuria degli amministratori

sabato 03 Ottobre 2009

Tre ore di pioggia diventano una strage. Il sindaco Buzzanca: “Sono mancati fondi e pianificazione”. Troppo cemento, nessuna manutenzione. Ora le vittime. E tanta indignazione

MESSINA – Chissà se 18 vittime accertate nel momento in cui scriviamo saranno sufficienti a frenare l’indegno  atteggiamento di chi ha in mente di sconvolgere ancora il nostro territorio, di scavare le nostre colline, di cementificare senza alcun rispetto per la vita umana.
Chissà se 18 vittime potranno fermare l’impeto e l’ambizione di assessori comunali che ancora prevedono per Messina altri saccheggiamenti, altri sciacallaggi.
Chissà se 14 vittime potranno consentire una buona volta ai nostri amministratori di guardarsi seriamente allo specchio e riconoscersi per quello che sono: colpevoli, colpevoli per questa strage annunciata, colpevoli per il silenzio degli ultimi anni, per non aver voluto dare delle risposte, per aver ignorato le richieste che Genio Civile, Protezione Civile e soprattutto la popolazione provavano ad elemosinare da tempo, da quando avevano temuto per le proprie vite già in quella terribile data del 25 ottobre 2007.
1 ottobre 2009. La pioggia cade giù dal cielo incessante su tutta la Sicilia Orientale. 250 millimetri in tre ore, un evento straordinario. In Provincia già nei giorni precedenti – da Roccalumera a Taormina – si erano registrati allagamenti, blocchi stradali, danni, ma niente di paragonabile a quello che si è verificato nella serata di giovedì. Fango e detriti scendono veloci dalle montagne, investendo, inondando, talvolta distruggendo le abitazioni costruite senza criterio a fianco di torrenti che – tutti lo sanno, tutti – senza una manutenzione costante e l’eliminazione di scorie e rifiuti diventano degli imbuti dove l’acqua non riesce più a scivolare verso il basso, verso il mare, e si rigetta con violenza sulle strade. E lì è arrivata, con tutto il carico di terra, di tronchi, di radici, come una valanga, abbattendo pali dell’elettricità, riversandosi sulla statale, sulla linea ferroviaria. Sulle case. Sulle persone in transito. Sulle famiglie riunite in casa per cena.
NIENTE FONDI. “La mancanza di fondi e di pianificazione non hanno consentito di poter evitare una tragedia di questo tipo”, ha commentato a caldo il sindaco Giuseppe Buzzanca, mentre Protezione Civile, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Guardia Costiera, Capitaneria di Porto e volontari stanno ancora sguazzando nel fango nella speranza di ritrovare in vita i tanti dispersi.
Che significato hanno queste parole quando la competenza esclusiva sui corsi d’acqua ricade unicamente sul Comune, come prevede la L.R. n. 37 del 10 agosto 1985m che obbliga tutti i sindaci ad avviare la costruzione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria per le quali – ricordiamolo – i cittadini pagano sistematicamente un onere di urbanizzazione?
No, evidentemente queste vittime  non sono sufficienti per comprendere che stiamo parlando di vite umane, di sopravvivenza, di tragedia collettiva. E mentre scriviamo la pioggia battente riempie i vuoti di silenzio tra un ticchettio e l’altro della tastiera del nostro computer. Possiamo forse ignorare che quella stessa pioggia che, dal di dentro di una rumorosa redazione, sembra solo un innocuo rumore, da qualche altra parte della città vuole ancora dire pericolo, paura, sconforto?
 

 
Interventi mancati. Quei 50 milioni di euro promessi nel 2007
 
MESSINA – Bertolaso è arrivato. E ha annunciato lo stato di emergenza. L’aveva già fatto due anni fa, nel 2007, quando aveva promesso fondi straordinari per milioni e milioni di euro. Allora il Genio Civile aveva stimato gli interventi minimali in 50 milioni di euro, ma gli unici fondi che arrivarono furono 50 mila euro dal bilancio della Regione. Non un solo euro dalle casse nazionali. “La responsabilità è del Governo – ha sempre detto con coraggio l’Ingegnere Capo del Genio Civile Gaetano Sciacca – che si era impegnato tramite il sottosegretario Gentile, giunto a Messina dopo l’alluvione del 25 ottobre, ad erogare i fondi necessari per via della dichiarazione dello stato di emergenza. Ma lo stato di emergenza si è rivelato una scatola vuota, così come i poteri speciali concessi al Prefetto. Altra presa in giro del Governo e di Bertolaso, giunto in pompa magna a promettere 240 milioni di euro dei Fondi Ex Fintecna (quelli trasferiti, con buona pace dei deputati messinesi di maggioranza, per finanziare il taglio generalizzato dell’Ici sulla prima casa, nda). Ma chi li ha mai visti questi soldi? È vergognoso!”.

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