Alto tradimento, stop agli inquisiti - QdS

Alto tradimento, stop agli inquisiti

Carlo Alberto Tregua

Alto tradimento, stop agli inquisiti

mercoledì 11 Giugno 2014

Sufficiente il rinvio a giudizio

C’era una volta Alto gradimento, quella bella trasmissione radiofonica di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, che discettava, tra il serio e il faceto, sulle questioni sociali.
Giovedì 5 giugno, a Bruxelles, Matteo Renzi ha ricalcato quel titolo trasformandolo in Alto tradimento. Si riferiva ai politici che rubano. Nessuno deve avere considerazione umanitaria o falso pietismo nei confronti dei politici che hanno ricevuto un mandato fiduciario.
Corruzione, evasione e criminalità sono i tre cancri che stanno soffocando gli italiani, perché insieme costituiscono un’enorme forza che agisce in modo sotterraneo e aspira parassitariamente il sangue dei cittadini onesti che sono, ovviamente, la stragrande maggioranza della popolazione.
Però, non basta una frase ad effetto. Occorre mettere in atto provvedimenti legislativi e decreti che la rendano efficace. Diversamente non saranno le parole a risolvere, seppur parzialmente, le tre questioni indicate.

Quando un politico o un pubblico amministratore è inquisito per avere rubato alla Cosa pubblica può restare al suo posto. Ma quando il Gip lo rinvia a giudizio e la sua figura passa da indagato a imputato, dev’essere sospeso obbligatoriamente in attesa della sentenza.
Se questa legge fosse in vigore, decine di parlamentari nazionali, centinaia di burocrati tra dirigenti e dipendenti, nonché consiglieri-deputati e burocrati siciliani, sarebbero decimati.
Il monito che sale forte e chiaro dai cittadini è: sospendete parlamentari e burocrati fino a quando non vengono prosciolti. In questo caso, avrebbero diritto al risarcimento del danno. Ma se venissero condannati, dovrebbe entrare in vigore il Daspo (acronimo di Divieto di accedere alle manifestazioni sportive), cioè l’esclusione perenne dai pubblici uffici.
È ora urgente che il Consiglio dei ministri approvi un decreto legge che dia tutti i poteri necessari al presidente dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche), Raffaele Cantone, perché possa intervenire utilizzando le Forze dell’ordine in qualsiasi appalto sospetto, in qualunque livello e in ogni parte del Paese.

 
L’Anac dovrebbe avere una piattaforma digitale nella quale far confluire tutte le segnalazioni e le iniziative dei responsabili anticorruzione, i quali dovrebbero essere già stati nominati in qualunque ente pubblico, anche regionale e comunale, in forza alla Legge 190/2012.
Non è pensabile che Magistrati e  Forze dell’ordine possano colpire tutte le corruzioni, evasioni e la criminalità se nelle amministrazioni territoriali non vi siano strutture idonee a contrastare sul nascere le cellule cancerogene.
Il Dl auspicato anticorruzione dovrebbe prescrivere l’istituzione obbligatoria di un reparto dei vigili municipali, con la missione di contrastare i reati contro la Cosa pubblica e scoprire l’evasione che tanto danno crea alle Istituzioni.
Gli anticorpi debbono essere creati in ciascun ente pubblico, in modo capillare e continuo. Diversamente la lotta alla corruzione è inefficace, penalizzando i cittadini onesti.

I due bubboni appena scoperti, Expo 2015 e Mose di Venezia, sono conseguenza al settore degli appalti pubblici. Il Codice degli appalti dovrebbe essere tosato quasi interamente e sostituito con pochi articoli che stabiliscano un principio inequivocabile e incontrovertibile: gli appalti si assegnano a chi fa la migliore offerta, la quale deve prevedere la consegna dell’opera o la somministrazione dei servizi chiavi in mano.
Ogni partecipante faccia tutti gli esami e i sondaggi prima, perché dopo gli è impedito di chiedere sospensioni e revisioni prezzi. Inoltre, la nuova regola dovrebbe prevedere un premio per ogni giorno di anticipazione della consegna e una sanzione pesante per ogni giorno di ritardo.
D’altra parte, le pubbliche amministrazioni devono procedere alla liquidazione nei trenta giorni previsti dalla direttiva Ue 7/11 e dal Decreto legislativo 192/ 2012, in base ai Sal (Saldo avanzamento lavori).
Basta appalti corrotti, basta incompiute decennali, basta cantieri chiusi dai Tar. è ora di operare in tempi europei, senza indugio e con determinazione.

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