La Regione pensa di accentrare la formazione al Ciapi - QdS

La Regione pensa di accentrare la formazione al Ciapi

Michele Giuliano

La Regione pensa di accentrare la formazione al Ciapi

domenica 15 Giugno 2014

L’Assemblea regionale siciliana modifica la legge che sposta la gestione dei servizi formativi allo storico ente. Il Commissario dello Stato chiamato ad esprimersi sulla legittimità della norma

PALERMO – Servizi formativi in mano al Ciapi di Priolo. Tra le novità introdotte dalla Regione nell’ambito dell’organizzazione delle attività formative c’è proprio quella appena introdotta per effetto dell’approvazione all’Ars della norma modificativa, fortemente voluta dal Governo del presidente Rosario Crocetta, dell’articolo 12 della legge regionale 26 novembre 2000, la numero 24, che ha individuato lo storico e mastodontico ente di controllo diretto della Regione come unico soggetto destinatario delle politiche attive del lavoro in Sicilia. Neanche a dirlo gli enti di formazione non guardano di buon occhio questa manovra, voce fuori dal coro quella dell’associazione Forma Sicilia che invece esprime una valutazione positiva in merito. Soprattutto nell’ordine del fatto che questa modifica della norma è al vaglio del commissario dello Stato.
I vertici dell’Associazione prendono atto delle valutazioni e delle decisioni del Governo della Regione siciliana e dell’Assemblea regionale siciliana e del vaglio di legittimità del Commissario dello Stato. “Il vaglio di legittimità, come le leggi, va rispettato e non commentato – sostiene Forma Sicilia -. Se la norma riguardante la riorganizzazione dei servizi al Lavoro è preordinata al miglioramento dei servizi e all’inizio di un percorso di stabilità e certezza per gli operatori del settore l’associazione non può che esprimere il proprio compiacimento coerentemente all’indirizzo fino a questo momento sempre perseguito di avere certezza delle norme”.
Non manca però la stoccata, degli enti associati a Forma, all’esecutivo regionale “reo” di aver monopolizzato il settore in Sicilia, trasformandolo in pubblicistico e privando il libero accesso al settore: “Il primato della legalità e il rispetto dei propri ruoli – scrive ancora Forma Sicilia – impone l’osservanza dei principi stabiliti dalla Costituzione e dallo Statuto autonomistico, e in questa sede si ritiene importante richiamare anche quelli di solidarietà orizzontale, di uguaglianza, non solo formale, ma anche sostanziale, della tutela dell’iniziativa privata e dell’accesso alle pari opportunità”.
Il dubbio espresso più che altro dagli enti formativi è che si ha l’impressione che la enorme cura dimagrante a cui si sta sottoponendo la formazione sia un tentativo della Regione di risparmiare per utilizzare i fondi statali ed europei per tappare i ‘buchi’ di altri settori dell’Amministrazione.
 

 
Da più parti si criticano i tentativi di riforma
 
“Sulla formazione professionale il desiderio di volere attuare, a tutti i costi, una riforma per via amministrativa, piuttosto che con una norma ragionata e condivisa dall’Aula, sarà per il governo regionale un boomerang senza precedenti”. Lo dice il capogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana, Marco Falcone, che ha incontrato alcuni operatori del settore della formazione. “L’assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra pensa di potere risparmiare per via amministrativa – aggiunge il forzista – da un lato effettuando, in maniera unilaterale, una riduzione di 100 milioni di euro al sistema, dall’altro inserendo alcune novità, come quella dei voucher che per la Sicilia potrebbero essere introdotte solo gradualmente, ma, oggi, la loro attuazione massiccia rischia di far saltare definitivamente il sistema”. Il parlamentare ha chiesto a Crocetta di bloccare questo processo e di esautorare la Scilabra e la dirigente del dipartimento, Anna Rosa Corsello.

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