Troppo magri o troppo grassi, giovani spesso senza regole - QdS

Troppo magri o troppo grassi, giovani spesso senza regole

Fabrizio Margiotta

Troppo magri o troppo grassi, giovani spesso senza regole

domenica 15 Giugno 2014

Espad 2013: nell’Isola tra il 4 e 7% dei ragazzi è sottopeso e tra l’11 e 15% in sovrappeso. In Sicilia i disturbi alimentari hanno colpito circa il 20% delle studentesse

PALERMO – Eccoci arrivati all’ultima puntata del nostro percorso di studio dei dati Espad-Italia 2013, raccolti (come ogni anno) dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa. Nelle precedenti edizioni del QdS ci siamo occupati di dipendenze legate al consumo di alcolici, tabacco, droghe, per poi soffermarci sul gioco d’azzardo e sull’uso intensivo del web.
Oggi vogliamo parlarvi, più che di dipendenze in senso stretto, di comportamenti scorretti, cattive abitudini che possono anche degenerare in fattori di rischio per la salute. Sulla base di categorie ponderali determinate grazie al Body mass index (l’indice di massa corporea), i ricercatori hanno calcolato la presenza, in tutta Italia, di 71 mila studenti sottopeso (tra i 15 e i 19 anni) e di 311 mila in sovrappeso/obesi.
I disturbi dell’alimentazione rappresentano un problema non indifferente nell’attuale scenario sanitario italiano, specialmente se si tiene conto che molto spesso l’allontanamento dal “normopeso” risulta essere collegato con altri vizi e abitudini. I ragazzi e le ragazze con un comportamento alimentare definito “problematico”, infatti, sono spesso anche consumatori abituali di sigarette, cannabis, psicofarmaci non prescritti, nonché giocatori d’azzardo definiti “a rischio”. Focalizzando l’attenzione sui dati regionali, emerge una realtà poco tranquillizzante. In Sicilia, infatti, sono presenti elevatissime percentuali di studenti sottopeso, ma anche sovrappeso/obesi, a segnalare una generalizzata e indiscriminata problematicità nelle abitudini alimentari.
Cominciando dai giovani sottopeso, la nostra regione fa registrare percentuali tra il 4 per cento e il 7 per cento, superiori alla media nazionale del 3 per cento (idem in Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Calabria). Quanto al sovrappeso e all’obesità, non c’è da star tranquilli se le percentuali siciliane (pur inferiori rispetto alle rimanenti regioni del Mezzogiorno: 16-22 per cento) rimangono al di sopra dei dieci punti percentuali (tra 11,32 e 15,85 per cento).
Non è tutto: il questionario Espad-Italia, diffuso nelle scuole medie superiori, contiene il test di screening Eat-26 (Eating attitude test), uno strumento psicometrico capace di rilevare la tendenza verso i comportamenti alimentari che indicano un rapporto problematico con il cibo (vedi anoressia e bulimia). Utilizzando questo test, i ricercatori sono stati in grado di segnalare percentuali crescenti di studenti a rischio spostandosi da Nord a Sud: se nelle regioni settentrionali (e in Umbria) i valori sono piuttosto bassi e non superano gli 11 punti percentuali, in Sicilia (oltre che in Campania e Puglia) le quote sono decisamente più elevate, addirittura 14 punti percentuali.
Stesse considerazioni se si osserva il genere degli studenti: in Sicilia, le prevalenze sia maschili sia femminili risultano infatti superiori rispetto alle altre regioni (vedi Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige), con percentuali del 7-8 per cento per i ragazzi e del 19-21 per cento per le ragazze. Come sempre, dunque, nonostante la crescita esponenziale dei casi di anoressia e bulimia tra i ragazzi, sono le donne a fare maggiormente i conti con il dramma di un rapporto conflittuale con il cibo.
 Individuare le colpe e stanare i responsabili non è facile, considerando che (ufficialmente) tutto nasce nella sfera più intima e recondita di noi stessi. Ignorare, tuttavia, la dimensione sociale del problema, è uno dei più gravi errori che si possano commettere: significherebbe chiudere gli occhi di fronte a uno dei grandi mali di questo secolo (e di quello passato), quel male oscuro che è pericoloso proprio perché subdolo.
Cosa fare, dunque? Non stancarsi mai di promuovere uno stile di vita sano e dinamico, come efficace arma di prevenzione contro l’obesità; rivedere le categorie (pseudo) culturali di questo nostro tempo, quelle che fraintendono il senso della bellezza e promuovono modelli di Übermensch gretti e anacronistici. Riscoprire un tesoro per troppo tempo nascosto: la semplicità della condivisione.

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