Manovra all’Ars, ma solo in Commissione - QdS

Manovra all’Ars, ma solo in Commissione

Raffaella Pessina

Manovra all’Ars, ma solo in Commissione

venerdì 20 Giugno 2014

Il gruppo Megafono-L. Crocetta cambia nome in “Territorio e socialisti”. Governo incassa appoggio Udc e non si esclude ingresso Ncd

PALERMO – Si è chiusa già mercoledì la settimana parlamentare senza che l’Aula abbia minimamente preso in considerazione la manovra correttiva. I lavori sono stati aggiornati infatti a martedì 24 giugno. La manovra è comunque arrivata ieri all’Ars e gli uffici l’hanno trasmessa in commissione Bilancio. Ottimista l’assessore all’economia Roberto Agnello: “La manovra contiene grandi margini di innovazione, siamo riusciti a migliorare le aspettative riducendo il disavanzo di 250 milioni di euro e proponiamo soluzioni innovative per le società partecipate”. Nel pomeriggio di ieri intanto il Governatore ha tenuto una conferenza stampa per illustrare la manovra. “Abbiamo fatto il massimo con senso di equilibro, nelle condizioni che ci vengono storicamente date – ha detto – Con l’onda lunga di un passato che ci insegue perchè anche questo va chiarito, pensare che un governo della cosa pubblica possa avvenire senza tenere conto del passato è un’illusione”.
Presente a Palazzo d’Orleans anche il capogruppo del Pd all’Ars Baldo Gucciardi: “Abbiamo cercato di tenere fronte a quelli che sono gli impegni concreti di una prosecuzione di una politica di rigore e di risanamento: è impensabile che dalle palazzine che crollano si possa costruire un piano sopra. Prima bisogna liberare spazi nuovi in altri casi bisogna consolidare e impedire il crollo”. Crocetta ha aggiunto che realizzerà un elenco unico delle partecipate con il personale immediatamente disponibile. Il personale in esubero sarà destinato a un bacino che consentirà la mobilità tra una partecipata e l’altra. “Ma da questo elenco – ha sottolineato Crocettta – saranno esclusi i lavoratori assunti dopo il 2009 illegittimamente e su questo controlleremo se c’è una responsabilità patrimoniale da parte degli amministratori. Non vogliamo fare macelleria sociale: i lavoratori che finiranno nel bacino riceveranno un contributo. Ma la mancata disponibilità alla mobilità comporterà il licenziamento. E questo riguarderà le undici partecipate”.
Intanto nel corso dell’ultima seduta il Parlamento siciliano ha approvato le “Modifiche alla legge regionale 20 aprile 1976, n. 35”, documento che rende obbligatorio il parere della commissione Affari istituzionali su tutte le nomine del governo. Il ddl introduce anche l’obbligo per il governo di dare comunicazione alla Commissione delle nomine dei dirigenti e funzionari dell’amministrazione regionale per le quali non è richiesto il suo parere preventivo.
Nella stessa seduta di mercoledì è stato anche chiesto da parlamentari di diversi gruppi al Presidente della Regione di mandare a casa i dirigenti regionali non adeguati. In particolare Toto Cordaro, capogruppo di Grande Sud Pid ha detto che “i dati dicono che i direttori generali dei dipartimenti non sono adeguati, la responsabilità personale è di tutta la classe dirigente, ma il potere di rimuovere la gente inadeguata è del presidente – ha detto Cordaro rivolgendosi a Crocetta. Allora i dirigenti non bravi – ha ribadito il deputato – devono andare a casa, altrimenti la nostra opposizione sarà radicale e intransigente”. Stessa richiesta e’ stata avanzata da Nino D’Asero e Vincenzo Vinciullo (Ncd), Bernardette Grasso (GS- Pid), Vincenzo Figuccia (FI).
Il gruppo parlamentare del Megafono – Lista Crocetta all’Ars si scioglie e cambia nome. Lo hanno annunciato i suoi componenti, Di Giacinto, Malafarina, Oddo, Coltraro e Dipasquale. Il gruppo si riunisce da oggi sotto una nuova denominazione "Territorio e socialisti". Il nuovo gruppo ha ribadito il sostegno all’attuale governo e mantiene alla sua guida il deputato Giovanni Di Giacinto. Sul fronte politico il Governatore Crocetta intanto porta a casa l’appoggio dell’Udc al governo mentre resta in sospeso il confronto con il Partito Democratico. Quest’ultimo infatti continua a chiedere un rimpasto che Crocetta non sembra propenso a concedere. Non si esclude un ingresso in giunta del Nuovo Centro Destra, sulla scorta del modello nazionale di una maggioranza allargata.

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