“Oltre 3000, siamo in crescita e il numero è certificato”.
“Molte aziende sono in crisi e si può dire che ormai si è superato il livello di guardia. Le chiusure sono più delle aperture e non sempre le nuove attività hanno l’esperienza, le risorse e un portafoglio clienti tali da poter affrontare il mercato e la congiuntura non favorevole”.
“Manca una programmazione sul territorio. Messina è una città che ha basato da sempre la sua economia sul terziario, settore che però da qualche anno non riesce a crescere anzi continua a perdere pezzi importanti. Ci sono inoltre poche realtà industriali che tendono ormai a scomparire. È necessario quindi fare una buona programmazione a livello territoriale, cercando di dare attenzione a quei settori su cui si può ancora investire perché hanno ancora una grande potenzialità. Ad esempio sul turismo non c’è stato nessun intervento programmatico né a livello provinciale né comunale. Neppure la nuova Amministrazione sta affrontando la questione ed è grave in una città come Messina. Qui ci sono poi problemi legati alle infrastrutture: è stato tralasciato se non abbandonato il sistema aeroportuale e per molto tempo si è andati avanti con i grandi dilemmi che non venivano risolti come quello legato all’area integrata dello stretto e all’aeroporto del Mela. Sono stato direttamente interessato all’area integrata tramite la Camera di Commercio come consigliere delegato del presidente e ho seguito tutto l’iter con la conferenza dei servizi che è stata fatta a Reggio Calabria. Ma la questione è stata affrontata in modo slegato rispetto alle realtà delle due sponde e su cui invece sta lavorando bene la nuova amministrazione. Le priorità però sono di carattere strutturale e se non riordiniamo i sistemi di collegamento e di conurbazione tra le due sponde non si va da nessuna parte. Un’altra problematica è legata alla cittadella fieristica che dovrebbe adempiere non solo alla funzionalità del fronte-mare ma anche a quella di aziende commerciali e artigiane che hanno l’esigenza di avere una vetrina espositiva a carattere provinciale”.
“Noi stiamo discutendo con le amministrazioni locali non singolarmente ma come movimento Uniti per Messina che racchiude molte sigle sindacali e associative. L’ultima cosa che abbiamo evidenziato con un documento, dopo un confronto con l’Autorità portuale, è stato il rischio di perdere i 16 milioni di euro assegnati dal Cipe per la realizzazione della piattaforma logistica intermodale di Tremestieri con il secondo scalo portuale. L’allarme che abbiamo lanciato è servito a sollecitare l’Amministrazione comunale sulla puntualità dell’iter che si sta seguendo per non perdere finanziamenti già assegnati, mettendoci a disposizione per quanto possibile, visto che la Camera di Commercio in questo momento è assente”.
“Non riusciamo ad interloquire con l’amministrazione locale che sembra avvitata su se stessa anche a causa degli attriti che ha con la dirigenza interna ai dipartimenti. A fronte di tavoli tecnici che vengono fatti non ci sono azioni consequenziali ma in alcuni casi si procede in modo contrario a quanto stabilito. Noi diamo la nostra disponibilità, abbiamo sostenuto l’istituzione dell’isola pedonale che è un segno di civiltà anzi proponendone l’ampliamento in altre zone del centro”.
“Stiamo lavorando sui centri commerciali naturali, in provincia già ne sono stati realizzati alcuni ad esempio nella zona di Sant’Agata Militello ma stiamo cercando di farli attivare anche a Messina, unica città capoluogo che paradossalmente finora li ha ignorati malgrado si possano realizzare a costo zero. Da dieci anni cerchiamo di spingere perché gli esercenti si attivino ma da parte loro c’è ancora qualche resistenza. Entro l’autunno comunque finalmente ne dovrebbe nascere almeno uno, c’è la disponibilità dell’Amministrazione e abbiamo già individuato l’area”.
“Un problema che ci sta particolarmente a cuore è quello della logistica che risulta slegata dalle esigenze della città. Pare che ci siano 20 milioni di euro a disposizione per un progetto che aveva redatto la vecchia Amministrazione e che potrebbe essere ripreso. Nell’area di Tremestieri dove è previsto l’ampliamento del porto, ci sono spazi espropriati come quelli dell’ex Sanderson che si potrebbero utilizzare, al posto di quelle di Contesse che sono private, ad esempio per il mercato ortofrutticolo e quello florovivaistico. In questo modo il centro della città sarebbe alleggerito in termini di traffico ed inquinamento e gli autotrasportatori avrebbero un centro per le merci a due passi dallo sbarco dei traghetti”.