Trentuno articoli per rivoluzionare la formazione professionale - QdS

Trentuno articoli per rivoluzionare la formazione professionale

Giovanna Naccari

Trentuno articoli per rivoluzionare la formazione professionale

martedì 24 Giugno 2014

La proposta di legge sarà presentata in settimana ai presidenti dei gruppi parlamentari, poi in Giunta. Legata al fabbisogno del mercato del lavoro. Scuole e Atenei al centro del progetto

PALERMO – La riforma della formazione professionale, 31 articoli che cambiano un sistema vecchio di 38 anni, potrebbe andare all’esame delle commissioni dell’Ars prima della chiusura della sessione estiva, prevista a fine luglio.
La proposta di legge, come annunciato sabato dal presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e dall’assessore all’Istruzione Nelli Scilabra, dopo l’apprezzamento della Giunta, sarà presentata in settimana ai presidenti dei gruppi parlamentari e alle parti sociali. Dopo il confronto e le eventuali modifiche, il testo passerà all’approvazione della Giunta per proseguire il cammino all’Ars.
Nella nuova offerta formativa ad essere coinvolti saranno camere di commercio, università, enti di formazione, sindacati che, attraverso la conoscenza del territorio, potranno offrire un contributo alla stesura del piano. Il documento sarà poi elaborato dalla Regione che dovrà individuare le risorse finanziare per i corsi. Dei bandi si occuperanno i Consorzi dei comuni e le Città metropolitane. A realizzare i corsi saranno associazioni di enti, o aziende,  scuole e università.
“Entro il 30 giugno il disegno di legge deve essere approvato dalla Giunta – dice il presidente Crocetta – poi lo presenteremo all’Ars”.
L’assessore Nelli Scilabra racconta questa rivoluzione: “La formazione viene decentrata nel territorio, mentre la Regione avrà un ruolo di indirizzo e di controllo. Per la prima volta viene disciplinato in modo organico il sistema della formazione, l’ultima legge risaliva al 1976”.
E continua: “Finalmente discipliniamo sia il settore dell’Oif sia quello dell’apprendistato. Con questa legge si combatte non solo la dispersione scolastica, ma si daranno ai giovani competenze specialistiche e professionali”.
La formazione sarà legata ai fabbisogni del mondo del lavoro. Aggiunge l’assessore: “Avranno un ruolo principale scuole e università, ma sopratutto l’alternanza scuola-lavoro con l’introduzione della formazione in azienda – spiega Scilabra – Abbiamo guardato al modello tedesco e di Bolzano, il cosiddetto sistema duale. Si istituiscono finalmente il catalogo dell’offerta formativa, il libretto formativo e il sistema di certificazione”.
Tra le novità introdotte dalla riforma ci sono due albi per i formatori (vecchi fino al 2009 e nuovi iscritti) e il voucher che mette a disposizione degli studenti un budget di 4mila euro per acquistare la frequenza ai corsi o stages. Per i soggetti svantaggiati sono previsti progetti educativi con altri percorsi.
Per il presidente Crocetta: “In passato il piano formativo veniva realizzato più sulle proposte di enti avanzate su base della fantasia umana più ampia e azzardata, mentre il nuovo progetto si realizzerà sulla lista dei fabbisogni lavorativi e formativi”.
La consultazione con tutti gli attori coinvolti nel territorio sarà su base annuale per consentire di determinare il gap formativo rispetto alle esigenze del mercato. I progetti avranno durata variabile in base alla tipologia dei corsi.
 

 
Alla Regione l’indirizzo e il coordinamento
 
‘Collaborazione istituzionale e accordi di rete’: Sono i primi strumenti individuati nel disegno di legge di riforma della formazione professionale (articolo 3) con cui la Regione siciliana intende “rafforzare la competitività del sistema economico” e “sostenere l’accesso alle opportunità occupazionali”. Previste sinergie tra università, istituzioni scolastiche ed enti di formazione di natura settoriale o per specifici programmi. Il testo complessivamente è costituto da 31 articoli. Tra questi, le competenze della Regione sono definite dall’articolo 4. Si tratta di “compiti di programmazione, indirizzo, coordinamento vigilanza e controllo dell’offerta formativa”. Quest’ultima viene determinata con lo stanziamento delle risorse pubbliche attraverso il Piano regionale integrato dell’istruzione e della formazione professionale.
L’articolo 5 indica le competenze dei Liberi consorzi comunali e delle città metropolitane. Ad essi spetta l’esercizio delle funzioni amministrative e gestionali connesse all’attuazione degli interventi formativi. Consorzi e città metropolitane concorrono all’elaborazione del Piano regionale, organizzano e gestiscono gli interventi secondo i principi di economicità, efficacia, libera concorrenza, parità di trattamento.

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