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Trapani – Arrestato presidente Caritas di Trapani per concussione e reati sessuali

redazione

Trapani – Arrestato presidente Caritas di Trapani per concussione e reati sessuali

mercoledì 25 Giugno 2014

Le pesanti accuse rivolte dalla Procura a don Sergio Librizzi

TRAPANI – Il presidente della Caritas trapanese, don Sergio Librizzi è stato arrestato dalla Sezione pg della Forestale presso la Procura con l’accusa di concussione e reati sessuali. È stato fermato nella canonica della parrocchia di San Pietro, di cui è titolare, mentre la sua abitazione è stata perquisita e da lì sono stati prelevati alcuni pc.
Secondo l’accusa direttore della Caritas avrebbe chiesto prestazioni sessuali a migranti maschi che chiedevano lo status di rifugiati politici. Il sacerdote era componente “molto influente”, come ha sottolineato il pm Paolo Di Sciuva, della commissione territoriale presso la Prefettura deputata al rilascio dello status. “Costringeva i giovani a prestazioni sessuali – ha detto il procuratore capo Marcello Viola – mediante pressioni, facendo leva sul suo ruolo apicale, sulla sua posizione di dominio”. L’indagine, non ancora conclusa, per ora coinvolge soltanto don Librizzi.
Fondamentali sono state le intercettazioni ambientali. Tra le vittime, almeno otto, non ci sono soltanto migranti, ma anche disagiati che si erano rivolti alla Caritas. Le accuse riguardano episodi che vanno dal 2009 ai giorni scorsi. In particolare, gli episodi riscontrati sarebbero concentrati negli ultimi sei mesi.
Le prestazioni sessuali sarebbero avvenute nell’auto del sacerdote, su cui gli investigatori avevano collocato delle cimici.
Il sacerdote è stato portato in carcere: "Abbiamo chiesto e ottenuto la custodia cautelare in carcere – ha spiegato il procuratore Viola – perché c’è il rischio di inquinamento delle prove, ma anche della reiterazione del reato”.
Intanto, don Librizzi, è stato sollevato da tutti gli incarichi pastorali “in attesa che la magistratura faccia il suo corso”. Lo ha comunicato la Curia vescovile di Trapani esprimendo “dolore e amarezza in seguito all’ordinanza di custodia cautelare che ha raggiunto ieri mattina il reverendo”.
“Confidando nell’operato della magistratura – si legge al termine del documento della Curia – a cui assicuriamo il massimo della collaborazione per l’accertamento della verità. Chiediamo alla comunità ecclesiale d’intensificare la preghiera, coscienti delle parole del Vangelo che solo la verità rende liberi”.

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