Tetto stipendi 240 mila euro. Barbagallo protesta - QdS

Tetto stipendi 240 mila euro. Barbagallo protesta

Raffaella Pessina

Tetto stipendi 240 mila euro. Barbagallo protesta

giovedì 26 Giugno 2014

Ai dirigenti dell’Assemblea compensi più alti rispetto ai colleghi della Regione. Il deputato Pd aveva proposto al CdP livellamento a 160.000

PALERMO – All’Assemblea regionale siciliana i dirigenti continueranno ad avere uno stipendio con un tetto più alto rispetto a quello dei dirigenti della Regione Sicilia. Il Consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, infatti, che ieri mattina ha esaminato proprio la manovra finanziaria presentata dall’esecutivo, ha deciso di fissare in 240 mila euro “omnicomprensivi all’anno il tetto massimo di retribuzione per i dirigenti, parametro previsto dal “decreto Renzi e nel rispetto della Costituzione italiana e dello Statuto siciliano”.
 
Il Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha spiegato inoltre che “Pur consapevoli che si sarebbe potuto fissare un tetto più alto, così come la stessa normativa nazionale consente per gli organi di rilevanza costituzionale, quale l’Ars, si è ritenuto opportuno concorrere alla riduzione della spesa pubblica”.
 
Una decisione che va contro le indicazioni del governo Crocetta che con la manovra intendeva livellare il tetto dei burocrati dell’Ars a quello dei dirigenti regionali, pari a 160.000 euro, norma contenuta nella finanziaria e bocciata dagli uffici dell’Assemblea.
 
Rilevante che vi sia stato un unico deputato in Consiglio di presidenza ad opporsi a tale decisione: Antony Barbagallo del Pd, che aveva proposto il livellamento a 160 mila euro. Di fronte alla bocciatura della sua proposta, Barbagallo ha abbandonato la seduta del Consiglio di presidenza. Critico l’assessore all’economia Roberto Agnello: “È una questione storico-economica particolare che va al di là di quello che c’era prima, all’Ars come alla Regione – incalza Agnello – Il governo, con queste norme, vuole sensibilizzare il più possibile sulla condizione storica. Stiamo togliendo a tutti e l’Assemblea deve capirlo e fare la sua parte”.
 
Questa presa di posizione da parte dell’Ars di fatto ripropone lo scontro fra i due Presidenti che ancora una volta non si trovano concordi sulla strada da seguire in merito alla spending review della politica siciliana. Ieri pomeriggio l’Aula è cominciata senza la presenza del governo e numerose proteste si sono levate di banchi di opposizione. Dopo mezz’ora di attesa è arrivato in Aula l’assessore alle Politiche agricole Ezechia Reale.
 
Il presidente di turno Antonio Venturino ha  ‘prelevato’ il sesto punto all’ordine del giorno, la mozione relativa a “Interventi urgenti per fronteggiare la crisi del settore agrumicolo”. Intanto l’assessore all’economia Roberto Agnello ha assicurato che la manovra finanziaria ter arriverà il prossimo 4 luglio in Commissione Bilancio. “I tempi della finanziaria sono perfettamente in linea e stanno seguendo l’iter previsto”, sostiene Agnello”. Si tratta solo di trovare copertura, secondo Agnello, dei 111 milioni che per i fondi di accantonamento e che fanno parte del rendiconto perchè certificati.
 
“Premesso che il giudizio di parifica non modifica il rendiconto – ha aggiunto Agnello – i lavori che stiamo seguendo prevedono che le commissioni di merito termineranno il prossimo 2 luglio. Il 3 ci fermeremo per sentire il giudizio di parifica della Corte dei conti e il 4 luglio inizierà la discussione generale in commissione Bilancio”. l’Aula è stata rinviata a martedì prossimo.

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