Piani d’emergenza assenti, diffidati 16 comuni della Sicilia - QdS

Piani d’emergenza assenti, diffidati 16 comuni della Sicilia

Maria Francesca Fisichella

Piani d’emergenza assenti, diffidati 16 comuni della Sicilia

venerdì 27 Giugno 2014

Continua l’opera di sensibilizzazione attraverso la campagna di Cittadinanzattiva “#divanodemergenza” con la quale l’associazione vuole informare la popolazione sulla sicurezza del territorio

CATANIA – Da ottobre 2012 su tutto il territorio nazionale è obbligatorio per ogni Comune, come previsto dalla legge 100/2012, predisporre il piano comunale d’emergenza. Tuttavia il 24 per cento dei Comuni italiani non lo ha ancora redatto. Secondo i dati diffusi dal Dipartimento nazionale della Protezione civile, a dicembre 2013, in Sicilia, erano ancora 200 i comuni senza piano, su un totale di 390, dunque il 51 per cento. Ma dopo le diffide partite nelle scorse settimane a 32 Comuni di Abruzzo, Basilicata, Marche, Puglia ed Umbria, Cittadinanzattiva ha diffidato ulteriori 19 Comuni del Piemonte, 24 della Sardegna, 16 della Sicilia e 12 del Veneto che ancora non hanno adottato i piani comunali di emergenza.
Continua, così, l’opera di sensibilizzazione attraverso la campagna di Cittadinanzattiva “#divanodemergenza” con la quale l’associazione vuole informare la popolazione sulla sicurezza del territorio e invitare tutti i Comuni a dotarsi di un piano di emergenza. In Sicilia sono stati diffidati i seguenti comuni: in provincia di Agrigento Menfi, Montevago e Porto Empedocle; in provincia di Caltanissetta Bompensiere e Villalba; in provincia di Catania Paternò; il comune di Enna; in provincia di Messina Fiumedinisi, Itala, Pagliara e Rometta; in provincia di Palermo Contessa Entellina, Roccamena e Termini Imerese; in provincia di Trapani Poggioreale e Salemi.
Cosa prevede la legge? La legge 100/2012 ribadisce il ruolo del sindaco come autorità comunale di protezione civile, precisandone i compiti nelle attività di soccorso e assistenza alla popolazione. Una novità importante riguarda i piani comunali di emergenza, che devono essere redatti “entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge”, e periodicamente aggiornati.
Ma a fronte di ciò sul sito di Cittadinanzattiva, nella sezione dedicata ai piani comunali di emergenza, si legge che in Italia l’82 per cento dei comuni è a rischio idro-geologico; il 75 per cento ha adottato un piano comunale di emergenza di cui solo il 50 per cento è stato aggiornato. Meno del 33 per cento ha fatto esercitazioni, seppur previste dalla legge.
Al quadro già non confortante si aggiungono più di 1.000 impianti industriali a rischio di incidente rilevante, il 30 per cento di superficie esposta a rischio incendi e 11 vulcani attivi o quiescenti.
E se ci si chiede perché la campagna prende il titolo “#divanodemergenza” basterà guardare sui social (Instagram e Twitter) le foto condivise dai cittadini dove sul proprio divano hanno posto gli oggetti che porterebbero con sè se dovessero fuggire da casa in due minuti.

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