Davide Faraone: "Ars timida su stipendi burocrati" - QdS

Davide Faraone: “Ars timida su stipendi burocrati”

Raffaella Pessina

Davide Faraone: “Ars timida su stipendi burocrati”

venerdì 27 Giugno 2014

Il mantenimento del tetto a 240 mila euro non piace ai renziani. Vullo, deputato reg. Pd: “Davvero grave salvare i privilegi”

PALERMO – La decisione di mantenere il tetto degli stipendi a 240 mila euro per i dirigenti dell’Ars è stata commentata negativamente da più parti. Secondo Davide Faraone, responsabile per il welfare nella segreteria nazionale del Pd, l’Ars è stata “eccessivamente timida sui tetti agli stipendi dei burocrati.”.  “Non mi rassegnerò mai – ha detto Faraone – al fatto che il segretario generale dell’Ars guadagni quanto il presidente della Repubblica Napolitano”. Gianfranco Vullo, deputato regionale del Partito Democratico, ritiene “ingiustificato, davanti ai siciliani ed all’opinione pubblica, che si mantengano all’Ars tetti pari a 240 mila euro per gli stipendi dei dirigenti”. “Ciò ancor di più grave – prosegue Vullo – alla luce del fatto che la Regione ha legiferato prevedendo una soglia massima di 160 mila euro. A meno che il Consiglio di Presidenza dell’Ars guidato da Giovanni Ardizzone pensi che il parlamento debba essere immune dalla spending review, trovo davvero grave la scelta che salva gli stipendi d’oro. Ma cosa c’entra poi il limite previsto da Renzi, se in Sicilia si è scelto di abbassarlo con legge. L’Ars fa parte della Sicilia o del pianeta Marte?”.
Secondo Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia all’Ars “non ci si può fermare alla decisione odierna del Consiglio di Presidenza, servono ulteriori approfondimenti giuridici per rendere ogni eventuale altra decisione pienamente legittima soprattutto se questa riguarda un’ulteriore riduzione dei compensi per i burocrati e i dipendenti dell’Ars”. E ha chiesto che l’Ars si rivolga, all’Avvocatura dello Stato e al Cga della Sicilia per un parere che possa essere utile ad uniformare gli stipendi e i massimali per tutti i dipendenti ed i dirigenti della pubblica amministrazione regionale, compresa l’Ars. “Facciamo in modo che lo Statuto siciliano rappresenti un punto di forza e non un punto di debolezza”. Intanto in casa Pd si cerca di trovare un accordo con il governatore Crocetta e mercoledì sera negli uffici del gruppo del Pd all’Ars si è tenuta una riunione, alla quale però non erano presenti tutti. Ieri Mariella Maggio ha detto che “una parte del Pd non può stare fuori dal confronto. Chi, oggi, parla di opposizione, è fuori strada. Non si risolvono i problemi con un ripiegamento sterile sull’Aventino”.
 
“La discussione sulla Finanziaria-ter – conclude Maggio – che non è affatto una piccola manovra, ma costruisce percorsi virtuosi per dare risposte alle tante emergenze che attanagliano la Sicilia, deve arrivare dopo”. Infine Mario Alloro del Pd ripropone la possibilità di presentare la mozione di censura all’assessore alle attività produttive Linda Vancheri perché, per la seconda volta, ha disertato il tavolo convocato al ministero per lo Sviluppo economico sulla vertenza Micron.
 
L’Assemblea regionale siciliana, nell’ultima seduta, ha approvato la mozione n.273 “Interventi urgenti per fronteggiare la crisi del settore agrumicolo” con quattro ordini del giorno sullo stesso argomento e la mozione n.59 “Interventi urgenti per la modifica dell’attuale Piano di gestione dei rifiuti per la riduzione dei rifiuti indifferenziati in Sicilia”.  L’Aula è stata rinviata a martedì 1 luglio con la discussione dei disegni di legge su “Osservatorio equità e giustizia nelle filiere agricole e alimentari”, “Nuove norme in materia di pianificazione” e  “Norme per la prevenzione delle patologie del cavo orale”.

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