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Messina – MessinAmbiente, l’emergenza è la cornice di un vero dramma

Francesco Torre

Messina – MessinAmbiente, l’emergenza è la cornice di un vero dramma

sabato 05 Luglio 2014

“Gravi pressioni sui lavoratori” (per la Cgil) o “permessi anomali” (per Ciacci e Ialacqua)? Il dubbio resta. Nella città invasa dai rifiuti, un dipendente muore mentre manovra un mezzo

Messina – In piena emergenza rifiuti, si è abbattuta una tragedia su MessinAmbiente. Giovedì, poco prima delle 9.30, Antonino Tomasello, che stava prestando servizio nell’area di Pace, ha perso il controllo di una spazzatrice ed è volato nel greto del torrente, perdendo la vita sul colpo. Aveva 60 anni. Poco dopo l’incidente sono intervenuti sia i Vigili del Fuoco che la Polizia Municipale, e la Procura ha già aperto un’inchiesta. Non si esclude alcuna pista, anche se le più probabili rimangono un guasto meccanico (come farebbero pensare le testimonianze di chi ha assistito direttamente alla tragedia) e un malore. L’analisi sul mezzo e l’autopsia potranno permettere di ricostruire meglio l’accaduto, che certamente comunque avrà riflessi sulle già precarie condizioni in cui versa l’azienda.
Difficile, infatti, immaginare che possa calare un velo di rispettoso silenzio attorno alla famiglia Tomasello e al loro lutto. Più probabilmente, invece, l’evento sarà strumentalizzato e usato come arma nella battaglia ormai aperta tra Giunta e sindacati, aggravatasi peraltro negli ultimi giorni dopo le dichiarazioni del commissario Alessio Ciacci.
Quest’ultimo aveva promesso alla città che non ci sarebbero state altre emergenze, o meglio che eventuali disagi sarebbero durati non più di 24 ore. Non è stato così. Dall’inizio di questa settimana Messina è stata letteralmente invasa dai rifiuti, soprattutto le periferie, e solo adesso l’emergenza può considerarsi vicina alla risoluzione.
Ciacci e l’assessore Ialacqua hanno identificato alcuni motivi alla base dei ritardi (il solito stop mensile della discarica, la carenza di mezzi, il rodaggio del nuovo piano di raccolta), ma con enfasi hanno puntato il dito sui dipendenti, sia formalmente in conferenza stampa – parlando di anomala distribuzione di permessi e ferie, e aprendo un’indagine interna – sia informalmente sui social network, dove Ciacci si è sfogato con una certa dose di rabbia, soprattutto nei confronti di coloro che per ore si sono rifiutati di mettersi a bordo di mezzi che avevano il tagliando di assicurazione scaduto da appena un giorno (si sa, in questi casi il livello di tolleranza per veicolare è di 15 giorni).
Inevitabile, a questo punto, la reazione della Fp Cgil, che ha denunciato “gravi pressioni” sui lavoratori e minacciato azioni da intraprendere.
Dove sta la verità? Probabilmente in mezzo, tra chi per troppo orgoglio non vuole ammettere di aver compiuto degli errori e chi per difendere un posto di lavoro (magari ottenuto in modo clientelare) negli anni ha preferito far pagare alla cittadinanza il prezzo di ogni singolo malfunzionamento della macchina organizzativa. Sicuramente, comunque, essa va ricercata al di fuori della tragica vicenda di giovedì mattina, un’altra morte sul lavoro su cui non l’amministrazione comunale, ma chi governa l’Italia, dovrebbe interrogarsi.

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