Il tavolo sulle riforme finisce prima di iniziare - QdS

Il tavolo sulle riforme finisce prima di iniziare

redazione

Il tavolo sulle riforme finisce prima di iniziare

martedì 08 Luglio 2014

Scontro tra il Pd e i grillini. Di Maio (M5S): “Parliamo solo con Renzi”

ROMA – Da incontro, è diventato uno scontro. Così è accaduto ieri tra Pd e M5S, dopo le scintille che hanno sostituto il previsto “dialogo” sulle riforme. Dopo che il Pd ha annullato infatti il previsto incontro per discutere di legge elettorale e riforme istituzionali, il Movimento 5 stelle ha fatto sapere che intende parlare direttamente solo con il premier e leader democratico Matteo Renzi, perché “gli altri interlocutori non sono credibili”.
Ma alcune ore dopo, in un post sul suo blog, il leader del movimento Beppe Grillo ha attaccato duramente il Pd, dicendo che preferisce “gli incontri al chiuso” con Silvio Berlusconi e che Renzi è condizionato dai vertici di Forza Italia.
La settimana scorsa lo stesso Renzi ha confermato l’intesa con Silvio Berlusconi sul cosiddetto Italicum, cioè una legge elettorale con premio di maggioranza alle coalizioni, un possibile secondo turno, senza voto di preferenza. Ma questa mattina i grillini hanno comunque presentato una proposta di compromesso per convincere il Pd a “cambiare verso” sulla riforma elettorale.
In una conferenza stampa convocata a Montecitorio una volta saltato l’incontro con il Pd, il vice presidente della Camera Luigi Di Maio e il responsabile delle riforme del M5S Danilo Toninelli hanno illustrato un sistema basato sul doppio turno non di coalizione ma di singole liste, con il voto di preferenza e una clausola specifica per evitare le candidature al Parlamento di condannati per alcuni reati.
“Ci dispiace che si sia persa un’occasione importante. Noi abbiamo le idee chiare; dall’altra parte c’è molta confusione”, ha detto Di Maio commentando la notizia dell’annullamento dell’incontro col Pd, rinviato a data da destinarsi. Secondo il Pd, il M5S non ha fornito, come invece era stato chiesto, le risposte scritte a una serie di quesiti avanzati nei giorni scorsi sulla possibile intesa sulle riforme.
Di Maio – che nel fine settimana, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva dato la disponibilità dell’M5S su 8 dei 10 punti sollevati dal Pd – ha spiegato invece che vista la delicatezza e anche l’ambiguità di alcuni temi serviva un incontro di persona “e non uno scambio di carte bollate”, e che il movimento di Beppe Grillo resta aperto al confronto. “Ma d’ora in poi noi parliamo solo con Renzi”, ha precisato, accusando i dirigenti del Pd di “scortesia istituzionale” e di aver creato confusione sulle date del faccia a faccia, concordato la scorsa settimana con il vice segretario Lorenzo Guerini.

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