"Formazione-revolution", la Regione ai primi confronti - QdS

“Formazione-revolution”, la Regione ai primi confronti

Michele Giuliano

“Formazione-revolution”, la Regione ai primi confronti

giovedì 10 Luglio 2014

Incontrati sindacati ed enti storici: illustrato il nuovo assetto del sistema “rivoluzionato”. Si punta in qualche anno a ridurre i dipendenti degli enti a non oltre 3.500 unità

PALERMO – Primo incontro tra sindacati ed enti storici con la Regione per discutere dell’imminente riforma della Formazione professionale. è stata praticamente una prima riunione interlocutoria al Dipartimento regionale della Formazione in Sicilia più che altro per illustrare nel dettaglio i contenuti di questa sorta di “rivoluzione” del sistema che però ancora aspetta l’ok dell’Ars.
Il primo punto è quello della necessità di ridurre il personale impegnato negli enti, ed attualmente si tratta di 7.800 persone circa effettivamente assunte prima del blocco del 31 dicembre del 2008. Dopo aver tagliato tutti i lavoratori assunti dopo il blocco del 2009, e dunque non inseriti nell’albo unico, questa cifra dovrebbe essere vicina ai 7 mila addetti.
Ma su questo numero molto ancora c’è da dire: ci sono stati centinaia di ricorsi alla prima pubblicazione dell’albo provvisorio ed evidentemente qualcosa non funziona se si considera che ancora oggi non è stato varato l’elenco definitivo.
Secondo il piano di riforma almeno in mille dovranno lasciare il settore. Di questi circa 250 hanno già i requisiti per il prepensionamento, altri 200 circa potranno accedere ad un bacino di accompagnamento verso il medesimo prepensionamento in un periodo fra uno e quattro anni mentre per almeno altri 450-500 si prevede l’esodo incentivato. Per loro pronto un incentivo da 20 mila euro ciascuno con uno stanziamento complessivo di 10 milioni di euro. Con questo misura gli addetti dovrebbero scendere a circa 6.000.
Per chi non ha i requisiti per una delle due forme di prepensionamento, prevista la mobilità verso altri enti o altri settori e per questa attività vengono stanziati altri 2 milioni di euro per gli incentivi orizzontali. Questa misura dovrebbe permettere di abbattere ulteriormente il numero degli addetti intorno a 5.500.
Ci sarà poi una scrematura delle funzioni. Da questo albo andranno cancellati, per essere spostati in albo apposito, gli addetti agli sportelli multifunzionali. Si tratta di 1.800 persone la cui attività è più vicina a quella dei servizi per l’impiego che alla formazione. Lo spostamento di questo personale in progetti dedicati porta il bacino ad una quota fra 3.700 e 3.800 addetti. Ultima scrematura quella dei circa 300 addetti ai corsi Oif, ovvero dell’obbligo formativo. Gli addetti resterebbero fra 3.400 e 3.500, una quota adeguata alle esigenze della formazione di nuova generazione.
Il piano, adesso, deve passare prima di tutto dalla Giunta, poi dalla concertazione sindacale ed, infine, attende la firma dell’accordo con il Ministero prevista a giorni anche se il via libera informale è già arrivato. Intanto l’assessorato continua a tagliare sui corsi. Recentemente una serie di stop a finanziamenti hanno permesso di recuperare fondi per circa 3 milioni di euro. Il governo siciliano soprattutto dà garanzie circa la sicurezza legata alla conservazione del posto di lavoro per tutti i dipendenti degli enti regolamenti assunti prima del blocco: “Il posto di lavoro – ha sempre precisato il presidente della Regione Rosario Crocetta – continuerà ad essere garantito attraverso l’albo dei formatori, che verrà aperto anche ai giovani laureati”.
 

 
I sindacati continuano ad essere poco convinti
 
I sindacati non sono affatto benevoli nei confronti di questa riforma, vista come lacunosa e in alcuni casi anche inapplicabile. Va giù duro la Cgil: “Non vediamo quali siano le novità sulla formazione professionale. Vengono fatti alcuni annunci, e tra questi quello che entro sei mesi ci sarà la riforma. Ma di quest’ultima non viene detto praticamente nulla se non il fatto che si pensa di procedere per via amministrativa, confermando la debolezza politica di questo governo regionale”.
“Anche sugli Sportelli multifunzionali, non di competenza dell’assessore alla Formazione Nelli Scilabra ma dell’assessore al Lavoro Giuseppe Bruno, non capiamo perché si voglia rimettere in discussione l’utilizzo dei 1.800 lavoratori presso il Ciapi. C’è già una precisa norma, concordata con i sindacati, approvata dall’Ars e che ha ricevuto il parere favorevole da parte del Commissario dello Stato. Non ci risultano altre soluzioni percorribili”. “Il Dipartimento regionale della Formazione – aggiunge la Cisl – non dà alcuna risposte alle critiche mosse dalla nostra organizzazione circa l’inadeguatezza dell’azione amministrativa ed usa argomentazioni, inesistenti nella realtà”.

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