Tumore al seno, zero prevenzione per circa metà delle donne siciliane - QdS

Tumore al seno, zero prevenzione per circa metà delle donne siciliane

Antonia Cosentino

Tumore al seno, zero prevenzione per circa metà delle donne siciliane

martedì 15 Luglio 2014

Nel 2014 è prevista la diagnosi di 4.500 neoplasie nell’Isola, circa 128 casi ogni 100.000 unità. Così risulta dal Rapporto “Passi 2008-2011”, ma una mammografia in tempo può salvare

PALERMO – Sono circa 4.500 le donne siciliane che nel 2014 riceveranno una diagnosi di tumore al seno. Circa 128 casi ogni 100.000 donne. Una malattia con un’incidenza spaventosa, con oltre 400.000 casi in Italia e circa 45.000 nuovi casi all’anno, responsabile di circa 11.000 decessi nel solo 2013. Ad ammalarsi sono soprattutto le donne che vivono nel Nord Italia, anche se al Sud è più bassa la percentuale di coloro che si sottopongono ad esami diagnostici di routine come mammografia ed ecografia.
La sopravvivenza delle donne affette da cancro al seno è in crescita, a testimonianza dei grandi passi avanti fatti dalla ricerca negli ultimi trent’anni. Oggi in Italia sopravvivono 9 pazienti su 10 a cinque anni dalla diagnosi. La sfida è quella di rendere la patologia sempre più guaribile. Accanto alle terapie personalizzate in grado di sconfiggere anche le forme di questa neoplasia particolarmente aggressive, un ruolo determinante è giocato dai progressi nel campo della diagnosi e della valutazione preventiva dei rischi di malattia nelle donne sane.
Con questi obiettivi nasce "Il futuro ha bisogno di tempo", la campagna nazionale di sensibilizzazione firmata alfemminile.com, con il contributo incondizionato di Roche."Più le donne avranno le idee chiare su questa patologia – ha dichiarato Simona Zanette, AD di alfemminile.com – più avremo contribuito a sviluppare una cultura della prevenzione e della diagnosi precoce che possono davvero salvare la vita".
Secondo gli ultimi studi la mortalità si riduce di circa il 35% tra le donne che praticano la mammografia ogni due anni, anche se sono ancora molto rilevanti le disuguaglianze geografiche riguardo alla partecipazione alle campagne di screening collettivo.
"La media di coloro che eseguono gli esami diagnostici di routine in modo regolare è ancora troppo bassa. – precisa il Prof. Paolo Marchetti, responsabile dell’Oncologia medica al Sant’Andrea di Roma – Eppure le guarigioni sono in aumento proprio grazie alla diagnosi precoce e alla disponibilità di nuove terapie sempre più efficaci che permettono di trattare anche le forme più aggressive di questa patologia".
Ciò nonostante la cultura della prevenzione fa fatica ad entrare nelle abitudini delle donne italiane e delle siciliane in particolare, dato che le statistiche collocano l’isola tra le ultime regioni. Secondo il rapporto Passi 2008-2011 solo il 61,64% delle donne siciliane tra i 25 e i 64 anni dichiara di essersi sottoposta ad un pap-test negli ultimi tre anni, mentre la media nazionale è del 75,36%, così come solo il 50,6% ha eseguito una mammografia contro una media italiana del 69,8%.
A sostenere la campagna anche Salute Donna, un’associazione di volontariato nata nel 1994 all’Istituto dei Tumori di Milano per volontà di Annamaria Mancuso, che avendo vissuto questa esperienza in prima persona ha molto a cuore l’importanza dell’informazione: "continuare a parlare, e a far parlare, delle diverse forme di tumore al seno è fondamentale – dichiara – per mettere in atto un percorso virtuoso che vede al centro la paziente, circondata e supportata, oltre che dalla propria famiglia e dagli specialisti che l’hanno in cura, da una rete di aiuto per far fronte al disagio psicologico, come alle impellenze materiali, ma anche di condivisione dell’esperienza, che la fa sentire meno sola e, quindi, la rende meno vulnerabile".

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