Mare, la Sicilia promossa in ritardo - QdS

Mare, la Sicilia promossa in ritardo

Maria Francesca Fisichella

Mare, la Sicilia promossa in ritardo

martedì 22 Luglio 2014

Rapporto sulla qualità delle acque di balneazione pubblicato sul sito del ministero della Salute, ma è riferito all’anno passato. Nel Bel Paese eccellente per qualità l’87,2 per cento delle acque, peccato per la tempistica inutile

CATANIA – La qualità delle acque di balneazione in Sicilia si presenta “eccellente”, nel suo insieme. A confermarlo i dati emersi dall’annuale “rapporto sulla qualità delle acque di balneazione. Dati stagione balneare 2013”, pubblicato in questi giorni sul sito del ministero della Salute. L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di acque di balneazione, circa un quarto del totale di quelle europee: 5.511 totali di cui 4.880 marine e 629 interne. L’87,2 per cento raggiunge una qualità eccellente, il 2,5 per cento, invece, scarsa qualità. Segue la Francia con 3.331 e la Germania con 2.296.
In questo contesto il ministero della Salute svolge a livello nazionale un ruolo di coordinamento per quanto riguarda la gestione delle acque di balneazione ed è sempre il ministero competente per l’invio dei dati di monitoraggio alla Commissione europea.
La direttiva 76/160/Cee sarà abrogata a decorrere dal 31/12/2014 ed entro la fine della stagione balneare 2015 tutti gli Stati europei dovranno classificare le acque di balneazione secondo le prescrizioni della nuova direttiva, recepita dall’Italia mediante il D.L.vo 116 del 30/05/2008 e attuata mediante il decreto ministeriale del 30/03/2010, che definisce i criteri per il divieto di balneazione.
I punti chiave della direttiva 2006/7/CE sono: individuazione di parametri più significativi per il rischio sanitario, in considerazione degli studi epidemiologici dell’Oms; passaggio dal monitoraggio alla gestione integrata della qualità; coerenza con la direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE e con altre direttive ambientali correlate ( reflui urbani e nitrati); disponibilità di informazioni migliori e di più rapida diffusione grazie alle nuove tecnologie, quali Internet e sistemi informativi georeferenziati; miglioramento ed espansione dei processi di partecipazione (convenzione di Aarhus).
Sono le Arpa o le strutture tecniche regionali preposte al monitoraggio che caricano le analisi sul portale del ministero. In caso di anomalie avvisano il sindaco e il ministero della Salute, il primo cittadino, infatti, emette in tal caso un’ordinanza e la invia immediatamente al ministero della Salute al fine di rendere visibile al cittadino la qualità delle acque di balneazione.
A fine stagione balneare vengono completati i cinque report da inviare alla Ue da parte delle Regioni, validati sul portale del ministero che invia alla CE entro il 31 dicembre di ogni anno i cinque report nazionali e successivamente verifica la valutazione da parte della Commissione europea. Tra maggio/giugno si avrà la pubblicazione del rapporto europeo e del rapporto nazionale. Da quest’anno, si potrà effettuare la prima classificazione con i dati di monitoraggio, effettuato dal 2010 secondo i criteri della direttiva 2006/7/CE (4 anni).
Come strumento di informazione il ministero della Salute ha realizzato il “Portale Acque”, facilmente accessibile e consultabile dal cittadino. Attraverso una mappa georeferenziata (come si fa cenno nella direttiva) è possibile conoscere lo stato di salute del proprio comune di appartenenza o della località in cui si desidera trascorrere le vacanze. Già dalla stagione 2013 è disponibile un’applicazione del Portale Acque del ministero della Salute per dispositivi mobili, che può utilizzare alcune funzionalità del device, così, ad esempio, la funzione di geolocalizzazione per individuare le aree di balneazione più prossime alla posizione geografica del device.

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