In tutto il mondo in agosto si lavora - QdS

In tutto il mondo in agosto si lavora

Carlo Alberto Tregua

In tutto il mondo in agosto si lavora

martedì 29 Luglio 2014

Ma giustizia e politici in ferie

In Argentina, la giustizia si ferma per 45 giorni in estate e per 15 giorni in inverno, mentre in tutte le altre parti del mondo la giustizia è sempre attiva e pronta a rispondere alle esigenze dei cittadini, salvo che in Italia dove si ferma dal primo agosto al 15 settembre.
I politici, che lavorano molto, sudano, si affaticano e sono stressati, non vedono l’ora di mettersi in ferie intorno all’8/10 di agosto e starsene beatamente a mare, in montagna o girare il mondo almeno per trenta o quaranta giorni.
In Italia, ai tempi di Agnelli, le industrie chiudevano le quattro settimane di agosto. All’avvocato questo conveniva perché vigeva la regola che quello che va bene per la Fiat va bene per l’Italia.
In tutto il mondo in agosto si lavora, ma anche in Italia, tolte le categorie privilegiate, tutti lavorano. La grande distribuzione non chiude mai, le fabbriche hanno ridotto all’osso il periodo di chiusura perché preferiscono adottare i turni di lavoro. I servizi privati non si fermano mai, ma anche la pubblica amministrazione rimane aperta e poliziotti, carabinieri e finanzieri lavorano h 24. Lo stesso vale per personale di volo, ferrovieri, autisti di linee su gomma, medici, infermieri e via enumerando.

Le categorie dei privilegiati includono tutti i dipendenti e dirigenti pubblici che hanno un contratto di lavoro di trentasei ore diviso in sei giorni e, perché no, la nostra categoria di giornalisti ancora più privilegiata perché gode di un contratto di trentasei ore settimanali da lavorarsi solo in cinque giorni.
Tutti gli altri lavoratori hanno contratti intorno alle 40 ore settimanali. Ma in periodi di crisi, quando si stringe la cinghia, si deve lavorare di più per portare a casa gli stessi soldi o anche di meno.
In Italia e solo in Italia esiste il termine di precario. Lo considero un insulto a un cittadino che lavora sol perché il suo rapporto abbia un termine. In tutto il mondo i rapporti di lavoro prevedono un inizio e una possibile fine, lasciando al merito e alla convenienza fra le parti mantenerli in vita o farli cessare.
In oltre 56 anni di lavoro, secondo quella becera definizione, sono stato sempre un precario perché ho lavorato anche per terzi, pronto ad andarmene quando non mi piaceva o ad essere cacciato via.

 
Qualcuno obietta che da noi le ferie si devono prendere in agosto perché c’è caldo. è una meschina giustificazione perché vi sono tante attività manuali, artigianali e imprenditoriali nelle quali la gente lavora sudando e affaticandosi, ma senza lamentarsi.
I nullafacenti e i parrucconi si lamentano sempre, anziché essere positivi e propositivi, per capire quando vi sono periodi di emergenza, quando la casa brucia.
Per fortuna la maggioranza degli italiani è fattiva e composta da persone che hanno buoni sentimenti, lavorano e non si lamentano. Quelli che, invece, si lamentano denotano pochezza mentale e immaturità perché ricercano immotivatamente la considerazione altrui, facendo la parte di Calimero.
Auguro a tutti i miei lettori e ai cittadini un agosto lavorativo, pieno, senza cedimenti. Fermo restando che le ferie vanno prese e godute, ma possibilmente nell’arco dei dodici mesi. Anche in inverno ci si può riposare magnificamente se la voglia di distrarsi è dentro di noi senza la bulimia delle cose materiali.

I sentimenti debbono guidarci. La comprensione dei bisogni dei soggetti deboli. La consapevolezza di dover essere utili agli altri. Riposarsi sì, ma fare in modo che gli altri non stiano tanto male, facendo quello che è possibile per aiutarli.
I club service members spendono cifre notevoli per le loro riunioni. Farebbero più bella figura se limitassero alle arachidi il loro fabbisogno e ospitassero quelle fasce di popolazione bisognose cui cucinare e servire pranzi e cene. Personalmente quando partecipo a conviviali vado via prima che si cominci a somministrare i cibi.
Scrivo questo perché contrario al detto che i panni sporchi si lavano in famiglia. No. D’accordo col collega Gian Antonio Stella, i panni sporchi si lavano in piazza. Che c’entra tutto questo con l’agosto lavorativo? C’entra, eccome! Lavorare è un dovere più che un diritto, riposare si deve solo quando si può. Di fatica non si muore, di ozio sì, ma ci salva quello creativo.

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