“Ci sono circa 15 mila iscritti. Sono presidente da gennaio e credo che chi rappresenta un organismo come questo abbia l’obbligo non solo morale ma anche politico e professionale di spendersi per la categoria nel tentativo di affrontare e risolvere problematiche che sono per noi ataviche. La logica della Consulta rimane forte dal momento che viviamo in una realtà territoriale che gode di un’autonomia statutaria che le consente su molti settori di intervenire con delle norme. Credo nella risorsa dello Statuto autonomo nella misura in cui lo si riesce ad utilizzare. Oggi forse è diventato più limite che risorsa, dobbiamo cercare di invertire questa rotta in un momento in cui sentiamo un vuoto della politica e Governo e Ars non riescono a legiferare per incapacità o disinteresse o perché gli equilibri politici alla fine sono tali che è meglio non fare piuttosto che fare”.
“A me interessa il rapporto con quella politica che è capace di ascoltare e portare a compimento quei percorsi per noi indispensabili. Abbiamo iniziato un’interlocuzione con il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e il presidente della IV Commissione Giampiero Trizzino ma anche con alcuni assessorati. Siamo anni luce indietro dal punto di vista normativo rispetto al resto d’Italia pur trovandoci in una porzione di territorio che dal punto di vista delle questioni ambientali e paesaggistiche merita più attenzione. In una riunione alla IV Commissione dell’Ars abbiamo parlato dell’inderogabile necessità di recepire in Sicilia il Regolamento 380/2001, un regolamento attuativo in materia di edilizia che in Italia vige da 13 anni e che in Sicilia non è stato mai accolto. A breve questa bozza di legge, in qualche punto modificato e integrato rispetto al testo nazionale, sarà presentata ed entro settembre dovrebbe essere approvata”.
“Noi tecnici lamentiamo la mancanza di regole e tempi certi quindi il fatto che finalmente si possa adottare un regolamento che unifichi le procedure al resto d’Italia e che elimini la serie di accavallamenti fra norme e circolari che rendono impossibile muoversi nell’ambito dell’edilizia significa semplificare e creare maggiore opportunità di investimenti che è l’obiettivo primario che ruota intorno a dei punti per noi imprescindibili: mercato-lavoro-professione”.
“In una realtà che dovrebbe proiettarci oltre viviamo un limite che è territoriale, infrastrutturale economico e quindi professionale e che non accettiamo più perché ci sono tutte le condizioni nella nostra terra per poterci esprimere e dare un contributo, quello che gli architetti in tutte le altre parti del mondo danno attraverso la bellezza della qualità abitativa. Visto che finora la politica, a cui forse abbiamo dato troppa delega piena, ha fallito e non volendo rinunciare alle nostre prerogative, incalzeremo e presseremo ma in modo costruttivo e propositivo. Ricordo che l’articolo 12 dello Statuto dice che tutti gli operatori di settore devono essere coinvolti nel processo legislativo che riguardano materie di competenza, cosa che finora non è stata tenuta in considerazione”.
“Intanto verificheremo il recepimento entro settembre del regolamento 380/2001. Altro obiettivo è il varo di una norma transitoria che è pronta e consegnata all’Ars e in IV Commissione, che dovrebbe servire ai Comuni della Sicilia, anche alle piccole realtà, ad accedere ai bandi europei attraverso la progettazione preliminare, la cui redazione è molto più semplice rispetto ad un progetto definitivo o ancor più esecutivo. Questa proposta è stata sottoscritta da tutte le sigle di categoria e dall’Anci Sicilia e facilita l’accesso ai fondi superando quella carenza progettuale di cui molti Enti locali soffrono”.
“È triste constatare che ci sono finanziamenti europei che non si riescono a spendere e credo che la responsabilità sia anche della classe dirigente della Regione, fino ad oggi non aperta al confronto. Un documento legato al Fesr, inviato come bozza, è stato restituito da Bruxelles con evidenziati moltissimi errori. Ad aprile la Consulta aveva chiesto al dirigente generale del dipartimento della Programmazione, Vincenzo Falgares, di partecipare ai lavori del tavolo previsto, ma il funzionario non “ha avuto il tempo” di prendere in considerazione la nostra disponibilità. È inaccettabile”.
“Ci confronteremo con quello che sta facendo la politica, ma come Consulta presenteremo una nostra proposta. La norma con la quale sono state abolite le province ha ridisegnato l’assetto del territorio e in che modo ce lo diranno gli atti di regolamentazione; prima di avventurarsi in una riforma quindi dovremmo conoscere il nuovo scenario”.
“Tutti i processi normativi legati alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio devono scaturire dalla concertazione e considerando il territorio una risorsa. Così non è avvenuto e sono stati fatti Piani paesaggistici e di Ambito provinciali con dei limiti. Abbiamo segnalato all’assessorato ai Beni ambientali le criticità proponendo di ridisegnare il Piano paesaggistico regionale con dei riferimenti aggiornati”.
Quanti sono gli iscritti all’ordine degli architetti della provincia di Messina e che bilancio può fare ad un anno dalla sua elezione?
“Ci sono circa duemila iscritti. Chi rappresenta un’istituzione si espone in prima persona ma senza un gruppo che collabora e dedica il suo tempo alla causa comune non ci sarebbero risultati. Devo dire che sono ben supportato da professionisti di diversa età ed esperienza”.
“Il tema della formazione è diventato centrale. Abbiamo cercato di fare comprendere ai nostri iscritti che la formazione è un’opportunità e, in questo primo anno, sono stati già messi a disposizione dei colleghi oltre un centinaio di crediti. La norma prevede che quest’anno ne debbano essere concretizzati 16 per iscritto più quattro in ambito della deontologia professionale e dei compensi. Sono stati trattati vari aspetti della professione con particolari approfondimenti sulle nuove tecnologie”.
“In questo momento continuo a nutrire fiducia, intanto nel sindaco e nella Giunta che lui rappresenta, ma è una fiducia che non è illimitata e sempre fino a prova contraria. Abbiamo una serie di intenti condivisi e con Renato Accorinti c’è un rapporto umano, personale e politico eccezionale. Da qui a brevissimo abbiamo da evidenziare una serie di criticità legate ad interventi programmati che potrebbero devastare il nostro territorio. Una presa di posizione, la nostra, a salvaguardia della città e non certo della categoria. Evidenzieremo, inoltre, alcuni interventi che potrebbero essere realizzati senza attendere la redazione del nuovo Prg e qua capiremo fino a che punto è capace l’amministrazione di ascoltare le istanze della città”.