Elezioni, candidati a doppio turno - QdS

Elezioni, candidati a doppio turno

Carlo Alberto Tregua

Elezioni, candidati a doppio turno

venerdì 01 Agosto 2014

Preferenze fonte di corruzione

L’Italicum è stato approvato alla Camera. Passando al Senato, senza modifiche, diventerebbe legge elettorale definitiva. Se invece subisse modifiche, dovrebbe ritornare alla Camera, ipotesi più probabile.
La guerriglia dei dissidenti di Pd e Forza Italia rispetto al Ddl nasconde la voglia di contrastare l’azione di governo e la paura che con la nuova legge elettorale  i parlamentari di Sel, Fratelli d’Italia, una parte dell’Ncd, la dissolta Scelta Civica e altri andrebbero a casa.
Tutti sono avvitati alle loro poltrone, ricche di stipendi, indennità e vitalizi. Tanti senzamestiere che sul mercato non saprebbero che cosa fare. Tuttavia, si debbono rassegnare, perché prima o dopo la legge elettorale sarà varata e se il Parlamento non avrà la capacità di approvare le riforme proposte da Renzi, inevitabilmente sarà sciolto. Così si passerà a compagini concludenti, omogenee, che vadano nella direzione indicata  dal popolo italiano quando ha approvato l’offerta politica dell’ex sindaco di Firenze con il 40,8% di suffragi.

Chi propone l’introduzione delle preferenze, o è in malafede o ha la memoria corta. Infatti, esse sono state sempre fonte di malaffare, di congreghe, di catene e accordi fra diversi, come è peraltro avvenuto nelle ultime elezioni europee, quando con le tre preferenze sono stati eletti deputati che da soli non ce l’avrebbero fatta. è  stata attuata la regola: io do un voto a te, tu dai un voto a me.
Lo scambio, di reciproca convenienza tra le parti, ha potuto comportare interessi anche finanziari. Si dirà che la legge potrebbe prevedere una sola preferenza, anziché preferenze multiple. Ma questo nessuno l’ha detto, perché chi l’ha proposto pensava agli scambi tanto deleteri del passato e del presente.
Chi ha indicato come vera democrazia la capacità di ogni elettore di scegliere il candidato, eliminata l’ipotesi delle preferenze per le ragioni prima descritte, dovrebbe proporre l’unico sistema di vera scelta democratica: il collegio uninominale a doppio turno, sul modello della legge elettorale dei sindaci. Solo questo tipo di legge elettorale consente che l’eletto abbia sempre la metà più uno dei voti al secondo turno.

 
Leggiamo su diversi quotidiani degli articoli con un titoletto in corsivo: “il retroscena”. Ci sembra una cosa insensata. Ci chiediamo come un giornalista possa scrivere un editoriale o un servizio senza avere esaminato i fatti che descrive, che partono dalle cause, cioè dal retroscena. È evidente che un giornalista degno di questo nome non può che partire dal retroscena. E allora qual è la necessità di evidenziarlo come se si trattasse di un’operazione straordinaria? Sempre ci dev’essere scritto il retroscena in testa a un qualunque servizio giornalistico.
Perché scriviamo questo? E cosa c’entra con l’esercizio democratico delle elezioni? C’entra perfettamente, perché la stampa scritta e televisiva non fa il suo mestiere in maniera deontologica e non spiega con chiarezza tutto quello che c’è sotto in ogni manifestazione, presa dai superficiali messaggi, necessariamente sintetici, delle agenzie di stampa, che devono costituire un punto di partenza, non il contenuto degli articoli, come accade spesso.

I giornalisti preparati e corretti dovrebbero spiegare ai loro lettori cosa c’è dietro a tutta la storia della legge elettorale. Si nascondono intendimenti egoistici, giochetti che tendono ad acquisire vantaggi, il tutto in danno di ignari cittadini. È ovvio che da ciascun congegno della legge elettorale possano uscire risultati diversi. Ecco perché è indispensabile che i diversi meccanismi siano resi chiari al pubblico con onestà.
Le liste bloccate corte, previste dall’Italicum, sono state dichiarate quasi legittime dalla Corte costituzionale. È ovvio che consentono alle segreterie dei partiti di organizzare il consenso e quindi l’inserimento nelle liste dei candidati in base alle proprie convenienze, che sono opposte a quelle dei cittadini.
Ribadiamo che una modifica nel senso del collegio a doppio turno sarebbe la soluzione migliore perché i cittadini potrebbero scegliere con chiarezza il candidato da eleggere, sempre con la metà più uno dei suffragi.
Scriviamo queste note per il mese di agosto, che auspichiamo veda al lavoro il Parlamento nazionale e –  perché no? –  quello regionale.

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