Studenti-pendolari al Sud, lavoratori al Nord - QdS

Studenti-pendolari al Sud, lavoratori al Nord

Adriano Zuccaro

Studenti-pendolari al Sud, lavoratori al Nord

martedì 05 Agosto 2014

Il 15° censimento generale della popolazione e delle abitazioni relativi agli spostamenti per motivi di studio o di lavoro. Il 41,6% dei siciliani in coda per raggiungere luoghi di studio; auto in testa, mezzi pubblici inutilizzati

PALERMO – Aumenta il numero di persone che ogni giorno effettuano spostamenti per recarsi sul posto di lavoro o di studio, in dieci anni (2001-2011) sono cresciute di circa 2,1 milioni. Parliamo di 29 milioni di cittadini italiani (48,6% della popolazione residente).
Circa due terzi dei residenti che quotidianamente si spostano lo fanno per motivi di lavoro, un terzo per raggiungere la scuola o l’università. Lo rileva l’Istat che diffonde i dati definitivi del 15° censimento generale della popolazione e delle abitazioni relativi agli spostamenti pendolari per motivi di studio o di lavoro.
La geografia degli spostamenti risulta differenziata sul territorio per via della diversa struttura per età e delle diverse situazioni lavorative. Le regioni dove ci si sposta di più per motivi di lavoro sono quelle del Nord, dove generalmente i tassi di occupazione sono più elevati. Le percentuali più elevate di spostamenti per lavoro si riscontrano in Valle d’Aosta (72,2%), Emilia Romagna (71,3%) e Friuli Venezia Giulia (71,1%), mentre nelle regioni del Sud e nelle isole le quote sono più basse. La Sicilia si ferma a quota 58,4%.
Nelle regioni del Sud sono invece più rilevanti gli spostamenti quotidiani dei giovani per raggiungere il luogo di studio, con le incidenze più alte in Campania (45,1%), Sicilia (41,6%) e Puglia (40,3%) mentre la Lombardia, ad esempio, non supera il 30,3%.
Complessivamente, prendendo in esame la percentuale di residenti che giornalmente esce dall’alloggio di dimora abituale per raggiungere il posto di lavoro, la scuola o l’università notiamo che è più elevata nelle province autonome di Bolzano (57%) e Trento (56,2%) seguite da Lombardia (54,1%), Veneto (53,6%), Emilia-Romagna (53,1%) e Valle d’Aosta (52,7%). Al di sotto del valore medio nazionale si collocano tutte le regioni del Sud, con le incidenze più basse registrate in Sicilia (41,3%) e Calabria (41,5%), nonché la Liguria (46,8%).
Per recarsi al lavoro o nel luogo di studio più di otto persone su dieci (84,2%) utilizzano un mezzo di trasporto. L’automobile resta la scelta più diffusa, la usa il 44,9% dei residenti come conducente e il 15,9% come passeggero. Soltanto il 13,4% opta per i trasporti pubblici (o privati) collettivi come treno, tram, metropolitana, corriera, il 3,5% ricorre ai mezzi a motore a due ruote (motocicletta, ciclomotore e scooter) e un altro 3,3% va in bicicletta. Chi si muove per motivi di lavoro fa generalmente più strada rispetto agli studenti. Infatti, gli spostamenti all’interno della stessa provincia sono pari nel primo caso al 36,7% contro il 21,1% del secondo come pure gli spostamenti nella stessa regione, in altre regioni o all’estero. Cumulativamente, questi ultimi rappresentano il 9,4% degli spostamenti legati al lavoro e il 4,9% di quelli per studio. Gli studenti si muovono prevalentemente all’interno dello stesso comune (il 74% contro il 53,8% per motivi di lavoro).
Scende sensibilmente la quota di coloro che impiegano "fino a 15 minuti" per raggiungere il luogo di studio o di lavoro (58,7% nel 2001, 55,1% nel 2011) e, in misura più lieve, quella di chi impiega "da 31 a 45 minuti" (8,5% nel 2001, 7,8% nel 2011), mentre aumentano le quote di chi ha tempi di percorrenza tra i 16 e 30 minuti (da 24,8 a 26,4%) e oltre i 45 minuti (dall’8 al 10,7%). A utilizzare di più i mezzi pubblici sono le donne (6,3% contro il 3,1% per gli uomini) e il treno (4,9%, 3,5% per gli uomini). Il 5,8% dei maschi va al lavoro in moto o in scooter, mezzo utilizzato solo dal 2% delle donne che invece preferiscono la bicicletta (4,1%, 3,5% per gli uomini).
 
Rispetto al 2001, l’automobile si usa di più come passeggero (14,4% del 2001) sono aumentati gli utenti dei trasporti pubblici (12,9% del 2001) e gli utilizzatori della bicicletta (2,9% del 2001), mentre risultano in calo l’uso di mezzi motorizzati a due ruote (4,7% del 2001) e l’andare a piedi (16,9% del 2001). I Siciliani residenti in famiglia continuano ad amare l’auto privata (il 41,8% la usa come conducente e il 22,5% come passeggero; 5% va in moto. Il 19,1% va a piedi ma solo l’1% usa tram, treno o metro; scendiamo allo 0,5% se consideriamo coloro che utilizzano la bicicletta.
 

 
Comuni con almeno 250.000 abitanti. Mobilità maggiore a Bologna
 
PALERMO – Considerando i comuni d’Italia con almeno 250 mila abitanti manteniamo la stessa situazione riscontrata nei dati globali: la percentuale di residenti della zona settentrionale e centrale che si sposta per motivi di lavoro è superiore alla media nazionale, mentre valori più bassi si registrano al Sud. Leader della classifica è Bologna col 73% della popolazione residente che si sposta giornalmente per motivi di lavoro. Medaglia d’argento a Venezia (70,8%), bronzo a Genova 70,7%. Chiude la classifica Napoli col suo 54,6%, penultima Palermo 57,9% e terzultima Catania (58%). Se guardiamo, invece la percentuale di residenti che si sposta giornalmente per motivi di studio abbiamo al primo posto Napoli al 45,4% (che chiudeva la classifica sul lavoro), segue Palermo al 42,1% e Catania al 42%. Spostamenti meno pesanti per i bolognesi: solo il 27% degli studenti è costretto a spostarsi, bene anche Genova (29,3%) , Milano (29,5%), Torino (29,6%) e Firenze (29,6%). In termini di valori assoluti la maggiore mole di persone costrette a spostamenti è, ovviamente registrata nella capitale seguita a debita distanza da Milano.

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