Disastro Sicilia dieci soluzioni - QdS

Disastro Sicilia dieci soluzioni

Carlo Alberto Tregua

Disastro Sicilia dieci soluzioni

venerdì 15 Agosto 2014

Crocetta e soci fuori dalla realtà

I consiglieri-deputati regionali non vedevano l’ora di andare in ferie, affaticati dai pesanti lavori che hanno svolto da settembre dello scorso anno. Nella nostra rubrica pubblichiamo quanto è costato ogni deputato, esattamente 300 mila euro l’anno, pari a 2.272 € per ogni giorno lavorato.
Quali qualità hanno le leggi approvate? Pessime, anzi quasi nessuna, dal momento che vengono regolarmente falcidiate dal commissario dello Stato, il bravo prefetto Carmelo Aronica, che non fa sconti a nessuno (compresa la Finanziaria ter, approvata alle ore 5:30 del mattino di venerdì 1 agosto).
Al riguardo dobbiamo citare la nostra segnalazione relativa all’articolo 39 del ddl, nel quale mani incompetenti hanno inserito l’odiosa discriminazione tra i giornalisti (sezione professionisti) e i pubblicisti violando così la parità costituzionale di diritti e doveri di coloro che sono iscritti all’albo unico dei giornalisti.
L’incompetenza di chi scrive le leggi regionali copre spesso la malafede, con l’obiettivo di non far funzionare le leggi medesime.

Fin dal giorno della sua elezione (28 ottobre 2012) Crocetta ha percorso la via istituzionale della presidenza in modo altamente inefficiente. La sua inconcludenza sta diventando storica perché sotto il suo governo la Sicilia ha perduto circa 3 punti di Pil.
Egli non è stato capace di fermare la disastrosa discesa che abbisognava di importanti riforme e, soprattutto, la cacciata di qualche centinaio di dirigenti incapaci e corrotti. Poi, doveva mettere in sicurezza i conti regionali, col taglio di tutte le spese clientelari, relative agli apparati e la destinazione delle risorse così recuperate a cofinanziare i progetti già finanziati da fondi Ue e statali.
I due presidenti della Regione precedenti (Cuffaro e Lombardo) hanno rovinato la Sicilia, ma da Crocetta ci si aspettava una ventata di novità  mentre egli ha continuato a cercare risorse per finanziare i clientes e tutti gli altri privilegiati che parassitariamente hanno attinto in questi decenni alle casse regionali, tanto faticosamente riempite dalle imposte pagate dai siciliani.
Egli non ha avuto il coraggio di dire ai componenti di quelle sigle astruse (Pip, Asu, Forestali, precari regionali, dipendenti Resais, ecc.) che dovevano andare a casa.
 

Avere privilegiato tutti costoro e dimenticato i 351.000 disoccupati (Istat, dicembre 2013) è stata una grave colpa, un’imperdonabile colpa. Ma Crocetta è stato invischiato in tutti i balletti dei consiglieri-deputati che lo sostengono (si fa per dire), in giri di poltrone inutili perché i sederi sono i medesimi, giri di assessori inutili perché prenderne uno incompetente per sostituirne un altro incompetente è inutile.
Eppure vi sono i rimedi per dare una svolta alla Sicilia, più volte elencati su queste colonne, e che vogliamo riassumere per titoli:
1. Rimettere in equilibrio i conti tagliando gli apparati, non i servizi.
2. Emettere una ordinanza presidenziale con la quale tutte le amministrazioni della Sicilia (fuorché quelle statali) devono comprare beni e servizi a prezzi Consip o al minor prezzo di ciascun bene o servizio pagato da qualunque amministrazione della Sicilia.
3. Digitalizzare tutte le procedure, semplificandole, inserendo tempi certi per il rilascio di autorizzazioni e concessioni e simili. 
4. Disporre che tutti i dirigenti debbano (non possano) rilasciare i provvedimenti amministrativi richiesti in 30 giorni qualora non negati (pena la risoluzione del contratto dirigenziale).
5. Tagliare tutte le indennità ai privilegiati perché raccomandati.
6. Attivare una task force per l’attrazione da tutto il mondo di convegni e congressi in collaborazione con albergatori e agenti turistici.
7. Ridurre tutte le spese all’essenziale sia della Regione che dei Comuni.
8. Istituire una task force per l’attrazione di investimenti in tutti i settori economici da tutto il mondo.
9. Realizzare un piano per il riassetto idrogeologico del territorio (prevenire costa meno che risarcire).
10. Preparare un progetto per la messa in sicurezza antisismica di 1,3 mln di immobili a rischio utilizzando il credito d’imposta e abbattendo gli interessi sui mutui.
Ci fermiamo, anche se vi sono altre soluzioni per risolvere problemi minori. L’importante è che Crocetta inverta il suo modus operandi, spieghi ai siciliani che intende servirli e ai privilegiati che intende cacciarli. Faccia l’una o l’altra, con trasparenza.

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