Gup: "Creato un sistema di favori tra imprese e politica" - QdS

Gup: “Creato un sistema di favori tra imprese e politica”

redazione

Gup: “Creato un sistema di favori tra imprese e politica”

martedì 26 Agosto 2014

Depositate le motivazioni della sentenza di condanna a 6 anni e otto mesi di Lombardo. Il perchè della sentenza di concorso esterno in associazione mafiosa

CATANIA – Sono state depositate le motivazioni della sentenza di condanna a sei anni e otto mesi di reclusione all’ex presidente della Regione Siciliana e leader del Mpa, Raffaele Lombardo per concorso esterno all’associazione. La sentenza è stata emessa il 19 febbraio del 2014, dal Gup di Catania, Marina Rizza, a conclusione del processo che è stato celebrato col rito abbreviato dopo che il Gip Luigi Barone ne aveva disposto l’imputazione coatta a fronte della richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Il procedimento era nato da uno stralcio dell’inchiesta Iblis avviato su indagini dei carabinieri del Ros su rapporti tra mafia, imprenditori, politici e amministratori. Le motivazioni sono contenute in 325 pagine firmate dal Giudice per l’udienza preliminare Marina Rizza, che le ha depositate lo scorso 18 agosto.
 
Raffaele Lombardo – è scritto nelle motivazioni – ha "sollecitato, direttamente o indirettamente, i vertici di Cosa nostra a reperire voti per lui e per il partito per cui militava (le regionali in Sicilia del 2001 e nel 2008 e le provinciali a Enna nel 2003) ingenerando nei medesimi il convincimento sulla sua disponibilità a assecondare la consorteria mafiosa nel controllo di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici".
Secondo il giudice, l’ex governatore avrebbe "determinato e rafforzato il proposito dei capi e dei partecipi della medesima associazione di acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o il controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici" e di "ostacolare l’esercizio del diritto di voto e di procurare voti per sé e per altri". Per il Gup Rizza appare "provato" che Raffaele Lombardo abbia "contribuito sistematicamente e consapevolmente", anche mediante "le relazioni derivanti dalla sua pregressa militanza in più partiti politici", alle "attività e al raggiungimento degli scopi criminali dell’associazione mafiosa" per "il controllo di appalti e servizi pubblici". Il Gup ritiene che l’ex presidente della Regione con "la promessa di attivarsi in favore dell’associazione mafiosa nell’adozione di scelte politiche e amministrative abbia intenzionalmente ingenerato, mantenuto e rafforzato il diffuso convincimento sulla sua completa disponibilità alle esigenze della consorteria".
 
"Però il contributo più rilevante, concreto e effettivo prestato dal Lombardo all’associazione Santapaola-Ercolano" secondo il Giudice, "a ben vedere, consiste nella creazione" di un "complesso sistema organizzativo ed operativo di cui facevano parte, quali componenti parimenti necessari, gli imprenditori ‘amici’ e gli esponenti della ‘famiglia’, creando vantaggi di cui beneficiava anche l’associazione mafiosa". Il ‘modus operandi’, ritiene il Gup, era sempre lo stesso "acquistavano terreni agricoli nella prospettiva di ottenerne la variazione di destinazione urbanistica, e poi realizzare elevati guadagni con la plusvalenza" della proprietà. Il Giudice cita l’esempio di quattro casi: il piano di costruzione di alloggi per militari Usa di contrada Xirumi, non realizzato, e tre centri commerciali, dei quali uno solo è stato costruito.

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