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Catania – Assunto in ospedale a Giarre nel 2005. Ha lavorato per soli 15 giorni

redazione

Catania – Assunto in ospedale a Giarre nel 2005. Ha lavorato per soli 15 giorni

giovedì 28 Agosto 2014

Il medico: “Sono sereno, è tutto secondo la legge”. L’Asp3 indaga

GIARRE (CT) – Quindici giorni di lavoro in 9 anni: sarebbe il “record” di presenze di un medico del pronto soccorso dell’ospedale di Giarre che, assunto nel 2005, sarebbe stato nel reparto del Sant’Isidoro poco più di due settimane. L’episodio sarebbe al centro di accertamenti interni avviati dall’Asp3 di Catania dopo le segnalazioni giunte dall’ospedale. Il medico, messinese, usufruisce di una borsa di studio dall’1 giugno del 2005 al 31 ottobre del 2008. Il giorno del rientro chiede un congedo parentale fino al 31 maggio. Dal 4 al 21 maggio presta servizio al pronto soccorso del Sant’Isidoro di Giarre. Poi dal 22 maggio al 22 luglio è assente per malattia. Successivamente ottiene un permesso fino al 30 giugno scorso per una borsa studio e attualmente è in aspettativa per un dottorato di ricerca che scadrà il 31 dicembre del 2016. L’Asp ha inoltre avviato accertamenti sul sito web personale del medico, che svolgerebbe un’attività privata libero professionale.
“Sono perplesso, ma non preoccupato: ho usufruito di permessi non retribuiti previsti dal contratto nazionale di lavoro per frequentare dei corsi di specializzazione”. Così il medico avrebbe difeso la sua posizione. L’assenza prolungata dall’ospedale, inoltre, “non ha procurato alcun danno all’Asp3 e neppure al pronto soccorso dell’ospedale di Giarre. I permessi di cui ho usufruito – spiega – erano non retribuiti: io mi sono mantenuto con le borse di studio, che sono inferiori allo stipendio, e ho dovuto pagare tasse e iscrizione di tasca mia. E durante le mie assenze sono stato sostituito da una collega”. “In questi anni – continua il medico – nessun dirigente dell’Asp avrebbe firmato delle aspettative senza che fossero previste per legge”.
Il direttore sanitario dell’Asp3 di Catania, Franco Luca, di contro risponde: “è vero, la legge è stata rispettata, ma l’ultimo permesso è retribuito e noi non possiamo sforare il budget e sostituirlo. Questo ci crea problemi di organico nell’assistenza ai malati e quindi vedremo se ci sono le condizioni per revocare l’aspettativa. I precedenti permessi – sottolinea Luca – erano non retribuiti, e questo ci ha consentito di sostituire il medico al pronto soccorso. Adesso non è più così e abbiamo un problema di organico perché non possiamo sforare i costi previsti”. Più in generale, annuncia il direttore sanitario, “abbiamo avviato dei controlli sui permessi, sull’opportunità di concederli dove c’è carenza di personale se non è strettamente necessario e indispensabile”.

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