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Messina – Un piano di sviluppo per l’Atm. Più chilometri per bus e tram

Francesco Torre

Messina – Un piano di sviluppo per l’Atm. Più chilometri per bus e tram

venerdì 29 Agosto 2014

Tra le azioni in vista, l’approvazione dei bilanci arretrati, gli Scuolabus e nuove assunzioni. Con più mezzi in circolazione, si conta su un’impennata dei contributi regionali

Messina – La voce forse più consistente del Piano di riequilibrio decennale elaborato dalla Giunta per evitare il dissesto riguarda l’Atm. In 10 anni, infatti, Palazzo Zanca prevede di diminuire il trasferimento comunale di grandi percentuali, arrivando a risparmiare in totale 52 mln di euro. Perché questo non si traduca in un’ulteriore ridimensionamento del servizio, il nuovo direttore generale Giovanni Foti e il commissario Domenico Manna hanno elaborato un Piano industriale triennale, con lo scopo dichiarato di “adeguare l’efficienza organizzativa dell’Atm in modo da raggiungere i livelli di percorrenza del trasporto locale su gomma e ferro nonché i costi generali di esercizio dei servizi svolti per conto del Comune di Messina”. Facile a dirsi, ma a farsi?
Dal punto di vista economico, il suddetto calo del trasferimento comunale (che passerà gradualmente dai 17 milioni del 2014 ai 13 del 2017) dovrà essere coperto – si immagina nel Piano – da una maggiore produzione di km e dunque da un aumento dei contributi regionali. Foti e Manna, in questo senso, prevedono per il gommato praticamente un raddoppio (dai 2,4 km del 2014 a 4,5 nel 2017) e per il tram un consistente passo in avanti (dagli attuali 306 mila km a 550 mila). In questo modo, i trasferimenti regionali dovrebbero aumentare da 8,7 mln a oltre 13 mln €. Perché ciò succeda, è chiaro, servono però i mezzi. A parte i 15 mezzi usati provenienti da Torino e gli ulteriori 8 da Milano, già acquistati, servirà però ben altro, difatti il Piano prevede investimenti per oltre 3 mln €. E dato che anche l’aumento dei contributi regionali non basterà a totalizzare queste somme, ecco che il Piano ipotizza maggiori incassi progressivi anche sul fronte della vendita dei biglietti (il doppio in 3 anni), dei gratta e sosta e anche l’acquisizione del servizio carro attrezzi.
 
Non bisogna essere fini e arguti analisti per capire come tale Piano regga solo se tutti i tasselli andranno nella direzione prevista: un solo dato in controtendenza comporterebbe la messa in crisi di tutti gli obiettivi. Come fare, per esempio, se la Regione continuerà a ritardare nei pagamenti? O se la vendita dei biglietti continuerà ad essere in calo, come quest’anno? Per evitare che questo accada, Foti e Manna hanno previsto specifiche azioni secondo cinque linee guida: rapporti istituzionali con gli Enti; miglioramento della produzione e incremento dell’offerta del servizio; riorganizzazione aziendale; piano e marketing; informazione e comunicazione ai cittadini.
 
Tra le azioni, quelle di maggiore impatto saranno l’approvazione dei bilanci arretrati, la reintroduzione degli Scuolabus, la riorganizzazione della pianta organica con nuove regole per turni, permessi e ferie (e qui sarà dura lotta sindacale, ma è una strada da percorrere assolutamente), addirittura nuove assunzioni, lotta al portoghesismo e nuovi pannelli informativi alle fermate.
Questo sulla carta. Ora, però, si aspettano i fatti.

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