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Catania – Il business della contraffazione che stritola l’economia

redazione

Catania – Il business della contraffazione che stritola l’economia

venerdì 29 Agosto 2014

I finanzieri hanno ripercorso la “filiera” del nero: molteplici violazioni e rischi per la sicurezza. Dall’attività della Gdf emerge una rete organizzata e con un terreno molto fertile

CATANIA – Nell’ambito del piano “spiagge sicure”, la Guardia di Finanza proprio ieri ha sequestrato circa 2.000 articoli contraffatti o non sicuri destinati alla vendita sulle spiagge del litorale della provincia catanese.
Un mercato rilevante che arreca danni ingenti all’economia legale e pone seri rischi per la salute dei consumatori, spesso ignari della pericolosità di beni realizzati senza il minimo rispetto degli standard qualitativi necessari. Ad esso si associano tutta una serie di comportamenti illegali che vanno dal lavoro nero all’immigrazione clandestina, dallo sfruttamento della mano d’opera all’assenza delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Le attività investigative, già in corso da diversi giorni, continuano a concentrarsi sull’individuazione dei centri di approvvigionamento utilizzati, prevalentemente da cittadini extracomunitari, per l’acquisto della merce contraffatta ovvero sui luoghi di ritrovo di questi ultimi nell’imminenza di avviarsi verso i litorali.
I servizi di controllo dei militari del Gruppo di Catania si sono incentrati nelle zone della stazione ferroviaria e della stazione dei pullman di piazza Borsellino proprio per rilevare l’arrivo dei venditori abusivi che si avviano verso la playa per smerciare i loro prodotti contraffatti. Ed è stato così che è stato controllato un cittadino cingalese, sorpreso, proprio alla fermata dei pullman, con un carrellino artigianale su cui erano sistemati prodotti e accessori di telefonia contraffatti. Dal controllo dell’ambulante, si è risaliti, nell’ambito delle attività volte all’individuazione dei luoghi di approvvigionamento della merce illecita, a un esercizio commerciale gestito da un soggetto cinese di 40 anni.
 
L’intervento repressivo ha consentito di rinvenire oltre 1.500 articoli per la telefonia mobile, in particolare cover contraffatte, analoghe a quelle sequestrate al venditore abusivo, e accessori elettronici (soprattutto auricolari) privi dei requisiti di sicurezza.
Analoghi interventi sono stati condotti dalla Compagnia di Riposto e dalla Tenenza di Acireale sul litorale jonico e dell’acese. Sono stati sottoposti a sequestro circa 400 prodotti recanti il marchio contraffatto. In particolare, i militari della Compagnia di Riposto, in due distinte attività, lungo i litorali di Mascali e di Fiumefreddo di Sicilia (località Marina di Cottone) hanno sorpreso alcuni soggetti extracomunitari con due bustoni di plastica, tipici degli ambulanti abusivi. Il successivo controllo ha permesso di sottoporre a sequestro circa 300 prodotti, tutti rigorosamente recanti segni mendaci, tra scarpe, occhiali e borse.
Mentre i finanzieri della Tenenza di Acireale hanno individuato un ambulante nella zona fra Acicastello e Acitrezza con una bancarella mobile intento nella venta soprattutto di occhiali contraffatti. Si tratta solo degli ultimi interventi, in ordine di tempo, della Guardia di Finanza catanese a contrasto del fenomeno della contraffazione e della vendita di prodotti in violazione dei requisiti di sicurezza.
 
L’attività delle Fiamme Gialle si concentra soprattutto sull’individuazione e il contrasto alla filiera, cercando di colpire a monte i canali di approvvigionamento dei prodotti contraffatti, allo scopo di interrompere il circuito che alimenta sul territorio etneo tali attività illecite.
In tal senso, si osservano due principali flussi di arrivo della merce illegale: il primo, più rilevante nelle quantità, ma di minore accuratezza nella produzione, è relativo al mercato cinese, in grado di convogliare enormi volumi di prodotti. Al riguardo, si ricorda, tra le altre, l’operazione “fiume giallo” condotta dai militari del Gruppo di Catania che ha permesso di individuare un deposito nell’hinterland catanese, al cui interno erano stoccati oltre 4 milioni di articoli contraffatti o non sicuri; il secondo flusso è connesso ai prodotti provenienti dall’area campana. In tal caso si tratta di capi di abbigliamento, borse e scarpe molto simili agli originali. La Gdf ha ricordato in proposito, l’operazione “contropacco”, ove i finanzieri etnei hanno individuato spedizioni da Napoli di merce contraffatta, in prevalenza capi di pelletteria, destinate a soggetti extracomunitari operanti nella provincia.
 
Ancora, i sequestri operati hanno consentito di individuare anche fenomeni di produzione locale, realizzata sempre da extracomunitari che, una volta acquistati prodotti “anonimi” da commercianti cinesi, provvedono in proprio all’apposizione dei marchi, spesso anche non ben realizzati.. In merito, si ricorda l’operazione “falso a km 0”, nel cui contesto, oltre alla merce contraffatta, è stata sequestrata anche una pressa utilizzata per incollare targhette adesive su scarpe e giubbotti. Da ultimo, ma non meno importanti per il contrasto completo al fenomeno, vanno sottolineate le sinergie poste in campo su Catania con le altre istituzioni locali (Inps, Inail, Asp, Vigili del Fuoco e Direzione Territoriale del Lavoro), con cui sono stati pianificati ed eseguiti interventi congiunti volti a riscontrare e sanzionare tutte le molteplici violazioni connesse al modus operandi degli operatori della contraffazione, quali quelle in materia fiscale e contributiva, delle misure di sicurezza sul lavoro e dei sistemi antincendio.

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